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Si è spento nel Signore il padre Michele Botto Steglia

 "Vieni servo buono e fedele..."

Questa notte si è spento nel Signore il padre Michele Botto Steglia.
Biellese, entrato postulante nei rosminiani nel 2007, era malato da tempo.
Da Settembre era vice rettore del collegio rosmini di Stresa.
È stato prefetto degli scolastici, padre Maestro dei Novizi della provincia italiana, rettore del Sacro Monte Calvario. Il ministero pastorale lo ha caratterizzato negli anni di vicario parrocchiale responsabile dell' oratorio beato rosmini a Milano. A Ottobre 2023 è divenuto parroco a Roma allo Spirito Santo all'Eur, ministero che le condizioni di salute gli hanno impedito di esercitare dopo pochi mesi.
Chiediamo preghiere per il Suo suffragio e per la famiglia, in particolare la mamma e la sorella e i nipoti.
Il Beato Rosmini con gli angeli e Santi lo accompagni all'incontro con il Signore Risorto, Via, Verità e Vita.
Dalla Pagina Facebook dei Rosminiani

“Cattura la natura", un tour per tutta la famiglia nei Giardini Vaticani


Vatican News

Una nuova ed originale proposta dei Musei Vaticani ha preso il via ieri, sabato 13 luglio, e durerà fino a fine ottobre: si tratta di “Cattura la Natura”, il primo tour guidato nei Giardini Vaticani dedicato appositamente ai genitori che desiderano trascorrere due piacevoli ore in compagnia dei loro figli nello splendido scenario naturalistico dei "Giardini del Papa", all’insegna della natura e dell’apprendimento en plein air. Un itinerario originale e stimolante ispirato all’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco per sensibilizzare adulti e bambini sui temi della tutela del Creato e della salvaguardia ambientale. 

Alla scoperta del "polmone verde" dello Stato vaticano

L'iniziativa andrà ad arricchire l’offerta di visite e attività ideate dai Musei Vaticani su misura per le famiglie. Ogni sabato del mese, fino al 26 ottobre, le famiglie saranno condotte da esperti operatori didattici alla scoperta del ”polmone verde” dello Stato Vaticano: le piante del Giardino Biblico, il Bosco, il Giardino Inglese, la Fontana della Zitella, la Casina di Pio IV, la Madonna della Guardia e quella di Fatima, i luoghi prediletti dai Pontefici durante le loro passeggiate, gli stemmi papali, e infine tanti aneddoti e curiosità. A rendere speciale questo percorso tra natura, arte e fede saranno soprattutto i giochi, i laboratori e le esperienze ludiche che animeranno la visita.

La difesa della Casa comune

Tra le attività proposte figurano l’immancabile caccia al tesoro, la creazione di un “capolavoro” vaticano con la tecnica del frottage, la scoperta delle tartarughe, il riconoscimento delle piante menzionate nella Bibbia, il “Wood Wide Web e la Famiglia degli Alberi” e “Spazzatura o Natura?” per apprendere a distinguere i prodotti naturali da quelli sintetici. Una vera e propria esperienza di outdoor education per crescere insieme nella consapevolezza della bellezza e della difesa della Casa comune.

La visita guidata (disponibile sia in lingua italiana che inglese) è pensata per le famiglie con bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni ed è totalmente accessibile anche alle persone con disabilità sensoriali, motorie e intellettive (prenotazione dedicata all’indirizzo mail accessibilita.musei@scv.va). Al termine del tour, e senza nessun costo aggiuntivo, sarà possibile visitare in autonomia i Musei Vaticani.

Manzù e Fontana, un dialogo spirituale


ROMA - La ricerca della dimensione spirituale che ha idealmente accomunato due maestri del '900, Giacomo Manzù e Lucio Fontana, è al centro di una grande mostra allestita dall'8 dicembre al 5 marzo nelle sedi di Castel Sant'Angelo e del Museo Manzù di Ardea (Roma). Esposte quasi 70 opere, provenienti da importanti raccolte pubbliche e private, in grado di restituire il dialogo profondo e vissuto tutto a distanza tra questi protagonisti della scena internazionale, che, ognuno a suo modo, si sono interrogati sulle implicazioni e potenzialità dell'arte sacra con esiti potenti.
Con il titolo 'Manzù. Dialoghi sulla spiritualità, con Lucio Fontana', la rassegna è stata organizzata dal Polo Museale del Lazio con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e in collaborazione con il comune di Ardea e la Fondazione Giacomo Manzù, nonché con l'università la Sapienza, il dipartimento di Architettura e Progetto e lo Csac-Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma. Se la cura scientifica della mostra è di Barbara Cinelli (università di Roma Tre) insieme a Davide Colombo (università di Parma), l'allestimento di indubbia suggestione è di Pisana Posocco e Filippo Lambertucci, con il coordinamento di Sonia Martone (Polo Museale del Lazio). Non era infatti semplice presentare al pubblico sculture, disegni, acquarelli concepiti in solitudine sia da Manzù sia da Fontana, turbati dalla tragedia della guerra e dagli orrori dell'Olocausto, tanto da ricercare, proprio attraverso la spiritualità, la rinascita dell'uomo.
La scelta espositiva è stata quindi quella di mantenere la separazione fisica dei due maestri, ospitando l'opera di Manzù negli spazi di Castel Sant'Angelo, mentre i capolavori di Fontana si possono ammirare nel museo di Ardea, fortemente voluto dallo scultore bergamasco. "Lo scopo - ha spiegato la curatrice intervenendo alla vernice per la stampa - era di dare al pubblico un'immagine della produzione di Manzù fuori dagli stereotipi". Dell'artista, che è soprattutto ricordato per la serie dei celeberrimi 'cardinali' e per la realizzazione (partecipa al concorso nel '49 e la porta a termine nel '64) della Porta della Morte della Basilica di San Pietro, "viene data spesso - ha detto la Cinelli - una lettura in chiave religiosa e autoreferenziale, intesa in modo astorico". Invece Manzù, prosegue la studiosa, approfondisce la sua riflessione fin dal '39, alla vigilia del conflitto mondiale che lo scuote al punto di interrogarsi su quell'assenza di umanità. Perciò approda a un nuovo sentire legato alla passione di Cristo e realizza una serie di formelle che, esposte per la prima volta a Milano nel 1941, destano scandalo per la rappresentazione anti-canonica delle vicende sacre. In questo tentativo di stabilire un dialogo vivo e fruttuoso con l'arte contemporanea (come dimostra la partecipazione al concorso per la porta di San Pietro), la strada di Manzù non è dissimile dalla scelta di Lucio Fontana, che, nello stesso periodo, tenta di rispondere a interrogativi molto simili proponendosi nel 1950 per le porte del Duomo di Milano.
Il Museo di Ardea, rinnovato per l'occasione, riunisce 30 fra sculture e disegni di Lucio Fontana. Significativi, fra gli altri, due bozzetti e una formella per la Porta del Duomo di Milano, dai Musei Vaticani, come pure una serie di altri importanti lavori concessi in prestito dalla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano. Grazie al numero e soprattutto alla qualità, le opere di Fontana stabiliscono dialoghi inediti e fruttuosi con i capolavori della collezione permanente di Manzù.
ansa