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Rosmini, i rosminiani e la conversione di Newman

Lo scorso 31 luglio una Nota della Sala Stampa vaticana annunciava l’approvazione di papa Leone XIV al prossimo conferimento a John Henry Newman, uno dei più grandi pensatori moderni del cristianesimo canonizzato da papa Francesco nel 2019, del titolo di Dottore della Chiesa. Per l’occasione riprendiamo un articolo di Roberto Cutaia, pubblicato su L’Osservatore Romano l’11-12 agosto 2020, che testimonia del rapporto speciale tra John Henry Newman (1801-1890) e un’altra eminente figura dell’Ottocento cattolico, Antonio Rosmini (1797-1855).

L’Ottocento ha donato all’umanità due tra i maggiori pensatori dell’intera storia della cristianità: l’inglese John Henry Newman (1801-1890) − canonizzato nel 2019 da papa Francesco − e l’italiano Antonio Rosmini (1797-1855), beatificato nel 2007 da papa Benedetto XVI. Immaginiamo ora due tronchi d’albero sulle placide acque di un fiume: essi si abbandonano alla corrente, senza opporre alcuna resistenza; in modo simile anche Newman e Rosmini, obbedendo in coscienza alla voce della Provvidenza, non hanno replicato alle pesanti calunnie addossategli da influenti uomini del tempo.

Tra questi due veri figli della Chiesa in effetti c’è stata una forte intesa spirituale e coscienziale, proficua e determinante soprattutto per Newman, che, accostandosi ai Padri Rosminiani d’Inghilterra, ha maturato la svolta più importante della sua vita: la conversione dall’anglicanesimo al cattolicesimo, che – per ricorrere al suo raffinato eloquio «fu come entrare in un porto dopo essere stati nel mare in burrasca» (John Henry Newman, Apologia pro vita sua, Paoline, 2001, p. 378).

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Qual è stato l’importante apporto offerto dal rosminianesimo nella conversione di Newman?

La memoria liturgica del santo inglese si celebra il giorno della conversione al cattolicesimo, avvenuta il 9 ottobre 1845. Per liberare il campo da ogni equivoco, il londinese e il roveretano, duplice e splendente luce di un’unica fonte di Verità, non si sono mai incontrati di persona, nonostante l’ardente desiderio nutrito da parte di entrambi.

«Io spero che vedrò il sig. Newman – scrive Rosmini a mons. Lusquet, vescovo di Esbon, il 7 dicembre 1846 – che Ella menziona nella venerata sua lettera, al ritorno di lui da Roma. Manzoni mi recò la lettera di Philipps, che me lo raccomandava, qui a Stresa, e mi duole di non aver avuto occasione di prestargli qualche servizio da queste parti. […]» (Lettera 999, Epist. Ascet., v. III, Roma 1912, p. 334).

D’altro canto Newman, nella sua prima lettera inviata da Milano, annota:

«Ci siamo trovati in mezzo agli amici di Rosmini e siamo sorpresi di trovare quanto facciano i Rosminiani in queste parti […] Abbiamo una missiva per Rosmini, che è comunque assente […] Di fatto l’incontro non avverrà, e la ragione sembra a Newman piuttosto esile: “Rosmini è passato da Milano – è detto in una lettera del 18 ottobre –. Mi ha inviato un cortese messaggio, spiegando che non ci ha chiamati perché lui non sa parlare il latino e io italiano […] Vorremmo avere molto di più da dire di lui, ma non riesco a cogliere l’essenza della sua filosofia» (Inos Biffi, Newman, ossia: I Padri mi fecero cattolico, Jaca Book, 2009, pp. 90-91).

Una spiegazione più che plausibile riguardo al mancato incontro tra Newman e Rosmini ce l’ha fornita Pier Paolo Ottonello, uno dei massimi esperti viventi del Roveretano. In questa sede riportiamo qualche cenno:

«L’espressione recepita dal Newman nei termini “io Rosmini non so parlare latino e tu non sai parlare italiano” sarebbe dunque una sorta di messaggio cifrato, attraverso il quale avrebbe dovuto intendere pressappoco così: “io Rosmini conosco tanto gli ambienti romani che non voglio parlarne la lingua, e tu tanto poco li conosci che ti conviene il non saper parlare l’italiano”» (Pier Paolo Ottonello, Rosmini inattuale, Marsilio, 2011, pp. 173-185).

Ma, anche se Newman non ha mai incontrato Rosmini, la sua vita si è comunque  intrecciata con quelle dei padri rosminiani della provincia inglese.

«Il 15 giugno 1835 verso mezzogiorno tre viaggiatori dall’Italia, risalendo il Tamigi, sbarcavano a Londra: erano missionari e li guidava un sacerdote romano, don Luigi Gentili (Antonio Rey ed Emilio Belisy, ndr). Con quello sbarco si iniziava “un capitolo della Seconda Primavera, the second spring” del cattolicesimo inglese come lo chiamò l’illustre vescovo di Salford, mons. Louis Charles Casartelli […] Sotto la direzione del Gentili a Grace-Dieu un ministro protestante, il Wackerbath, scolaro del Pusey, primo iniziatore di quel movimento di Oxford, fra cui il dott. Giorgio Ward (padre del famoso scrittore Wilfrid), e così Gentili veniva in contatto con quel movimento, di cui lui pure concepì le più liete speranze […]» (Osservatore Romano, 16 giugno 1935, p. 3).

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Il primo incontro tra i teologi del Movimento di Oxford e i Padri Rosminiani è avvenuto in questo contesto:

«[…] Nell’autunno del 1841 quattro dei ministri di Oxford vennero a Grace Dieu; il Gentili strinse seco amicizia, e al contegno devoto in cui li vide assistere alla Messa e altre funzioni religiose nella cappella del luogo, ne rimase edificato. Uno di essi pare fosse il dottore Giorgio Ward, prebendato del Collegio di Balliol, che per ingegno e dottrina primeggiava fra gli anglocattolici: certo il Ward, scrivendo nell’ottobre di quest’anno al Phillips, gli manifesta la sua venerazione profonda al Gentili, che benignamente gli aveva dato leggere le Massime di perfezione cristiana del Rosmini, del qual libretto afferma “nulla poterci essere di più bello, più edificante, più sfuggente a ogni obbiezione”. E nel novembre il Gentili entrò in amichevole corrispondenza di lettere col Ward (Il Ward fu ricevuto nella Chiesa Cattolica il 3 settembre 1845, un mese prima del Newman) inviandogli le opere filosofiche del Rosmini; ed ebbe la consolazione di sapere indi a poco che i ministri di Oxford, messisi a studiare in quelle opere, ne traevano grande vantaggio e diletto […]» (La vita di Luigi Gentili; scritta da Giovanni Battista Pagani, Roma 1904, p. 256).

La comunione di spirito fra questi umili operai  nella vigna del Signore, «Gesù Cristo è l’unico libro che importi leggere, letto il quale si possiede ogni tesoro di sapienza e di scienza» (San Tommaso d’Aquino, Commento ai Colossesi, 2,3), ha potuto sollevare la vita di migliaia di uomini dall’errore e solamente Lui, il Signore, che ha scrutato ed effuso la Grazia nel cuore di figli come Newman, Rosmini e Gentili, può veramente conoscere questi pilastri della fede ai quali noi ci accostiamo per dirla con Bernardo di Chartres: “Come nani sulle spalle di giganti”. Ebbene, a noi tutti questi campioni della fede hanno permesso d’intraprendere ed esperire la Fede − sapienza e il Cristo-Storico (medesimo titolo dell’opera del filosofo umbro Teodorico Moretti-Costanzi), assurgendo così la nostra realtà coscienziale oltre l’orizzonte temporale.

Insomma, per ricorrere alle vigorose parole scaturite dalla penna di Newman,

«[…] Accade di continuo nella storia della Chiesa che l’idea immediata e diretta che stimola gli uomini di fede a metter mano alla loro impresa sia solo una parte di essa o non abbia nulla a che vedere con ciò che in seguito gli eventi dimostreranno essere la missione. Tali uomini hanno un obiettivo definito in mente, e la Provvidenza li chiama; dunque essi partono armati di fede e obbedienza senza sapere dove li condurrà. Iniziano un compito limitato e sono condotti a impegnarsi per un lavoro più grande. Pensano ai propri fratelli e al proprio paese, ma la grazia e la benedizione di Dio fanno di loro un faro che illumina il mondo […]». (Scritti Oratoriani, introduzione e note di Placid Murray O.S.B, Cantagalli 2010, p. 179).

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I “fari” che con i primi fasci di luce prima del mondo ebbero ad illuminare l’Inghilterra e l’Irlanda s’incontrarono.

«[…] Il 19 ottobre 1842 potè finalmente (il Gentili) dare una corsa sino a Oxford in compagnia del Phillips, e rivedere quei ministri dell’Università che già conosceva, e conoscerne altri e ragionare di religione con essi. Presso il Ward fece conoscenza di un giovine scozzese di nobile casato, Guglielmo Lockhart (passato alla Chiesa di Roma ed entrato nell’Istituto della Carità tra i Rosminiani: “Presbitero − anni di vita religiosa 49, London 1819 – London 1892; da Necrology of the brethren of the Institute of Charity”, 5ᵃ edizione 2008) che da poco aveva ottenuto il grado di baccelliere nel Collegio di Exeter: in questo primo incontro e colloquio col Gentili il Lockhart si sentì preso di venerazione verso di lui quasi a santo, e presto vedremo come in mano alla Provvidenza fu questo il filo per trarre il giovine dall’errore alla verità. Il Newman […] passava i più dei suoi giorni a Littlemore, poco lungi da Oxford, con alcuni pochi e fidi compagni, tra i quali il Lockhart, il Dalgairns, il Bowles menando vita quasi monastica, divisa tra lo studio e la preghiera e gli esercizi di penitenza. Che il Gentili lo abbia visitato a Littlemore è asserito dal Lockhart, il quale anzi aggiunge che dovette essere il dottor Bloxam quegli che introdusse al Newman il Phillips e il Gentili […] Il Gentili, narrata in una lettera la sua gita a Oxford e i particolari di essa, subito soggiunge: − Quegli che è alla testa del partito cattolico mi domandò d’istruirlo sul modo di dare gli esercizi, e quindi gli mandai gli esercizi del p. Generale (Rosmini) intitolati: Manuale dell’Esercitatore (scritti dal Rosmini tra il marzo e l’ottobre del 1839. Oggi nel Vol. 51 dell’Edizione Nazionale), che ora si adopera dai medesimi nel loro così detto Convento − […]» (La vita di Luigi Gentili; scritta da Giovanni Battista Pagani, Roma 1904, pp. 256-257).

Dei momenti trascorsi a Littlemore da Gentili, si legge anche nella missiva:

«Il Phillips poi, in una lettera al conte di Shrewsbury, descrive la visita che fece insieme col Gentili al dott. Newman, la cui cortesia parve loro tanto meravigliosa quanto l’erudizione e i talenti. Soggiunge che visitarono anche il Pusey, e lo trovarono quale se l’erano immaginato, uomo di umiltà pari alla dottrina; e che il Gentili ebbe con esso un colloquio importantissimo intorno al mistero della transustanziazione […]» (La vita di Luigi Gentili; scritta da Giovanni Battista Pagani, Roma 1904, p. 258).

Occorre però soffermarsi ancora sulla figura di Guglielmo William Lockhart, poiché abiurò l’anglicanesimo due anni prima del suo maestro John Henry Newman:

«[…] Il Newman aveva dato per compito al Lockart di tradurre in inglese la storia ecclesiastica del Fleury e di scrivere la vita di San Gilberto di Sempringham. Ma il giovane scozzese a cui già prima era balenato qualche dubbio, dopo la visita del Gentili, dopo la meditazione delle Massime del Rosmini, in cui vedeva delineato il tipo del cristiano perfetto, era profondamente inquieto. Un dubbio continuo, prima combattuto e represso, poi più forte di lui, lo agitava: – era egli sulla via del vero cristiano? Aveva egli nelle pratiche religiose che eseguiva, quel vero contatto con Cristo, da cui solo si deriva la grazia che fa i santi? – Infatti il Lockart anelava alla santità. Un giorno, dopo essersi confessato da Newman, gli rivolse una domanda, che, quante volte gli si era presentata altrettante aveva fino ad allora soffocato. Ora non più: bruciava troppo all’interno:− Siete sicuro, gli chiese tutto sconvolto, di avere la facoltà di assolvermi? − Il Newman rimase pensoso: la domanda toccava il punto essenziale. Era di quelle che, una volta poste, non possono restare senza una risposta netta e certa. Se non aveva la certezza di assolvere, dunque non era sacerdote di Cristo: dunque tutto l’anglicanesimo, anche vivificato da una pratica austera di vita, non era la religione vera di Cristo: e bisognava cambiar rotta» (Bollettino Charitas, luglio 2009, n. 7).

«Il Newman sentì bene tutto il peso della questione, né seppe trarsi d’impaccio, che rispondendo: – Perché a me questa domanda? Interrogatene il Pusey – . La risposta era la peggio che il Lockart si potesse attendere: da un uomo ad un altro soltanto perché ritenuto più capace, e più maturo d’anni e di studi. L’esigenza era di passare dall’incerto al certo, dall’umano fallibile all’infallibile divino. Si persuase dunque che non valeva neppure la pena di interrogare più che il Pusey […] bensì il prete romano (il p. Gentili), dal quale aveva sentito promanare come un profluvio delicato di autentica virtù evangelica e la forza di una divina certezza […] e lo fece dapprima beninteso all’insaputa del Newman, per lettera (la prima nel marzo del 1843 la seconda nel luglio 1843) […] svelato il suo nome e scusatolo di averlo innanzi taciuto, con quella confidente apertura, con quell’abbandono sicuro, che l’anima sitibonda di verità e di conforto sente soltanto per chi ha la certezza di essere investito di un potere sovrumano, il Lockart manifesta al Gentili le interne sue inquietudini, la forte propensione verso il cattolicesimo, gli incessanti appelli di Dio, i bisogni del cuore, la brama di conoscere il fine la natura e lo spirito dell’Istituto rosminiano […] non abbiamo le risposte del Gentili […] certo è che il giovane lasciava Littlemore e il Newman e i condiscepoli e si recava a Loughborough, nella contea di Lincoln, dove allora dimorava il Gentili […] Il Gentili, con lo sguardo scrutatore dei santi, seppe leggergli nel fondo dell’anima, più che il Lockhart non dicesse e non pensasse; e ne fece suo tutto il doloroso travaglio. Il Lockhart era legato al Newman dall’impegno preciso di non prendere nessuna decisione senza di lui e non prima di aver trascorsi tre anni alla sua scuola […] Ma una forza arcana lo urgeva potente, e gli faceva provare più e più da una parte il disgusto dell’anglicanesimo, sia pure vissuto con quell’altezza d’animo e con quelle austere esteriorità che si faceva a Littlemore […] Procrastinare anche di un poco sarebbe stato un rigettare il dono celeste, un’imperdonabile ingratitudine» (Bollettino Charitas, agosto-settembre 2009, n. 8).

«Il 26 agosto del 1843, nella cappella delle Suore Rosminiane di Loughborough, sotto gli sguardi di Maria SS. Annunciata a cui essa era dedicata, con indicibile gaudio dell’anima, nella gioia fraterna più schietta e più cordiale del Gentili e di pochi altri intimi, il Lockhart abiura l’anglicanesimo e si professa cattolico romano: pochi giorni dopo […] entrava novizio nell’Istituto della Carità. Dire come ne sia rimasto il Newman, è difficile. N’ebbe trafitta l’anima come da colpi di spada acuta.

Scrisse al Gentili, rammaricandosi forte e della corrispondenza tenuta dal Lockhart con lui, e dei patti violati […] Il 25 settembre nel discorso – La partenza degli amici – apriva pubblicamente l’esasperazione dell’animo; poi si raccolse in un più austero ritiro nel suo Littlemore, pregando, combattendo, soffrendo: ma poiché l’animo (del Newman, ndr) era buono e sincero, nel febbraio 1844, dopo uno scambio di lettere, si rappacificava col Gentili, e ringraziando questo delle sue parole affettuose e di un libro mandatogli in dono, ricordava con accorato affetto il Lockhart a cui chiedeva di essere ricordato e raccomandato per preghiere […]» (Bollettino Charitas, ottobre 2009, n. 9).

Pochi mesi dopo la “riappacificazione” con i rosminiani, la Grazia aveva continuato a operare nel cuore di Newman, così il 9 ottobre del 1845, per opera del padre passionista Domenico della Madre di Dio, faceva anch’egli il suo ingresso nell’ovile in cui Cristo pasce le pecorelle da lui redente: «[…] Certamente il padre Domenico della Madre di Dio – scrisse lo stesso Newman –  era uno strepitoso missionario e predicatore, ed ebbe gran parte nella mia propria conversione mia e di altri» (Osservatore Romano, 18 maggio 1935, p. 3).

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Ancora a proposito della conversione di Newman, il Pusey ha redatto un articolo sulle colonne giornale francese “L’ami de la Religion” che porta la data del 6 novembre 1845. Rispetto a questo pezzo il Rosmini ha aggiunto a sua volta delle osservazioni di lode, inviandole direttamente all’autore con una lettera datata 13 novembre 1845, che si concludeva con questo explicit:

«[…] Io credo che quelli che si unirono testé alla Chiesa Cattolica, abbiano trovata la via più sicura e più breve per ristorare a nuova vita la Chiesa anglicana. Le mie preghiere, o piuttosto quelle di noi tutti cattolici tendono a questo: ma noi preghiamo specialmente per colui, di cui il Signore si servì e si serve per purificare la Chiesa anglicana dall’eresia, e per mezzo del quale ha fatto nascere in essa un movimento si consolante: noi preghiamo caldamente, acciocché il Signore si degni di fare divenire costui una di quelle pecore che affidò a Pietro, quando gli disse – Pasci le mie pecore – […]» (Epist. Compl., vol. IX, 1892, lettera 5478, p. 405).

Infine, a una lettera redatta di suo pugno il 20 gennaio 1846, Rosmini affidava al Conte Giacomo Mellerio queste parole alate:

«Il Pagani mi scrive consolato dell’edificazione, che diede il signor Newman al nostro noviziato, dove la vigilia dell’Epifania fece la sua confessione, e ricevette la santissima Comunione nella nostra cappella. – Deh! Che spettacolo edificante, scrive, il vedere il signor Newman ricevere la sacra Comunione inginocchiato per terra coi nostri laici, e dietro ai nostri chierici, tra i quali si trovava il nostro Lockhart, una volta suo alunno, e figlio spirituale. Quantunque egli sia stato parroco dell’Università di Oxford e goda la fama di essere il primo ingegno d’Inghilterra, tuttavia egli non ha la minima pretensione, e brama essere trattato come l’ultimo dei convertiti» (Epist. Compl. Vol. XIII, lettera 8116, p. 230).

Per concludere, a significare lo stretto rapporto e l’affinità spirituale tra Rosmini e Newman, e tra i rosminiani e gli oratoriani, ecco cosa scrisse il Newman, venuto a conoscenza della morte di Rosmini:

«Scrivo due righe alla Reverenza vostra per condolermi con voi e con i vostri Padri della perdita del vostro rinomato e santo Fondatore. La nuova mi sopraggiunse improvvisa e intimamente mi commosse, poiché, sebbene egli appartenesse al vostro Istituto specialmente, un uomo come lui, fino a tanto che rimaneva in terra, era una proprietà di tutta la Chiesa. Io temo che le tribolazioni sofferte gli abbiano abbreviato la vita. Ieri mattina ho celebrato una Messa da morto per lui: spero che egli non si dimenticherà di me, appena sarà giunto in cielo, quantunque ben possiamo credere che egli vi sia già pervenuto» (Lettera di Enrico Newman al Padre G.B. Pagani, 10 luglio 1855. Vol. II Vita di A. Rosmini, curata da Guido Rossi, 1959).

«Per parte mia devo confessare che, quando penso ai santi, mi sento ardere da grandi desideri» (Dai Discorsi, di san Bernardo, abate).

Settimana News

Don Davide Busoni sarà il nuovo rettore del Sacro Monte Calvario VIDEO

Originario della Val Bognanco, rosminiano, succede a don Gianni Picenardi. La nomina è stata ufficializzata dal padre provinciale dell'Istituto della Carità

Don Davide Busoni, 35 anni, rosminiano, originario della val Bognanco, dal mese di settembre sarà il nuovo rettore del Sacro Monte Calvario. La nomina è arrivata dal padre provinciale dei Rosminiani.

Don Davide è cresciuto a Domodossola dopo le scuole medie e superiori alle scuole rosminiane domesi e un anno di studi di filosofia a Bologna, nel 2010 ha iniziato il noviziato all’Istituto della Carità fondato dal beato Antonio Rosmini. Ha vissuto il percorso di formazione sacerdotale al Collegio San Giovanni a Porta latina di Roma facendo gli studi teologici alla Pontificia Università Lateranense .

E' stato ordinato sacerdote nel 2018 dal vescovo di Novara Monsignor Franco Giulio Brambilla e dal 2018 è vicerettore della Basilica di San Carlo al Corso a Roma e sta proseguendo il dottorato in Teologia Biblica. Il sacerdote in questi giorni è al Calvario dove ha tenuto gli incontri nell'ambito della settimana Biblica.Busoni succede al rosminiano don Gianni Picenardi. Don Picenrdi, che era stato nominato rettore del Calvario due anni fa, riprenderà il suo impegno al Collegio dei padri Rosminiani di Stresa.


Ossola News

Festa della Cella, tanti eventi per ricordare l'arrivo di Rosmini al Calvario

 


La città di Domodossola si prepara per la Festa della Cella, che celebra il 197° anniversario dell’arrivo del beato Antonio Rosmini al Sacro Monte Calvario, avvenuto il 20 febbraio 1828. Sono dunque in programma diversi eventi, tra il 15 e il 23 febbraio.

Le celebrazioni iniziano sabato 15 febbraio alle 16.00 al collegio Rosmini di Domodossola: l’auditorium “don Bertamini” ospita la conferenza dal titolo “Antonio Rosmini, teologo in ginocchio”, tenuta da monsignor Antonio Staglianò, presidente della Pontificia Accademia di teologia. Alle 18.00 poi, in Collegiata la solenne celebrazione eucaristica presieduta dallo stesso monsignor Staglianò. Infine, alle 19.45 una cena al Sacro Monte Calvario.

Si prosegue poi giovedì 20 febbraio nell’auditorium “don Bertamini” del collegio Rosmini per la proiezione dello sceneggiato “In cammino con Antonio Rosmini”, presentato in anteprima nazionale a Rovereto nel mese di gennaio.

Infine, domenica 23 febbraio il tradizionale “Concerto della Cella”, in programma alle 18.00 nella sala Bozzetti del Sacro Monte Calvario: la serata inaugura la stagione 2025 della Cappella Musicale del Calvario.

Ossola News




Si è spento nel Signore il padre Michele Botto Steglia

 "Vieni servo buono e fedele..."

Questa notte si è spento nel Signore il padre Michele Botto Steglia.
Biellese, entrato postulante nei rosminiani nel 2007, era malato da tempo.
Da Settembre era vice rettore del collegio rosmini di Stresa.
È stato prefetto degli scolastici, padre Maestro dei Novizi della provincia italiana, rettore del Sacro Monte Calvario. Il ministero pastorale lo ha caratterizzato negli anni di vicario parrocchiale responsabile dell' oratorio beato rosmini a Milano. A Ottobre 2023 è divenuto parroco a Roma allo Spirito Santo all'Eur, ministero che le condizioni di salute gli hanno impedito di esercitare dopo pochi mesi.
Chiediamo preghiere per il Suo suffragio e per la famiglia, in particolare la mamma e la sorella e i nipoti.
Il Beato Rosmini con gli angeli e Santi lo accompagni all'incontro con il Signore Risorto, Via, Verità e Vita.
Dalla Pagina Facebook dei Rosminiani

Celebrazione della Festa della Cella: ricordato l'arrivo di Antonio Rosmini al Sacro Monte Calvario

 

È stata celebrata ieri la messa della festa della Cella, che ricorda l'arrivo di Antonio Rosmini al Sacro Monte Calvario di Domodossola nel 1828, la celebrazione è stata presieduta dal vescovo di Novara Monsignor Franco Giulio Brambilla e concelebrata dal vicario episcopale don Luigi Preioni, dal rettore del Sacro Monte Calvario  don Gianni Picenardi e da numerosi padri rosminiani e sacerdoti di Domodossola e dintorni.

Alla funzione erano presenti suore, ascritti rosminiani provenienti oltre che da Domodossola anche da Stresa, da Milano. Nei primi banchi erano presenti il sindaco Lucio Pizzi e il vicesindaco Franco Falciola,, la presidente dell'Ente di gestione dei sacri Monti del Piemonte Francesca Giordano,  e il vice presidente Maurizio De Paoli  esponenti delle forze dell’ordine,  rappresentanti del Consorzio volontario per il restauro delle Cappelle.

“Rosmini arrivò al Calvario di  Domodossola che era un castello diroccato - ha detto Monsignor Brambilla -  il suo amico Manzoni si oppose al fatto che  volesse  trovare casa  qui. Rosmini nativo da  Rovereto che era a quel tempo sotto l’influsso austriaco  si rifugia in questa zona che era sotto l’influenza dei francesi per avere qualche respiro di libertà in più. Passa tutta la Quaresima nella preghiera e nella ricerca della volontà di  Dio sul suo futuro”.  

Il vescovo ha definito Rosmini l’ultimo pensatore integrale . “Rosmini – ha detto monsignor Brambilla – ha avuto un solo difetto : è nato con un secolo di anticipo”. Il vescovo ha concluso il suo intervento con una riflessione sul libro di Rosmini “Le massime di perfezione cristiana” soffermandosi sulla sesta Massima .

ossolanews.it

I padri rosminiani di Domodossola celebrano la Festa della Cella, la ricorrenza che ricorda l’arrivo al Sacro Monte Calvario del Beato Antonio Rosmini. Il Vescovo Brambilla a Domodossola


I padri rosminiani di Domodossola celebrano la Festa della Cella, la ricorrenza che ricorda l’arrivo al Sacro Monte Calvario del Beato Antonio Rosmini. Quest’ultimo vi giunse il 20 febbraio 1828, quell’anno giorno del Mercoledì delle Ceneri. Questi i prossimi appuntamenti in programma:

Sabato 17 febbraio, alle 18.00, la messa solenne in Collegiata a Domodossola, celebrata da Mons. Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara. A seguire, dalle 19.45, la cena al Sacro Monte Calvario (prenotazioni entro mercoledì 14 febbraio al numero 0324242010).

Il 18 febbraio, prima domenica di Quaresima, alle 10.00 la santa messa nell’Oratorio dell’Addolorata; alle 15.00 la Via Crucis, seguita alle 16.30 dalla santa messa in Santuario.

Il 19 febbraio, alle 16.30, la santa messa nell’Oratorio dell’Addolorata, con un momento di riflessione rosminiana e preghiera nella “Cella” del Beato Antonio Rosmini.

Il 20 febbraio la Festa della Cella: alle 16.30 la santa messa nell’Oratorio dell’Addolorata, seguita dalla processione e una preghiera nella “Cella”.

Il 23 febbraio i cinque Venerdì di Quaresima, alle ore 18.00 nel Santuario della Madonna delle Grazie: Spiritualità e arte per il tempo di Quaresima.

Infine, domenica 25 febbraio alle 18.00, in Sala Bozzetti, il Concerto della Cella, che inaugura la Stagione Artistica 2024 della Cappella Musicale del S. Monte Calvario, con Silvia Arfacchia al violino e Francesca Cavallo all’arpa.

ossolanews.it

Il Sacro Monte Calvario di Domodossola. Un luogo in cui la spiritualità rosminiana dialoga con la natura, il silenzio e l’arte

Sorto nella prima metà del XVII secolo per volontà di due cappuccini del convento di Domodossola, Gioacchino da Cassano e Andrea da Rho, venne dedicato alle tappe della passione di Cristo. Il percorso in ascesa, che collega l’antico borgo di Domodossola al Colle di Mattarella, fu pensato con l’intenzione devozionale di rappresentare, idealmente e fattivamente, la salita al Calvario.

Le sue vicende costruttive, condizionate da altalenanti momenti, furono caratterizzate, a seguito delle soppressioni napoleoniche, da una fase di abbandono del complesso, divenuto dapprima una caserma militare e caduto in un progressivo declino.

La sua rinascita iniziò a partire dal 1828 quando il conte Giacomo Mellerio, figura ossolana di grande rilievo, convinse l’abate roveretano Antonio Rosmini a scegliere il colle di Mattarella come luogo di fondazione dell’Istituto della Carità, cui oggi appartengono i rosminiani.

Gli anni successivi videro i Rosminiani sempre più coinvolti nella gestione del Calvario e promotori della costruzione di alcune cappelle rimaste irrealizzate. Tra gli artisti di maggior fama Dionigi Bussola, protostatuario del duomo di Milano, fu certamente il più grande e coinvolgente autore con i capolavori delle cappelle della Croce (XII) e della Deposizione (XIII), modellate all’interno del Santuario del SS. Crocifisso, e del Cristo morto nel Sepolcro (cappella XIV); dopo il Bussola l’altro grande statuario fu lo scultore milanese Giuseppe Rusnati, noto per la sua attività al Sacro Monte di Varese.

La parte superiore del complesso sacro si snoda tra le ultime cappelle e i giardini del Belvedere realizzati attorno ai resti delle mura del castello di Mattarella, articolato edificio la cui storia archeologica affonda in età romana, longobarda e medievale; da lì la bellezza delle Alpi e il panorama sulla Val d’Ossola non può che catturare l’attenzione dei pellegrini e dei visitatori, mentre all’interno del convento si può visitare la cella del beato Rosmini.

Il Sacro Monte Calvario è oggi sede del Centro Spiritualità Rosminiana e del Noviziato Italiano e, oltre a seguire la formazione dei novizi dell’ordine, offre a tutti una valida occasione di riflessione ed esperienza interiore in un contesto dove la spiritualità dialoga in maniera ottimale con l’arte, il silenzio e la natura, con possibilità di passeggiate lungo itinerari di grande gradevolezza come l’antica “Via dei torchi e dei mulini”.

Il Sacro Monte, di proprietà dei padri rosminiani, è amministrato, per la parte del complesso monumentale e naturalistico ed unitamente agli altri sei Sacri Monti piemontesi, dall’Ente di gestione dei Sacri Monti (Ente strumentale della Regione Piemonte), e dal 2003 fa parte del sito seriale UNESCO “Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia”.

FONTE: turismo.chiesacattolica.it

Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - turismoculturale@yahoo.it 

Turismo Culturale Viaggi News - Turismo Culturale

Centro Spiritualità Rosminiana Borgata Sacro Monte Calvario, n. 8 28845 Domodossola (VB)
Telefono: + 39 0324 24 20 10


PSALLITE SAPIENTER CORSO DI CETRA PER LA LITURGIA 27 - 30 luglio 2023 CASA DI SPIRITUALITÀ “SACRO MONTE CALVARIO” DOMODOSSOLA (VB)

Fin dal lontano 1657 il Sacro Monte Calvario di Domodossola è stato un luogo di pace e di preghiera. Dal 1828, con la venuta di Antonio Rosmini, divenne la culla dell'Istituto della Carità (Padri Rosminiani) da lui fondato. Dal 1976 questo luogo di meditazione è diventato un’oasi per l'ospitalità di quanti desiderano nella pace e nel silenzio incontrare Dio.

Qui ha sede anche il Noviziato Rosminiano che, nella splendida cornice delle montagne che circondano il Sacro Monte e i suoi luoghi di fede e devozione, trova il luogo ideale per ospitare una sessione di I° e II° livello del Corso di Cetra per la Liturgia, ormai giunto alla sua 25^ stagione estiva.

Il corso, denominato "Psallite Sapienter", si tiene ogni estate in molte le regioni italiane ed è espressamente indirizzato ai membri delle congregazioni monastiche e degli istituti religiosi, ma anche a tutti quei laici che si dedicano all'animazione musicale delle assemblee liturgiche parrocchiali e dei movimenti ecclesiali.

Il corso è residenziale e si svolge su 4 giorni consecutivi interi (orario delle lezioni: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18). Non sono ammessi allievi uditori e non ospitati presso la struttura, ad eccezione dei residenti a Domodossola e dintorni. Questa sessione del corso prevede lezioni collettive ed individuali che prenderanno in esame soprattutto le pratiche dell'accompagnamento, con particolare riferimento alla liturgia delle ore e alla salmodia.

I° CORSO PER ALLIEVI PRINCIPIANTI

Per partecipare al corso di I° Livello non sono necessarie specifiche competenze in ambito musicale e/o liturgico. Da vent’anni inoltre, per un più efficace successo formativo, è stato attivato per quanti sono completamente privi di qualsiasi cognizione musicale anche un corso introduttivo di teoria e armonizzazione del canto dato, funzionali all’apprendimento dell’accompagnamento della Liturgia delle Ore con la cetra. Tale corso, tenuto dal M° Massimo Encidi, prevede l’acquisizione delle competenze di teoria e armonia di base tali da rendere il corsista abile all’accompagnamento della Liturgia delle Ore, ma è aperto anche a chi intende approfondire le proprie nozioni di armonia modale e tonale. Tutti i corsisti accompagneranno la liturgia vespertina con la comunità ospitante. Il possesso dello strumento è requisito preferenziale, ma non indispensabile, essendo stato istituito un servizio gratuito di noleggio strumento.

PROGRAMMA I° CORSO

Il corso si sviluppa secondo due modalità di insegnamento:

LEZIONI COLLETTIVE di teoria musicale e di storia e teoria dello strumento, che fanno riferimento all’apprendimento delle nozioni di base utili all’accompagnamento liturgico e alla conoscenza dello strumento.

LEZIONI INDIVIDUALI o per gruppi omogenei, nelle quali vengono riprese le nozioni teoriche, corredate da esercizi e laboratori di accompagnamento finalizzati all’analisi delle varie pratiche esecutorie (accompagnamento del canto solista e comunitario).

II° CORSO PER ALLIEVI AVANZATI

Verrà attivato anche un Corso di II° Livello per allievi già esperti che intendono perfezionare il repertorio per la Celebrazione Eucaristica. Il II° Corso di Cetra per la Liturgia si rivolge ad allievi che hanno già effettuato studi musicali professionali o hanno già frequentato il I° corso. E’ pensato per quanti intendono usare la cetra non solo per l'accompagnamento della Liturgia delle Ore, ma per eseguire brani di repertorio, adatti all'accompagnamento della Celebrazione Eucaristica. Comprende lezioni teoriche collettive e lezioni di strumento individuali, sia al mattino che al pomeriggio.

Il corso teorico verterà sugli argomenti tralasciati o solo accennati nel I° corso, quali la notazione mensurale, la scrittura polifonica su due pentagrammi, ecc. mentre la parte strumentale affronterà quegli aspetti tecnici più avanzati necessari ad una buona esecuzione. Il possesso dello strumento è requisito preferenziale nella precedenza di iscrizione, ma non indispensabile, essendo stato istituito un servizio gratuito di noleggio strumento.

PROGRAMMA II° CORSO

Il corso si sviluppa secondo due modalità di insegnamento:

LEZIONI COLLETTIVE sulla notazione mensurale e la scrittura polifonica su due pentagrammi oltre a molti altri argomenti che saranno valutati e proposti dal docente a partire dalle esigenze dei vari partecipanti alla sessione.

LEZIONI INDIVIDUALI o per gruppi omogenei sulla tecnica cetristica. Saranno analizzati e studiati brani tratti dal repertorio originale o in trascrizione indicati per le varie parti del Comune della Messa (Introito, Gloria, Salmo responsoriale, Alleluja, Sanctus, Communio).

COME ISCRIVERSI

Al fine di garantire l'alto profilo tecnico delle lezioni individuali il numero massimo di partecipanti è fissato a 15. Occorre pertanto iscriversi al Corso con largo anticipo telefonando al numero verde gratuito 800.820.796 per verificare che siano rimasti posti liberi. Una volta verificata la presenza di posti a disposizione è possibile procedere all’iscrizione compilando il modulo di iscrizione

RECAPITI PER L'OSPITALITÀ

Il Centro di Spiritualità Rosminiana “Sacro Monte Calvario” (Borgata Sacro Monte Calvario, 8) di Domodossola offre ospitalità in pensione completa ai partecipanti del Corso di Cetra. Non sono ammesse partecipazioni parziali o non residenziali. Per prenotare il soggiorno: Tel. 320 3385351 oppure 0324 242010. e-mail: rettorecalvario@hotmail.com


 

Il rettore del Sacro Monte, don Michele Botto su Rosmini: “L’attualità del suo messaggio è che anche oggi è possibile diventare Santi”

 

Il 20 febbraio in città si ricorda l'anniversario dell’arrivo di Antonio Rosmini al Calvario nel 1828 e l’attualità del messaggio del Beato Rosmini, secondo il rettore del Sacro Monte di Domodossola, don Michele Botto, è quello che è possibile anche oggi diventare Santi.

“Possiamo pensare che grazie agli amici Rosmini abbia scelto questo luogo come luogo per la Santità - spiega don Botto - ; lui è arrivato qui prete in ricerca e ha ricercato quel grande ideale che anche monsignor Roberto Farinella, nella celebrazione della Festa della Cella il 19 febbraio, ha sottolineato: 'siate perfetti, siate santi’ . Spesso pensiamo alla Santità come a qualcosa di lontano di irraggiungibile, però possiamo pensare come ci insegna Papa Francesco che la Santità è qualcosa che riguarda il quotidiano e quindi Rosmini ci può dire questo: che ancora oggi si può diventare Santi. Il padre fondatore ha proprio tracciato questo bellissimo progetto con la Carità Universale, dove tutti possono essere coinvolti”.

La beatificazione a Novara nel 2007 ha aperto la strada ad Antonio Rosmini alla canonizzazione, ovvero alla dichiarazione di santità. Perché si arrivi alla canonizzazione, ossia affinché possa essere dichiarato Santo, si deve attribuire al Beato l'intercessione efficace in un secondo miracolo avvenuto successivamente alla beatificazione. Sulla canonizzazione don Botto spiega: “Aspettiamo, ci sono momenti in cui sembra aprirsi qualche porta, altri momenti sembra che ci siano dei blocchi. Però penso, non perché io sia rosminiano, che guardare a Rosmini, alla capacità che ha avuto di ritirarsi, di soffrire, sia per la chiesa sia per il mondo un esempio di Santità. Se poi la Chiesa lo riconosce acquista sicuramente maggior valore ”.

Dopo la festa della Cella, il Santuario del Santissimo Crocifisso, con la Quaresima e la settimana Santa, diventa una meta di fede e luogo particolarmente adatto per la riflessione proposta dalla diocesi per la Quaresima che ha come tema “Ai piedi della croce le parole dell’amore più grande”. Al Calvario il 26 febbraio alle 15 si terrà la via Crucis vicariale e alle 16.30 sarà celebrata la messa nel Santuario del Santissimo Crocifisso.

Ossola News



Morto padre Umberto Muratore: per 37 anni ha guidato il Centro studi rosminiani di Stresa


Aveva 80 anni e ha dedicato la sua vita allo studio del pensiero di Rosmini

E’morto alla soglia degli 80 anni il rosminiano padre Umberto Muratore, una degli studiosi più rappresentativi del pensiero del beato Antonio Rosmini. Per 37 anni è stato il direttore del Centro internazionale di studi Rosminiani di Stresa, incarico che aveva lasciato all’inizio di settembre. Era originario di Acquaro (Vibo Valentia) ed era laureato in filosofia. In anni recenti all’attività di studioso ha affiancato quella di divulgatore con programmi a Radio Maria.

«Posso dire di essere fortunata di aver avuto l'opportunità di approfondire la conoscenza di questo grande uomo in questi due anni da sindaco – lo ricorda in un post il primo cittadino Marcella Severino -, era una persona che affascinava per la sua grande conoscenza dell'essere umano. Un dialogo con lui lasciava era sempre motivo di crescita spirituale. Lo incontravo durante le sue passeggiate sul lungolago, solo e assorto nei suoi pensieri».

La Stampa

Sacro Monte Calvario di Domodossola per un turismo religioso e culturale di qualità

 

(Fonte: dalla pagina Facebook del Rettore)

IL Sacro Monte del nostro territorio, Patrimonio Mondiale dell’Umanità, rappresentano un grande valore artistico, culturale e spirituale per l’intera comunità.

Il complesso del Sacro Monte Calvario di Domodossola – con le sue 15 cappelle dedicate alla Passione di Cristo - si erge sullo storico Colle di Mattarella che sovrasta il capoluogo ossolano. Non perdetevi la possibilità di trascorrere giorni di quiete e silenzio tra fede, natura ed arte: l’ospitalità è offerta tutto l’anno dalla Casa di Ospitalità Religiosa del Sacro Monte Calvario.

Ossola News

Pranzi e Cene alla Casa di Ospitalità Sacro Monte Calvario di Domodossola dei Padri Rosminiani

Per gli ospiti che soggiornano nella nostra Casa di Ospitalità, durante la permanenza,  è servita la gustosa pizza preparata dagli addetti alla cucina. E' possibile per particolari esigenze prenotare pranzi e cene al ristorante della Casa di ospitalità Rosminiana per gruppi, singoli e famiglie.
Per informazioni.: Tel.: + 39 0324 - 24 20 10

PSALLITE SAPIENTER CORSO DI CETRA PER LA LITURGIA al Sacro Monte Calvario di Domodossola 3-6 Luglio 2022

Fin dal lontano 1657 il Sacro Monte Calvario di Domodossola è stato un luogo di pace e di preghiera. Dal 1828, con la venuta di Antonio Rosmini, divenne la culla dell'Istituto della Carità (Padri Rosminiani) da lui fondato. Dal 1976 questo luogo di meditazione è diventato un’oasi per l'ospitalità di quanti desiderano nella pace e nel silenzio incontrare Dio.

Qui ha sede anche il Noviziato Rosminiano che, nella splendida cornice delle montagne che circondano il Sacro Monte e i suoi luoghi di fede e devozione, trova il luogo ideale per ospitare una sessione di I° e II° livello del Corso di Cetra per la Liturgia, ormai giunto alla sua 25^ stagione estiva.

Il corso, denominato "Psallite Sapienter", si tiene ogni estate in molte le regioni italiane ed è espressamente indirizzato ai membri delle congregazioni monastiche e degli istituti religiosi, ma anche a tutti quei laici che si dedicano all'animazione musicale delle assemblee liturgiche parrocchiali e dei movimenti ecclesiali.

Il corso è residenziale e si svolge su 4 giorni consecutivi interi (orario delle lezioni: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18). Non sono ammessi allievi uditori e non ospitati presso la struttura, ad eccezione dei residenti a Domodossola e dintorni. Questa sessione del corso prevede lezioni collettive ed individuali che prenderanno in esame soprattutto le pratiche dell'accompagnamento, con particolare riferimento alla liturgia delle ore e alla salmodia.

I° CORSO PER ALLIEVI PRINCIPIANTI

Per partecipare al corso di I° Livello non sono necessarie specifiche competenze in ambito musicale e/o liturgico. Da vent’anni inoltre, per un più efficace successo formativo, è stato attivato per quanti sono completamente privi di qualsiasi cognizione musicale anche un corso introduttivo di teoria e armonizzazione del canto dato, funzionali all’apprendimento dell’accompagnamento della Liturgia delle Ore con la cetra. Tale corso, tenuto dal M° Massimo Encidi, prevede l’acquisizione delle competenze di teoria e armonia di base tali da rendere il corsista abile all’accompagnamento della Liturgia delle Ore, ma è aperto anche a chi intende approfondire le proprie nozioni di armonia modale e tonale. Tutti i corsisti accompagneranno la liturgia vespertina con la comunità ospitante. Il possesso dello strumento è requisito preferenziale, ma non indispensabile, essendo stato istituito un servizio gratuito di noleggio strumento.

PROGRAMMA I° CORSO

Il corso si sviluppa secondo due modalità di insegnamento:

LEZIONI COLLETTIVE di teoria musicale e di storia e teoria dello strumento, che fanno riferimento all’apprendimento delle nozioni di base utili all’accompagnamento liturgico e alla conoscenza dello strumento.

LEZIONI INDIVIDUALI o per gruppi omogenei, nelle quali vengono riprese le nozioni teoriche, corredate da esercizi e laboratori di accompagnamento finalizzati all’analisi delle varie pratiche esecutorie (accompagnamento del canto solista e comunitario).

II° CORSO PER ALLIEVI AVANZATI

Verrà attivato anche un Corso di II° Livello per allievi già esperti che intendono perfezionare il repertorio per la Celebrazione Eucaristica. Il II° Corso di Cetra per la Liturgia si rivolge ad allievi che hanno già effettuato studi musicali professionali o hanno già frequentato il I° corso. E’ pensato per quanti intendono usare la cetra non solo per l'accompagnamento della Liturgia delle Ore, ma per eseguire brani di repertorio, adatti all'accompagnamento della Celebrazione Eucaristica. Comprende lezioni teoriche collettive e lezioni di strumento individuali, sia al mattino che al pomeriggio.

Il corso teorico verterà sugli argomenti tralasciati o solo accennati nel I° corso, quali la notazione mensurale, la scrittura polifonica su due pentagrammi, ecc. mentre la parte strumentale affronterà quegli aspetti tecnici più avanzati necessari ad una buona esecuzione. Il possesso dello strumento è requisito preferenziale nella precedenza di iscrizione, ma non indispensabile, essendo stato istituito un servizio gratuito di noleggio strumento.

PROGRAMMA II° CORSO

Il corso si sviluppa secondo due modalità di insegnamento:

LEZIONI COLLETTIVE sulla notazione mensurale e la scrittura polifonica su due pentagrammi oltre a molti altri argomenti che saranno valutati e proposti dal docente a partire dalle esigenze dei vari partecipanti alla sessione.

LEZIONI INDIVIDUALI o per gruppi omogenei sulla tecnica cetristica. Saranno analizzati e studiati brani tratti dal repertorio originale o in trascrizione indicati per le varie parti del Comune della Messa (Introito, Gloria, Salmo responsoriale, Alleluja, Sanctus, Communio).

COME ISCRIVERSI

Al fine di garantire l'alto profilo tecnico delle lezioni individuali il numero massimo di partecipanti è fissato a 15. Occorre pertanto iscriversi al Corso con largo anticipo telefonando al numero verde gratuito 800.820.796 per verificare che siano rimasti posti liberi. 

RECAPITI PER L'OSPITALITÀ

Il Centro di Spiritualità Rosminiana “Sacro Monte Calvario” (Borgata Sacro Monte Calvario, 8) di Domodossola offre ospitalità in pensione completa ai partecipanti del Corso di Cetra. Non sono ammesse partecipazioni parziali o non residenziali. Per prenotare il soggiorno: Tel. 320 3385351 oppure 0324 242010. e-mail: rettorecalvario@hotmail.com