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Preghiera. Con le porte aperte e le lampade accese, ecco la prima «Notte dei santuari»

da Avvenire
Porte aperte e lampade accese per la prima edizione della Notte dei santuari. Da questa sera alcuni dei luoghi di culto tra i più raccolti e prediletti del nostro Paese accoglieranno fedeli e visitatori dal tramonto alla mezzanotte, in alcuni casi fino alle prime luci di domenica. Da quelli noti in tutto il mondo come il santuario della Madonna di Pompei, della Vergine nera di Tindari o della Consolata di Torino, fino a quelli che raccontano le radici cristiane di valli e piccoli comuni.
L’appuntamento è una prima assoluta per l’Italia, un incontro tra spiritualità e stupore, con un forte accento sull’esperienza comunitaria e l’accoglienza. La proposta è firmata dall’Ufficio nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei, unitamente al Collegamento nazionale dei santuari Italiani e all’Ufficio nazionale Cei per la pastorale delle vocazioni. Circa un centinaio i santuari aperti, in tutte le regioni.
«Un’occasione per accendere una luce sul forte valore simbolico che i santuari hanno per la comunità cristiana e per l’umanità intera – ha indicato il segretario generale della Cei, monsignor Stefano Russo –. Come ci ha ricordato papa Francesco nella lettera Sanctuarium in Ecclesia “’i santuari in ogni parte del mondo restano segno peculiare della fede semplice e umile dei credenti, che qui sperimentano in modo profondo la vicinanza di Dio, la tenerezza della Vergine Maria e la compagnia dei santi: un’esperienza di vera spiritualità” – ha proseguito Russo –. Nella notte una luce si accende e chiede di essere seguita. Accompagna in un’esperienza significativa del mistero di Dio, che si manifesta come Colui che sempre ama e perdona. Nonostante la crisi di fede che investe il mondo contemporaneo, questi luoghi vengono ancora percepiti come spazi sacri verso cui andare pellegrini, per trovare un momento di sosta, di silenzio e di contemplazione nella vita spesso frenetica, con la nostalgia di Dio. La Notte dei santuari sia un incontro con le domande dell’uomo, per portare a tutti il Vangelo della gioia, e per la Chiesa un’opportunità per riscoprirsi santuario abitato da Dio in cui Egli compie ancora meraviglie».
Il team organizzatore, a partire dal tema “Come se vedessero l’invisibile”, ha previsto linee guida che troveranno declinazioni molteplici: dall’adorazione eucaristica alle confessioni, dalle visite teologico-artistiche a preghiere per le vocazioni, fino a veglie notturneanimate da giovani, musicisti, corali e biblisti. In comune, la consegna della luce ai fedeli alla fine di ogni percorso.
«Scopriremo di essere attesi in luoghi che Dio stesso si è scelto, manifestandosi con speciali grazie –- ha indicato don Gionatan De Marco, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale del tempo libero, turismo e sport – per attraversare il buio come anticamera di una nascita, del momento in cui si verrà alla luce».
L’evento è un unicum europeo, tanto più rilevante perché il turismo religioso nel nostro Paese vale oltre 6 milioni di presenze (per il 60% stranieri). In Francia a fine ottobre scorso, nella notte del cambio dell’ora legale le 17 “città-santuario” dell’Esagono (tra cui Lourdes e Lisieux) organizzarono “La 25ª ora”, ma fu evento più limitato. Sullo sfondo la crescente attenzione della Chiesa europea verso la valorizzazione della religiosità popolare e la fede che nasce dall’incontro. Tanto più in luoghidove si intrecciano memoria, devozione e profezia. 

MEDITAZIONE E SILENZIO, L'ESTATE IN CONVENTO PER CHI FUGGE DALLO STRESS. Al Sacro Monte Calvario di Domodossola

A spingerli è il desiderio di fuggire dallo stress, dal traffico, dai rumori del mondo, e di immergersi in ambienti fatti di meditazione e silenzio, spesso incorniciati da veri paradisi naturali. E sono sempre più i vacanzieri che scelgono di trascorrere i loro periodi di relax nei luoghi storicamente deputati all'isolamento e alla ricerca spirituale: monasteri, conventi, eremi, abbazie e santuari, che non esitano ad aprire le loro porte agli ospiti esterni.
Da un capo all'altro d'Italia, numerose sono le abbazie che offrono soggiorni magari un po' spartani - ma non sempre -, intrisi di rigenerante tranquillità e pace, in cui volendo, senza obblighi, si può partecipare alle attività liturgiche e di approfondimento organizzate dai monaci. Un modo per vivere giornate dai tempi dilatati, a debita distanza dalla frenesia del quotidiano, immaginando il modo in cui gli antichi eremiti trascorrevano le loro ore scandite dalla preghiera e dal lavoro.

Il Sacro Monte Calvario di Domodossola con la Casa di Ospitalità Religiosa gestita dai Padri Rosminiani offre ospitalità dal 1 Marzo 2019 al 31 Ottobre 2019.

Estate: fuga dallo stress. Il Sacro Monte Calvario di Domodossola pronto all'accoglienza


Sono professionisti, giovani ma più spesso adulti, in genere italiani ma anche stranieri, più frequentemente maschi, in vacanza da soli, meno in gruppi. Il più delle volte già orientati verso la fede, e tuttavia non di rado anche non credenti o lontani da Dio. Di sicuro, in fuga dallo stress, dall'iperconnettività di smartphone e pc, dai tempi alienanti della vita in città che spingono a ricercare esperienze spirituale forti. E' questo, a sentire i gestori del Sacro Monte Calvario di Domodossola (i Padri Rosminaini), l'identikit dei sempre più numerosi utenti che la scorsa estate 2018 hanno deciso di varcare le porte della casa di ospitalità religiosa. 

Il Centro di Spiritualità del Sacro Monte Calvario si presta  anche per l'estate 2019 particolarmente per accoglienza di gruppi che intendano vivere giornate di spiritualità, ritiri spirituali di fine settimana, corsi di esercizi spirituali e periodi di riposo e raccoglimento spirituale.



Recettività 
- ospitalità: 60 posti letto in camere con servizi: triple, doppie e singole;
- convegni nella sala Bozzetti da 100 posti;
- ritiri ed esercizi spirituali anche per più gruppi contemporaneamente;
- rimessa auto in parcheggio interrato per 50 posti auto;
- mostre ed esposizioni nella sala Gaddo; brevi filmati documentari nella sala multimediale Clemente Rebora.

Alla scoperta del Sacro monte Calvario di Domodossola con le giornate di primavera del Fai


















La giornata di primavera del Fai
È stato il Sacro monte Calvario di Domodossola, sito patrimonio Unesco, il luogo prescelto dal Fai del Vco per le «Giornate di primavera». Il weekend è stato caratterizzato da visite guidate al santuario, alle stazioni della Via Crucis, al parco di Mattarella. Foto Alberto Lorenzina 
FONTE: La Stampa

Per le Giornate Fai di Primavera visita “aperta” al Sacro Monte Calvario

Risultati immagini per fai giornate primavera 2019
Presentata all'ex cappella Mellerio la 27° edizione delle giornate Fai di Primavera da parte della delegazione del Vco, che prevede l'apertura alla visita a cura dei volontari Fai del Sacro Monte Calvario il 23 e il 24 marzo. L'iniziativa è stata illustrata dalla capo Delegazione del Fai del Vco Silvia Ruggeri. Alla presentazione sono intervenuti inoltre il presidente della Provincia Arturo Lincio, la presidente dell'ente di gestione dei Sacri Monti Renata Lodari, il presidente del Distretto Turistico dei Laghi e dei monti Oreste Pastore, il consigliere degli Enti di gestione dei Sacri Monti Maurizio De Paoli, l'assessore del comune di Domodossola Antonella Ferrari, l'esponente del Consorzio per il recupero delle Cappelle dei Sacri Monti Mariuccia Viarana.

Il Calvario di Domodossola si inserisce tra i Sacri Monti di Piemonte e Lombardia Patrimonio dell'Umanità Unesco. “Nella provincia siamo presenti da circa 20 anni – ha spiegato Silvia Ruggeri - e abbiamo fatto conoscere più di 200 siti. Il turismo culturale sta prendendo sempre più piede. Nel Vco ci sono 74 comuni, per il censimento dei luoghi del cuore ben 66 hanno fornito le segnalazioni. Abbiamo i fari accesi sul territorio. Grazie al suggerimento del giornalista De Paoli quest'anno per le giornate Fai la scelta è caduta sul Sacro Monte Calvario. Lo scorso anno la visita è stata aperta al Grand Hotel des Ile Borromees”. Al termine della presentazione sono intervenuti il preside dell'Istituto Rosmini Carlo Teruzzi e alcune studentesse che guideranno i visitatori al Calvario. Le visite saranno possibili sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17. 30 (ultimo ingresso 16:30) . Domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18 (ultimo ingresso 17:00).
Il Calvario di Domodossola si inserisce tra i Sacri Monti di Piemonte e Lombardia Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Le visite saranno a cura di apprendisti ciceroni dell'Istituto Antonio Rosmini i quali forniranno informazioni sulla Via Crucis sul Colle di Mattarella, su Kaspar Stockalper, sul Santuario del SS. Crocifisso, sul filosofo sacerdote e beato Antonio Rosmini che nel 1828 diede nuovo impulso alla spiritualità del Calvario con l’edificazione della Casa Madre dell'Istituto della Carità, di cui i Padri Rosminiani sono ancora custodi. Saranno possibili le visite ai Giardini al Castello di Mattarella al Refettorio e alla cella del Beato Rosmini. Il rettore del Santuario don Pierluigi Giroli sabato alle 11 e alle 15 e domenica alle 11 terrà una riflessione su “Il pellegrinaggio come itinerario di vita nel Santuario del Santissimo Crocifisso”. Sabato alle 15 e domenica alle 11 e alle 15 verranno suonate le campane tibetane. Domenica alle 18.15. verrà proposto un concerto a cura della Cappella Musicale del Sacro Monte.
ossolanews.it

Ospitalità Sacro Monte Calvario Domodossola


La Casa del Sacro Monte Calvario è un luogo ideale per organizzare ritiri, esercizi spirituali, incontri di gruppo, vacanze e fine settimana di condivisione, corsi biblici, meditazioni, discernimento, presentazioni, convegni, concerti musicali, incontri e vacanze studio. Durante la permanenza al Sacro Monte Calvario è possibile sperimentare la pace e silenzio di un luogo completamente immerso nella natura e tranquillità, circondato da un ampio giardino realizzato sui resti di un antico castello medievale. La casa dispone di quattro aree notte distinte e gestibili in modo indipendente. Sono presenti camere singole e doppie, tutte dotate di bagno interno con acqua calda, doccia, sanitari.

Sacro Monte Calvario di Domodossola Un luogo per giorni da ricordare
Immerso nella quiete delle Alpi, nel cuore dell’Ossola, il Sacro Monte Calvario è un’oasi di pace e spiritualità che sa offrire esperienze uniche. Qui il Beato Antonio Rosmini fondò l’Istituto della Carità il 20 febbraio 1828. A renderlo una meta speciale ci sono la Via Crucis che attraverso le sue splendide Cappelle collega Domodossola al Calvario, il Santuario SS Crocifisso, gli Oratori, il Convento dei Padri Rosminiani, i giardini del Belvedere, il Castello medioevale di Mattarella. Dal 2003 è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’UNESCO. Convento Padri Rosminiani: Nel cuore del Sacro Monte, il Convento dispone di camere munite di servizi privati, dove è possibile soggiornare con trattamento B&B, mezza pensione o pensione completa.

Ospitalità
Nel cuore del Sacro Monte, il Convento dispone di camere munite di servizi privati, dove è possibile soggiornare con trattamento B&B, mezza pensione o pensione completa. La struttura è disponibile per: - ritiri ed esercizi spirituali per singoli e gruppi, anche più gruppi contemporaneamente; - convegni nella sala conferenze “Bozzetti” da 100 posti con filodiffusione e proiettore; - ospitalità per un totale di 60 posti letto (camere triple, doppie e singole) - mostre ed esposizioni presso la sala “Gaddo”, con impianto di filodiffusione; Disponibile parcheggio interrato per 50 posti.Per famiglie, parrocchie, scuole, gruppi numerosi e simili è possibile accordarsi su soluzioni particolari a seconda delle esigenze, con la possibilità di alloggiare anche presso il Collegio Rosmini in Domodossola.

Servizi
Bagno/doccia in camera, accesso per disabili, ascensori, sala lettura, sala televisione, cappelle, salone conferenze per 100 posti, refettorio.

Eventi
Durante tutto l’anno vengono organizzati eventi, mostre e manifestazioni di vario genere e alcuni appuntamenti stagionali fissi.

Attività
È possibile partecipare a visite guidate per meglio apprezzare fede, natura, arte e storia. Per i ragazzi delle scuole e dei centri estivi c’è inoltre la possibilità di svolgere attività didattiche. Oltre ad essere un luogo adatto a chiunque voglia passare momenti di pace e serenità spirituale, il Sacro Monte è ideale anche per escursionisti e sportivi, grazie alla presenza dei numerosi sentieri percorribili in tutte le stagioni e alla vicinanza della moderna stazione sciistica di Domobianca. Il Sacro Monte, con la sua strategica posizione sul colle che domina Domodossola, offre il punto di partenza per visitare la città, le splendide vallate dell’Ossola e gli scenari incantevoli dei laghi Maggiore, d’Orta e di Mergozzo.

Come raggiungerci
A piedi: dalla Stazione di Domodossola seguendo le indicazioni lungo le principali vie cittadine. In treno: dall’Italia con le linee provenienti da Milano e Novara, dalla Svizzera con la linea proveniente da Briga (Sempione), oppure con la ferrovia Vigezzina proveniente da Locarno. In auto: da Milano autostrade A8 e A26, oppure da Genova autostrada A26. Proseguire poi sulla superstrada per il Sempione fino all’uscita di Domodossola e seguire le indicazioni.

Via Crucis Quaresima 2019 al Sacro Monte Calvario dal 10 Marzo al 14 Aprile Domenica ore 15

Via Crucis 2019 al Sacro Monte Calvario


I Quaresima 10 Marzo
Gruppo Comunità Pastorale Maria Madre della Chiesa (Daverio - Varese)

II Quaresima 17 Marzo
Forze dell’Ordine (Finanza, Carabinieri, Polizia ecc.)

III Quaresima 24 Marzo
Suore Rosminiane INTRA

IV Quaresima 31 Marzo
Decanato S. Romano

V Quaresima 7 Aprile
Vicariato Ossola

Palme 14 Aprile

Parrocchia Calice

Per tutto il tempo di Quaresima,
ogni domenica,
alle h. 15.00
si può partecipare alla solenne Via Crucis 
che si svolge lungo la Via delle Cappelle.

Progetto per rilanciare l'area del Sacro Monte Calvario di Domodossola

Il sogno di Domodossola è rifare via Rosmini, l’area attorno al santuario della Madonna della Neve e pedonalizzare l’accesso al Sacro monte Calvario: un obiettivo ambizioso che si punta a realizzare partecipando al bando emblematico della Fondazione Cariplo. Accanto però al possibile stanziamento,c’è un progetto più ampio di rilancio dell’area del Sacro monte che vede impegnata una molteplicità di enti, oltre al Comune.
Tra i punti salienti ci sono la ristrutturazione della seconda cappella e il recupero dell’edificio dell’ex circolo ai piedi della mulattiera. Il Comune ha trovato l’accordo con l’Ente dei Sacri monti, i Rosminiani, la Soprintendenza e la parrocchia dei Santi Gervaso e Protaso. «Da tempo sentivamo anche noi l’esigenza di recuperare la parte iniziale della Via Crucis - afferma la presidente dell’ente Renata Lodari -. Le prime cappelle ai piedi della mulattiera si trovano tra le case e in un tratto dove passano le auto: questo ha sempre creato confusione ai pellegrini e ai visitatori che arrivano. Gli stessi funzionari Unesco quando fecero il sopralluogo evidenziarono questo problema».
Edificio ceduto al Comune
Se la prima sfida è rendere più «ordinata» la viabilità nel tratto iniziale, proprio nel piazzale prima della mulattiera tornerà a vivere l’ex circolo chiuso da oltre dieci anni, dopo essere stato per quasi un secolo un punto di ritrovo molto frequentato. L’ente dei Sacri monti lo cederà a titolo gratuito (il suo valore è di 250 mila euro più altri 99 mila per il terreno), al Comune con il vincolo di destinarlo a uso di pubblica utilità per i prossimi 50 anni: sarà poi l’amministrazione a valutare come trasformarlo; tra le ipotesi di recupero quello di realizzare un ostello o in un centro visite del sito Unesco. Gli interventi riguarderanno anche le stazioni della Via Crucis. Oltre a portare a termine il restauro della cappella V, già è stato concluso il recupero degli esterni, l’Ente impegnerà 526 mila euro per recuperare la Cappella II dell’Imposizione della croce.
«Un progetto in collaborazione con la Soprintendenza e realizzabile con fondi del ministero per i Beni e le Attività culturali - afferma Lodari -. Quando ho visto l’interno è stata una scoperta per la bellezza artistica, le opere sono state realizzare da Dionigi Bussola, lo stesso che realizzò il crocifisso del santuario». Il Comune si impegnerà a gestire l’impianto di illuminazione esterna degli edifici e delle cappelle, progetterà l’illuminazione dell’itinerario basso che ancora manca e prenderà la gestione del parcheggio coperto al Sacro monte.
fonte: La Stampa

Concerto per Flauto e pianoforte al Sacro Monte Calvario Domenica 25 Novembre 2018 ore 18

Domenica 25 novembre 2018 dalle ore 18:00 presso la sala Bozzetti al Sacro Monte Calvario di Domodossola Organizzato da Cappella Musicale del S. Monte Calvario per la Stagione Concertistica 2018 Concerto di Marco Rainelli: Flauto,  Ester Snider: pianoforte.

La Casa del Sacro Monte Calvario è un luogo ideale per organizzare ritiri, esercizi spirituali, incontri di gruppo, vacanze e fine settimana di condivisione, corsi biblici, meditazioni, discernimento, presentazioni, convegni, concerti musicali, incontri e vacanze studio


Durante la permanenza al Sacro Monte Calvario è possibile sperimentare la pace e silenzio di un luogo completamente immerso nella natura e tranquillità, circondato da un ampio giardino realizzato sui resti di un antico castello medievale.
La casa dispone di quattro aree notte distinte e gestibili in modo indipendente. Sono presenti camere singole e doppie, tutte dotate di bagno interno con acqua calda, doccia, sanitari.

Il Sacro Monte Calvario di Domodossola vi aspetta per un soggiorno di qualche giorno, di una giornata o per una visita di qualche ora.


Recettività 
- ospitalità: 60 posti letto in camere con servizi: triple, doppie e singole;
- convegni nella sala Bozzetti da 100 posti;
- ritiri ed esercizi spirituali anche per più gruppi contemporaneamente;
- rimessa auto in parcheggio interrato per 50 posti auto;
- mostre ed esposizioni nella sala Gaddo; brevi filmati documentari nella sala multimediale Clemente Rebora.

L’accoglienza dei gruppi rimane sospesa nel periodo invernale dal 1 novembre al 15 febbraio


Come raggiungerci
In treno, con i treni provenienti da Milano, da Novara, da Briga (Sempione), da Locarno (Vigezzina).

In auto: A9 e A26, continuare lungo la superstrada fino all'uscita di Domodossola, seguendo poi le indicazioni stradali.

Contatti
Centro di Spiritualità Rosminiana 
Tel. 0324 242010


Ospitalità Religiosa


Nella fedeltà alla tradizione Rosminiana, anche oggi la comunità del Calvario accoglie quanti – uomini e donne, laici e religiosi, singoli, famiglie e gruppi… – vogliano condividere qualche momento della sua esperienza umana e spirituale, nella ricerca dell’incontro con Dio e con gli uomini e le donne del nostro tempo. La Comunità apre le sue porte a credenti e non credenti, desiderosi di confrontarsi e di ospitarsi reciprocamente nel rispetto delle propri cammini personali.
Le modalità di accoglienza presenti al Sacro Monte Calvario di Domodossola possono essere varie:
  • periodi di condivisione dei ritmi della vita religiosa, con la possibilità di partecipare alla preghiera liturgica ed, eventualmente, di colloqui personali;
  • accoglienza nei tempi di Quaresima, Pasqua, Avvento e Natale per momenti di ritiro e di preghiera;
  • proposte spirituali e culturali;
  • accoglienza di gruppi autogestiti (parrocchie, associazioni religiose e laiche, scout, convegni a carattere culturale, gruppi di meditazione ecc...).
A tutti coloro che vorranno farci visita e condividere, nell’arricchimento reciproco, la perenne novità che nasce dall’ascolto, dall’incontro, dalla preghiera… la comunità rivolge il suo più cordiale benvenuto.
- Accoglienza Calvario Domodossola

Antonio Rosmini / La volontà di Dio attraverso le circostanze

Antonio Rosmini era conosciuto per essere uno degli ingegni più fervidi della Chiesa del suo tempo. Anche se vide messo all’Indice il suo libro Delle cinque piaghe della Santa Chiesa, ebbe la stima dei papi dell’epoca e di santi come don Bosco. La sua religiosità si esprimeva nel lasciare a Dio di indicare la Sua volontà attraverso le circostanze esteriori esaminate al lume della ragione e della fede


di Giovanni Ricciardi - in 30giorni.it

«Se Ella pensa di cominciare con una piccola cosa e lasciare tutto il resto al Signore noi approviamo e siamo ben contenti che Ella faccia». A queste parole del papa Pio VIII, Antonio Rosmini capì che l’idea da lui concepita di fondare una nuova congregazione religiosa era davvero volontà di Dio. Siamo nel maggio 1829. Rosmini aveva allora 32 anni, otto di sacerdozio, e già era conosciuto come uno degli ingegni più fervidi della Chiesa del tempo. Era stato introdotto negli ambienti intellettuali di quella Milano che fu la culla del Romanticismo italiano. Aveva incontrato e frequentato Niccolò Tommaseo e Alessandro Manzoni. Aveva ottenuto la stima e l’affetto di Maddalena di Canossa, fondatrice delle Figlie della Carità, recentemente canonizzata (1988). Tutti vedevano in lui uno spirito straordinario, lo esortavano a mettere in opera grandi progetti. E lui aveva riflettuto, pregato, immaginato per tanto tempo. Ma solo dopo quell’udienza gli fu chiaro che doveva incominciare davvero. 
Era nato il 24 marzo del 1797, secondogenito di Piermodesto Rosmini Serbati, patrizio del Sacro Romano Impero, e di Giovanna, dei conti Formenti di Biacesa sul Garda. Nobiltà d’antico lignaggio. Ingegno, propensione agli studi filosofici, una giovinezza permeata di una cultura aperta a una dimensione europea. Ma il giovane Antonio, deludendo le aspettative dei genitori, aveva deciso di farsi sacerdote. Frequentò teologia a Padova, dove insegnava il futuro papa Gregorio XVI che approverà, nel 1838, la regola del suo Istituto. Dopo l’ordinazione, un giovane prete di quella levatura sociale e intellettuale avrebbe potuto aspirare a una brillante carriera ecclesiastica, magari accademica. Ma percepiva il pericolo di questa posizione. «Proprio questo suo tendere e darsi così agli interessi culturali» scrive Remo Bessero Belti, biografo di Rosmini, «poteva essere una “tentazione” per il giovane Rosmini […] il pericolo della “superbia”, non della carne ma dello spirito. Dio lo preservò da questo, dobbiamo proprio dire. Ce lo fa pensare una sua annotazione del 1813, veramente straordinaria per un giovane di 16 anni: “1813. Quest’anno fu per me anno di grazia: Iddio mi aperse gli occhi su molte cose e conobbi che non vi era altra sapienza che in Dio”» (R. Bessero Belti, Antonio Rosmini. Profilo biografico, Domodossola 1997, p. 5). 
I primi anni del suo ministero a Rovereto (Trento) erano stati un periodo di raccoglimento, dedicati alla preghiera e allo studio. Iniziava però a raccogliere intorno a sé alcuni sacerdoti per tenere loro delle letture della Summa theologica di san Tommaso. «In quel clima storico e culturale era un fatto quasi inconcepibile, un ritorno alla grande tradizione della Chiesa» spiega monsignor Clemente Riva, rosminiano e studioso di Rosmini, già vescovo ausiliare di Roma. 
Poi, l’invito a dar vita a un istituto religioso. È proprio Maddalena di Canossa a proporlo a Rosmini, esortandolo a fondare il ramo maschile delle sue Figlie della Carità. Rosmini ringrazia, riflette, ma non passa all’opera. Sono gli anni in cui matura in lui un desiderio vivissimo di corrispondere alla volontà di Dio senza metterci nulla di suo, lasciando a Lui l’iniziativa. Lo chiamerà Dio, se vuole, quando vuole. Prende forma, nella spiritualità di Rosmini, il cosiddetto “principio di passività”. «Quanto al resto» così lo spiega il Belti «studio, attività, lavoro, condizione di vita, non sceglierà da sé, non sceglierà questa o quella condizione di vita, questa o quella attività, e neppure un’opera di carità piuttosto che un’altra: lascerà a Dio di indicargliela attraverso le circostanze esteriori “esaminate al lume della ragione e della fede”» (op. cit., p. 6). È Dio che agisce, insomma. 
Nel 1827 a Milano conosce un giovane sacerdote francese, Giovanni Battista Loewenbruck, «robusto, biondo, vivace, con sul corpo i segni delle dure battaglie, anche cruente, in favore degli operai parigini, sfruttati ed abbrutiti, che egli istruiva, confortava ed aiutava, appoggiandone i diritti». E attraverso questo incontro capisce che è il momento di chiedere a Dio che cosa vuole da lui. Gli viene indicato un santuario, vicino Domodossola (Verbania), il Sacro Monte Calvario, e i due si ripromettono di trascorrervi insieme la Quaresima del 1828, in ritiro e preghiera. Ma il Loewenbruck lo raggiungerà lassù solo dopo Pasqua. In quei mesi, nella solitudine, Rosmini getta le fondamenta del suo Istituto. Per il momento, da solo. Più tardi raccoglierà intorno a sé i primi compagni e le prime critiche per quella scelta che lo “escludeva” dal ritorno nella buona società e nei salotti milanesi. «Gli amici rimpiangono il bene che avrebbe potuto fare in mezzo al mondo col suo impegno e fascino spirituale. Qualcuno dice anche che è “impazzito” ed egli risponde: “Se questa è pazzia sono contento di esserlo per Cristo”» (P. Rinaldo Nave, Profilo biografico di Antonio Rosmini, Rovereto 1996, pag. 15). 
Poi, il viaggio a Roma, il colloquio col Papa, l’approvazione verbale, l’invito ad andare avanti senza però rinunciare agli studi filosofici. Anzi, questa è per Pio VIII ancora la sua prima missione: «È volontà di Dio che Ella si occupi nello scriver libri. Tale è la sua vocazione. La Chiesa al presente ha gran bisogno di scrittori, dico di scrittori solidi, di cui abbiamo somma scarsezza. Per influire utilmente sugli uomini non rimane oggi altro mezzo che quello di prenderli con la ragione e per mezzo di questa condurli alla religione. Si tenga certo che Ella potrà arrecare un vantaggio assai maggiore al prossimo occupandosi nello scrivere che non esercitando qualunque opera del sacro ministero». 
Rosmini ubbidirà entusiasta mentre si dedica a porre le fondamenta dell’Istituto della Carità. Non immagina che proprio quello “scriver libri” raccomandatogli da un papa sarebbe stato l’origine del suo calvario, in vita e post mortem, per gli attacchi che gli verranno lanciati da allora in poi, specie da dentro la Chiesa. 
Una prima difficoltà nasce al momento dell’approvazione delle Costituzioni. I problemi che iniziava ad avere con il governo austriaco lo portarono a definire il voto di povertà per i membri del suo Istituto come puro distacco spirituale dai beni. A fronte di ciò, Rosmini prevedeva che i suoi discepoli potessero possedere beni e case anche a titolo personale. Il suo timore era che, in tempi di persecuzione, i governi avrebbero potuto confiscare i beni ecclesiastici. Aveva visto giusto, intuendo “profeticamente” quello che sarebbe accaduto in Italia pochi decenni più tardi. I Rosminiani costituivano una libera associazione di cittadini che mantenevano tutti i loro diritti, compreso quello di possedere: di fatto, proprietari delle case e dei collegi erano i singoli religiosi che, alla morte, lasciavano per testamento i loro beni a un confratello. Questo schema, approvato con difficoltà a Roma, servirà poi ad altri istituti per fondarsi e sussistere anche dopo la legge Rattazzi sul sequestro dei beni della Chiesa in Italia. Ad esso si ispirò anche don Bosco per i suoi Salesiani. Don Bosco, dopo aver conosciuto Rosmini, dirà di lui: «Non ricordo di aver visto un prete dire la Messa con tanta devozione e pietà come il Rosmini. Si vedeva che aveva una fede vivissima, da cui proveniva la sua carità, la sua dolcezza, la sua modestia e gravità esteriore». 
Nel frattempo il suo Istituto si diffonde prima in Inghilterra e poi in Irlanda. Un giovane scozzese, William Lockhart, amico e discepolo prediletto di John Henry Newman, capo del movimento di Oxford (movimento religioso che aveva lo scopo di promuovere il riavvicinamento dell’anglicanesimo alla Chiesa cattolica), incontrando i Padri Rosminiani si convertì al cattolicesimo. Newman ne rimase molto colpito, così come quando Lockhart gli fece leggere le Massime di perfezione cristiana, il testo chiave della spiritualità rosminiana. Così Rosmini, pur se indirettamente, ebbe un ruolo nella conversione di Newman, anche se i due non si conobbero mai personalmente. 
Rosmini continua dunque a scrivere, pubblicando nel 1839 il Trattato della coscienza morale. È quest’ultima opera a dare occasione alla prima polemica sulle sue dottrine. Esce a ruota un libello anonimo a firma di un non meglio identificato “Eusebio Cristiano”, che accusa Rosmini in un modo che più tardi Pio IX definirà «vile, basso, triviale, senza segno di carità». Rosmini si decide a rispondere di persona; teme di non essere stato chiaro nell’esposizione delle sue dottrine. Ma si accorgerà subito che la questione non era “scientifica”, e da allora in poi non risponderà più. 
La polemica s’infiamma e i Gesuiti si schierano decisamente contro Rosmini, tanto che nel 1843 Gregorio XVI interviene sul caso imponendo il silenzio tanto a Rosmini quanto al superiore generale della Compagnia di Gesù. Ma le cose non finiscono lì. Rosmini accetta e continua la sua opera di scrittore. In quegli anni confida in una lettera ad un amico: «Quanto a quello che dite dei feroci morsi che mi danno molti, è a ringraziare il Signore, non punto a sgomentarsene. Il Signore lo permette, e non possono trapassare la linea che Egli ha loro prescritta; e questa linea la disegna la sua sapienza infinita, la sua infinita bontà. Di questo sì vi prego, che mi abbiate presente innanzi all’altare del Signore, ottenendomi da lui la grazia di non offenderlo, né dando così altrui giusta cagione di rampogna. Quando Iddio mi facesse questa sola grazia nella sua immensa misericordia, confido che l’anima mia altro sentimento non proverebbe che di allegrezza per quanto avviene e fanno gli uomini». La pubblicazione del suo famoso saggio Delle cinque piaghe della Santa Chiesa è di poco precedente una delicata missione diplomatica che Carlo Alberto gli affida presso Pio IX, su consiglio di Gioberti, nell’aprile del 1848. Gli attacchi contro di lui si stanno di nuovo moltiplicando. Ciononostante Pio IX lo accoglie con affetto e gli preannunzia il cardinalato. Sarebbe stato nel concistoro del dicembre di quello stesso anno. Ma l’Austria è contraria e Rosmini è sempre più criticato. Del cardinalato non si farà nulla. A Rosmini viene negata la possibilità di incontrare nuovamente il Papa, le udienze gli vengono rinviate con ogni sorta di pretesto. «E intanto» scrive Belti «le ombre sulle sue dottrine si addensano sempre di più. Pio IX si mostra gravemente preoccupato: nell’aprile 1849 scrive a Rosmini: “Con paterno affetto la esortiamo a riflettere sopra le opere da lei stampate, per modificarle, o correggerle, o ritrattarle”» (op. cit., p. 17). Rosmini è «nelle più fitte tenebre» come scriverà egli stesso. Invia subito una lettera al Papa: «Beatissimo Padre, io bramo modificare tutto ciò che ci fosse da modificare nelle mie opere, di correggere tutto ciò che ci fosse da correggere, di ritrattare tutto ciò che ci fosse da ritrattare […]. Io voglio appoggiarmi in tutto sull’autorità della Chiesa, e voglio che tutto il mondo sappia che a questa sola autorità io aderisco, che mi compiaccio delle verità da essa insegnatemi, che mi glorio di ritrattare gli errori in cui potessi essere incorso alle infallibili sue decisioni». Se questa lettera, consegnata alla nunziatura di Napoli, sia mai giunta nelle mani di Pio IX, non è dato sapere. Rimase tuttavia senza risposta. A giugno di quello stesso anno Delle cinque piaghe della Santa Chiesa è messo all’Indice. 
Gli ultimi anni Rosmini li dedica soprattutto alla cura e alla promozione della sua Congregazione, che vorrebbe tenere lontana dagli attacchi alla sua persona. È la sofferenza che più lo angustia: «D’una sola cosa» scriverà «ho qualche pena, ed è il vedere quale grave danno soffra l’Istituto della Carità dall’avere un capo che così fu trattato, e che tuttora è tenuto sotto un processo di cui parla tutto il mondo, che lo copre d’una nube di sospetti, e che, a quanto mi si scrive, non si pensa punto di risolvere con celerità, anzi di tener sospeso e protrarre indefinitamente. Ma Iddio conosce i tempi e i momenti e perciò non finirò mai di benedirlo anche di questo». 
Ma le accuse e i libelli anonimi continueranno ininterrotti fino alla sua morte, nonostante il Sant’Uffizio finisca per assolvere pienamente Rosmini nel 1854, con una formula su cui i suoi avversari giocheranno per portare Rosmini alla condanna post obitum delle famose “quaranta proposizioni” nel 1888. «La dichiarazione» spiega monsignor Riva «diceva: dimittantur opera omnia Antonii Rosmini, cioè: si lascino libere queste opere d’esser pubblicate e studiate. Il che non vuol dire che siano infallibili, ma che sono senza pericoli per la dottrina della fede. Successivamente invece, quella corrente che era ostile a Rosmini ha continuato a osteggiare il suo pensiero, fino ad arrivare ad interpretare questo dimittantur come un “non vogliamo prendere nessuna decisione in merito al pensiero di Rosmini”». 
«Dal timore di essere umiliato, liberami o Gesù», recita un’antica preghiera monastica. Questo fu per Rosmini letteralmente vero. Le sue parole del 1852 non lasciano adito a dubbi: «Il pensiero che tutto ciò che accade è volontà di Dio, è così dolce che basta da sé solo a renderci pienamente tranquilli e contenti […]. Io non posso finire di ringraziare il Signore, che fa intendere questa consolantissima verità; e mi sento così felice della mia umiliazione, che non vorrei uscirne, se non fosse per uniformarmi di nuovo al divino volere». 
Quando, nel 1855, Manzoni giunge a Stresa (Verbania) al capezzale dell’amico ormai vicino alla morte, mormora tra le lacrime: «Speriamo che il Signore la voglia conservare ancora tra noi, e darle tempo di condurre a termine tante belle opere che ha cominciate, la sua presenza tra noi è troppo necessaria». E Rosmini risponde: «No, no, nessuno è necessario a Dio: le opere che Egli ha cominciate, Egli le finirà con quei mezzi che ha nelle mani, che sono moltissimi, e sono un abisso al quale noi possiamo solo affacciarci per adorare. Quanto a me, sono del tutto inutile, temo anzi di essere dannoso; e questo timore, non solo mi fa essere rassegnato alla morte, ma me la fa desiderare». 
Morì il 1 luglio del 1855. Come gli aveva detto Pio VIII, dopo aver cominciato con “una piccola cosa”, aveva imparato a lasciare tutto il resto al Signore. 


Proposte di ospitalità al Sacro Monte Calvario di Domodossola


Nella fedeltà alla tradizione Rosminiana, anche oggi la comunità del Calvario accoglie quanti – uomini e donne, laici e religiosi, singoli, famiglie e gruppi… – vogliano condividere qualche momento della sua esperienza umana e spirituale, nella ricerca dell’incontro con Dio e con gli uomini e le donne del nostro tempo. La Comunità, nella Casa di Ospitalità Religiosa, apre le sue porte a credenti e non credenti, desiderosi di confrontarsi e di ospitarsi reciprocamente nel rispetto delle propri cammini personali.

Le modalità di accoglienza presenti al Sacro Monte Calvario di Domodossola possono essere varie:
  • periodi di condivisione dei ritmi della vita religiosa, con la possibilità di partecipare alla preghiera liturgica ed, eventualmente, di colloqui personali;
  • accoglienza nei tempi di Quaresima, Pasqua, Avvento e Natale per momenti di ritiro e di preghiera;
  • proposte spirituali e culturali;
  • accoglienza di gruppi autogestiti (parrocchie, associazioni religiose e laiche, scout, convegni a carattere culturale, gruppi di meditazione ecc...).
A tutti coloro che vorranno farci visita e condividere, nell’arricchimento reciproco, la perenne novità che nasce dall’ascolto, dall’incontro, dalla preghiera… la comunità rivolge il suo più cordiale benvenuto.

Recettività 
- ospitalità: 60 posti letto in camere con servizi: triple, doppie e singole;
- convegni nella sala Bozzetti da 100 posti;
- ritiri ed esercizi spirituali anche per più gruppi contemporaneamente;
- rimessa auto in parcheggio interrato per 50 posti auto;
- mostre ed esposizioni nella sala Gaddo; brevi filmati documentari nella sala multimediale Clemente Rebora.

L’accoglienza dei gruppi rimane sospesa nel periodo invernale
dal 1 novembre al 15 febbraio

Conventi e Monasteri. L’ospitalità estiva al Sacro Monte Calvario di Domodossola

Incontri, ritiri, corsi di formazione o semplici occasioni per condividere la vita di silenzio e preghiera dei religiosi rosminiani: Domodossola offre una singolare proposta.

«Auguro a tutti che il periodo delle vacanze, che inizia, sia un tempo di riposo e un’occasione per contemplare Dio nel capolavoro del suo creato». Sono le parole rivolte da Papa Francesco ai pellegrini durante l’udienza generale, qualche giorno fa.
Quale luogo migliore, per mettere in pratica questo invito, di monasteri, eremi e conventi? Ambienti in cui fare silenzio e mettersi in ascolto, lontani dallo stress del lavoro, del traffico, dai cellulari. In cui ci viene offerto un soggiorno fatto di tranquillità, serenità, in mezzo alla natura, unito a momenti di preghiera e di riflessione organizzati dai monaci.
In questo senso Domodossola e il Sacro Monte Calvario (Ospitalità Religiosa dei Rosminiani) offrono un luoghio di grande fascino paesaggistico e spirituale, anche nei mesi estivi  aperto a gruppi o singoli. 
Recettività 
- ospitalità: 60 posti letto in camere con servizi: triple, doppie e singole;
- convegni nella sala Bozzetti da 100 posti;
- ritiri ed esercizi spirituali anche per più gruppi contemporaneamente;
- rimessa auto in parcheggio interrato per 50 posti auto;
- mostre ed esposizioni nella sala Gaddo; brevi filmati documentari nella sala multimediale Clemente Rebora.
L’accoglienza dei gruppi rimane sospesa nel periodo invernale
dal 1 novembre al 15 febbraio

La Struttura di Ospitalità Religiosa del Sacro Monte Calvario di Domodossola del Padri Rosminiani



L’estate è in arrivo e per molti è arrivato il momento di pensare alle vacanze. Ma le vacanze non sono tutte uguali: anche prenotando una vacanza si può fare una scelta etica, sociale, di solidarietà. 


La Struttura di Ospitalità Religiosa del Sacro Monte Calvario di Domodossola del Padri Rosminiani

Immersa nella quiete delle Alpi, nel cuore dell’Ossola è un’oasi di pace e spiritualità che sa offrire a quanti lo visitano suggestioni uniche, e che venne addirittura scelto dal Beato Antonio Rosmini per fondare la sua congregazione religiosa.



La Via Crucis, che collega Domodossola al Calvario con le sue splendide Cappelle, il Santuario del Santissimo Crocifisso, gli Oratori, il Convento dei Padri Rosminiani, i giardini del Belvedere, il Castello medioevale di Mattarella ne fanno una meta che sa conquistare chiunque, rivolgendosi al cuore e affascinando persone di tutte le età. Grazie a queste sue bellezze architettoniche e naturalistiche e ai suoi scorci di arte e di storia, nel 2003 è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’UNESCO e viene oggi gestito dalla Regione Piemonte attraverso la Riserva Naturale, istituita nel 1991, che si occupa di tutelare e promuovere il suo immenso valore. 

Accoglienza

Il Centro di Spiritualità del Sacro Monte Calvario si presta particolarmente per accoglienza di gruppi che intendano vivere giornate di spiritualità, ritiri spirituali di fine settimana, corsi di esercizi spirituali e periodi di riposo e raccoglimento spirituale.

Recettività 
- ospitalità: 60 posti letto in camere con servizi: triple, doppie e singole;
- convegni nella sala Bozzetti da 100 posti;
- ritiri ed esercizi spirituali anche per più gruppi contemporaneamente;
- rimessa auto in parcheggio interrato per 50 posti auto;
- mostre ed esposizioni nella sala Gaddo; brevi filmati documentari nella sala multimediale Clemente Rebora.
L’accoglienza dei gruppi rimane sospesa nel 2020 per emergenza sanitaria e  nel periodo invernale
dal 1 novembre al 15 febbraio
Pernottamento: singola € 30 p.p.; doppia € 25  p.p.  
1/2 pensione: singola € 40  p.p.;doppia € 35  p.p.
p. completa: singola € 50  p.p.;doppia € 45  p.p.
Pasti extra: € 15  p.p.
Dotazioni: servizi e doccia in
camera, accesso e camera per
disabili, ascensori, sala lettura,
sala tv, cappelle, refettorio,
ampio parco riservato.



Come raggiungerci


In treno, con i treni provenienti da Milano, da Novara, da Briga (Sempione), da Locarno (Vigezzina).

In auto: A9 e A26, continuare lungo la superstrada fino all'uscita di Domodossola, seguendo poi le indicazioni stradali.

Contatti

Centro di Spiritualità Rosminiana B.ta Sacro Monte Calvario, 8, Domodossola
Tel. 0324 242010
Web blog http://sacromontecalvario.blogspot.it