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Sradicato uno dei grossi alberi nel parco del Sacro Monte Calvario

Il maltempo di questi giorni ha sradicato uno degli antichi alberi nel parco del Sacro Monte Calvario. Il tronco fortunatamente non ha danneggiato nessuna costruzione, ed è stato tagliato per consentire il passaggio.

Oggi Domenica 1 Marzo Via Crucis sospesa

 Il 1 Marzo 2020   I Domenica di Quaresima h. 15.00  la Via Crucis lungo la Via delle Cappelle animata dal Vicariato Ossola è sospesa. 

Programma iniziative FESTA “DELLA CELLA” ANNIVERSARIO DELL’ARRIVO DEL BEATO A. ROSMINI AL SACRO MONTE CALVARIO


SACRO MONTE CALVARIO DI DOMODOSSOLA - PADRI ROSMINIANI
 FESTA “DELLA CELLA”
ANNIVERSARIO DELL’ARRIVO DEL BEATO A. ROSMINI
AL SACRO MONTE CALVARIO
20 FEBBRAIO 1828
 11-22 FEBBRAIO 2020

Martedì 11 febbraio
ore 16.30 - S. MESSA alla Grotta di Lourdes al S. Monte Calvario
Affidamento a Maria della nostra Parrocchia, del nostro Istituto e di tutti i nostri malati (in caso di cattivo tempo la celebrazione sarà nell’Oratorio dell’Addolorata.

Dal 12 al 19 febbraio
ore 16.30 - S. MESSA nell’Oratorio dell’Addolorata
Ogni giorno distingueremo la S. Messa con uno spunto di riflessione sulla spiritualità rosminiana e al termine faremo un momento di preghiera nella “Cella”.

Domenica 16 febbraio
ore 18.00 - CONCERTO “DELLA CELLA” nell'Antico Refettorio della Casa Religiosa

Dal 17 al 21 febbraio
Ritiro spirituale per i giovani Rosminiani della Comunità Formativa aperto a giovani in discernimento. Tema: “I Consigli Evangelici per vivere la pienezza della Carità tra Contemplazione e Missione”. Predica don Filippo Balducci.

Giovedì 20 febbraio
ore 11.00 - S. MESSA al S. Monte Calvario con gli studenti delle Scuole Rosminiane, preceduto da un momento formativo e di testimonianza.

Per tutto il giorno è possibile visitare la “Cella” del Beato A. Rosmini” rivolgendosi alla portineria del convento.

Sabato 22 febbraio

ore 18.00 - S. MESSA SOLENNE nella Chiesa Collegiata di Domodossola. Presiede l'Eucaristia S. Em. Rev.ma il Cardinale Severino Poletto, Arcivescovo Emerito di Torino.

Un libro sul patrimonio Unesco dei Sacri Monti presentato in Vaticano



Il volume “I Sacri Monti. Un patrimonio Unesco tra Piemonte e Lombardia” è stato presentato ufficialmente all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. Il libro, edito da Silvana Editoriale, illustra, attraverso le spettacolari immagini appositamente realizzate da Marco Beck Peccoz, i testi storici di Elena De Filippis e l’autorevole introduzione di Antonio Paolucci, i sette Sacri Monti piemontesi (Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta e Varallo) e i due lombardi (Varese ed Ossuccio).
“I Sacri Monti,  pregevoli esempi di architettura del paesaggio – ha sottolineato l’assessore alla Cultura della Regione Piemonte Vittoria Poggio -, sono sorti sotto la spinta della fede cattolica delle comunità locali e raccolgono, al loro interno, sintesi estremamente significative di aspetti devozionali, artistici, culturali e naturalistici. Essi rappresentano per il Piemonte una rete di 7 complessi monumentali e altrettanti santuari di richiamo ben distribuiti sul territorio, che l’amministrazione considera  come un faro per lo sviluppo e la rivitalizzazione dei territori in chiave culturale e turistica, senza trascurare le comunità locali”.
 “I Sacri Monti. Un patrimonio Unesco tra Piemonte e Lombardia” è indubbiamente una fondamentale iniziativa di promozione della conoscenza di un patrimonio complesso e straordinario che ancora necessita di azioni che lo conducano ad essere anche maggiormente riconosciuto. Oggi – ha concluso l’Assessore – attraverso le immagini fotografiche è possibile raggiungere la finalità di rendere maggiormente riconoscibili i tratti di questi magnifici complessi, assecondando altresì quella che è una caratteristica peculiare del patrimonio dei Sacri Monti, ovvero la capacità di suscitare emozione e intimo coinvolgimento in chi guarda”.
tratto da http://www.piemontetopnews.it 

Le tradizioni della Nonna UL Pan Da Calas (dolce Natalizio)

Domenica 1 Dicembre 2019
Le tradizioni della nonna UL PAN DA CALAS (Dolce Natalizio). Domenica 2 Dicembre 2018 a Domodossola

Programma:
Ore 11 presso la Chiesa di CROSIGGIA SANTA MESSA CON BENEDIZIONE DEL PANE

Ore 13 pranzo presso oratorio Sacro Monte Calvario

Durante la giornata sarà possibile acquistare "ul pan da Calas"

Concerto al Calvario Sabato 19 Ottobre 2019 ore 21

Per i "Concerti d'Autunno 2019" durante la Quattordicesima Assemblea Delegati Sezione Cai area LPV riuniti a Domodossola nel 150 anniversario di fondazione Sezione C.A.I S.E.O. Domodossola Sabato 19 Ottobre alle ore 21 Concerto al Calvario al Santuario del SS. Crocifisso del Convivio Rinascimentale Camerata Strumentale di S. Quirico Manfred Nesti (direttore).

>> Scarica il programma in pdf

Anche il Sacro Monte Calvario di Domodossola su Tv2000 Sabato 5 Ottobre 2019 alle ore 17.30


Da sabato 28 settembre alle ore 17.30 per conoscere più da vicino Orta, Domodossola, Ossuccio, Varallo, Ghiffa, Varese, Oropa e Belmonte

ROMA – Orta, Domodossola, Ossuccio, Varallo, Ghiffa, Varese, Oropa e Belmonte, sono protagonisti su Tv2000 della serie di documentari ‘Sacri Monti’ di Piemonte e Lombardia, dal 2003 patrimonio Unesco dell’umanità. In onda dal 28 settembre il sabato alle ore 17.30.
I Sacri Monti, incantevoli dal punto di vista naturalistico, sono fortemente legati alla devozione popolare e ricchi di testimonianze storiche e artistiche. Nascono tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, con l’idea di creare in Europa percorsi di preghiera alternativi alla Terrasanta, all’epoca inaccessibile per la presenza dei Mori.
I frati minori, custodi del Santo Sepolcro, individuano un modello devozionale per Varallo, disegnato attorno al 1480, per costruirvi una “Nuova Gerusalemme”. Carlo Borromeo, vescovo di Milano, favorisce la creazione di altri Sacri Monti, come concreta espressione di fede e come baluardi contro gli eretici. A quello di Varallo, seguono i Sacri Monti di Crea, Orta, Varese, Oropa, Ossuccio, Ghiffa, Domodossola e Belmonte, oggi legati tra loro dal Devoto Cammino. Un viaggio, assolutamente inedito, alla scoperta di questi luoghi con l’aiuto di storici e archeologi, uomini di fede ed esperti d’arte, botanici e guardaparco.
di Clara Iatosti (giornalista Tv2000), Lucrezia Di Donna, e Armando Lorenzini
Puntata 5 ottobre 2019 ore 17.30
Domodossola
Raggiungiamo il Monte Calvario di Domodossola, già romitorio del filosofo Antonio Rosmini e oggi sede dell’Istituto della Carità, fondato dallo stesso Rosmini nel 1828 e dedicato agli studi rosminiani. Le nostre pellegrine entrano in contatto con il pensiero rosminiano e visitano il Sacro Monte che, partendo dalla città di Domodossola, si sviluppa lungo il percorso della via crucis con l’ascesa al monte, dove sorgono le ultime cappelle e l’istituto.

Opportunità culturale per gli ospiti del Calvario

Avarie


Per il terzo anno torna a Domodossola “Domosofia – Festival delle idee e dei saperi”: 40 appuntamenti con per un totale di 48 ospiti che dal 18 al 23 settembre animeranno il centro storico medioevale della graziosa città situata nell’alto Piemonte e denominata Borgo della Cultura.

Scienziati, studiosi, manager e intellettuali svilupperanno ognuno nella propria disciplina il tema conduttore della passione. E questo sarà fatto alla maniera caratteristica di Domosofia, cioè cercando la contaminazione di pensiero tra personalità attive in mondi diversi e generando così conversazioni assolutamente originali.

Accanto ai dibattiti, le cinque giornate di Domosofia saranno animate da laboratori che coinvolgeranno adulti e bambini.
Tutti gli appuntamenti sono gratuiti e a ingresso libero.
Alle eccellenze enogastronomiche della Val d’Ossola sarà affidato il compito di chiudere la 3° edizione del festival, con una cena di arrivederci lunedì 23 organizzata al Sacro Monte Calvario di Domodossola, patrimonio Unesco.

Domosofia è organizzato dalla Città di Domodossola e dal quotidiano La Stampa, con il sostegno economico di Fondazione Cariplo e di numerosi altri partner pubblici e privati.
48 ospiti

Umanisti, scienziati, giornalisti, scrittori, artisti e manager contribuiranno con momenti di riflessione e approfondimento a leggere il tema da diverse prospettive.
40 appuntamenti

Conferenze, laboratori e incontri con l’autore sul tema della PASSIONE.
Tante proposte per coinvolgere ogni pubblico.
In caso di pioggia gli incontri avranno luogo presso il Teatro Galletti o in Cappella Mellerio

tratto da varesenews e domosofia.it

Turismo “lento”, il Calvario va di corsa...

Prossima fermata… Calvario. Sempre più la Casa di Ospitalità Religiosa dei Padri Rosminiani situata nel cuore della Val d'Ossola  è meta di turisti che qui trovano un territorio ricco di cultura, storia, arte, aree verdi e gastronomia. Si chiama turismo slow. I dati ufficiali regionali relativi all’anno in corso saranno pubblicati agli inizi del 2020, ma ci si appresta a battere il record precedente. Un trend positivo, infatti, sembra premiare il territorio, visitato con grande afflusso anche quest’estate.

Sacro Monte Calvario Domodossola Centro di Spiritualità e Ospitalità Religiosa Rosminiana a Domodossola (VB) per un turismo di qualità

Recettività 
- ospitalità: 55 posti letto circa in camere con servizi: triple, doppie e singole;
- convegni nella sala Bozzetti da 100 posti;
- ritiri ed esercizi spirituali anche per più gruppi contemporaneamente;
- rimessa auto in parcheggio interrato per 50 posti auto;
- mostre ed esposizioni nella sala Gaddo; brevi filmati documentari nella sala multimediale Clemente Rebora.
L’accoglienza dei gruppi rimane sospesa nel periodo invernale
dal 1 novembre al 15 febbraio

Dotazioni:
- servizi e doccia in camera,
- accesso e camera per disabili,
- ascensori, sala lettura,
- sala tv, cappelle, refettorio,
- ampio parco riservato.

La Casa del Sacro Monte Calvario è un luogo ideale per organizzare ritiri, esercizi spirituali, incontri di gruppo, vacanze e fine settimana di condivisione, corsi biblici, meditazioni, discernimento, presentazioni, convegni, concerti musicali, incontri e vacanze studio.

Durante la permanenza al Sacro Monte Calvario è possibile sperimentare la pace e silenzio di un luogo completamente immerso nella natura e tranquillità, circondato da un ampio giardino realizzato sui resti di un antico castello medievale.

La casa dispone di quattro aree notte distinte e gestibili in modo indipendente. Sono presenti camere singole e doppie, tutte dotate di bagno interno con acqua calda, doccia, sanitari.

Il Sacro Monte Calvario di Domodossola vi aspetta per un soggiorno di qualche giorno, di una giornata o per una visita di qualche ora.

Apertura annuale: dal  15 Febbraio al 31 Ottobre

Centro di Spiritualità Rosminiana
Borgata Sacro Monte Calvario, 8
28845 Domodossola (VB)

Al Calvario anche per la cultura. Da Balla e Boccioni all’aeropittura. Il Futurismo a Domodossola

MUSEI CIVICI DI PALAZZO SAN FRANCESCO, DOMODOSSOLA ‒ FINO AL 3 NOVEMBRE 2019. UOMO E PAESAGGIO, VELOCITÀ, AVIAZIONE: UN PERCORSO NEI DECENNI DELL’AVVENTURA FUTURISTA, CHE AFFIANCA I MAESTRI A NOMI MENO NOTI E DIVERSE CURIOSITÀ. CON AFFONDI CHE SI RICOLLEGANO ALLA STORIA LOCALE.
Benedetta Cappa Marinetti, Velocità di motoscafo, 1922. Galleria d'Arte Moderna, Roma
Benedetta Cappa Marinetti, Velocità di motoscafo, 1922. Galleria d'Arte Moderna, Roma


Dal maestoso prefuturismo di Boccioni e Balla alla stagione dell’aeropittura, accostando maestri e nomi meno noti, la mostra dei Musei civici di Palazzo San Francesco ripercorre tutta l’avventura del Futurismo. Tra utopia e disillusione, slanci personali e di regime, le evoluzioni artistiche del movimento vengono messe in relazione con i sommovimenti dell’epoca tramite il filtro della storia locale. Ecco perché la sezione sul volo si apre con il relitto del monoplano con cui Geo Chavez sorvolò nel 1910 il valico del Sempione per atterrare a Domodossola, schiantandosi e morendo nell’impresa. Ed ecco perché di fianco all’intarsio di Depero del 1942 (opera propagandistica sui costumi tradizionali delle regioni d’Italia, realizzata su commissione del regime), sono esposti manichini con abiti della val d’Ossola, realizzati a fine Ottocento.

DALL’INTIMITÀ ALL’ALLEGORIA

Al di là degli spunti di storia locale, la mostra racconta l’avventura futurista nel suo complesso, con buoni prestiti (dal Mart di Rovereto e dalla Gnam di Roma, ad esempio) e un allestimento efficace, per quanto raccolto. “Uomo e paesaggio”, “Velocità e movimento”, “Il volo” sono le ampie aree tematiche scelte. Si parte con le visioni intime di Balla e Boccioni, che valorizzano la dimensione domestica e quella inerente al lavoro. E si entra poi nel Futurismo “conclamato” con opere come i Balfori (1915) di Balla, con il perturbante, luciferino nudo femminile di Dudreville (Senso, 1917-18) e con le ballerine di Baldessari, nelle quali si colgono al meglio le connivenze (formali) tra Futurismo e Cubismo.
Da riscoprire le opere di fine Anni Venti di Fillia, dotate di un tocco surreale; da non mancare le stupende, notturne allegorie del lavoro di Depero (fine Anni Venti-inizio Trenta). Mentre di Balla viene testimoniata anche la curiosa, ridondante fase figurativa degli Anni Trenta.
Pippo Rizzo, Treno notturno in corsa, 1926. Courtesy Archivio Pippo Rizzo, Palermo
Pippo Rizzo, Treno notturno in corsa, 1926. Courtesy Archivio Pippo Rizzo, Palermo

TURBINIO DI FORME

La sezione sulla velocità è ovviamente un turbinio di forme convulse (arrovellate, imbizzarrite, ma maestosamente coerenti e raffinate). Spiccano lavori come Aspirazione(1917) di Dudreville, Forze ascensionali (1919) di Dottori, il denso pseudoastrattismo delleForze della curva (1930) di Tullio Crali, la Velocità di motoscafo (1922) di Benedetto. Da segnalare, poi, la varietà dei Balla presentati, con alcune variazioni poco viste (tra cui iFuturpesci del 1924). Il siciliano Pippo Rizzo è uno degli autori minori che si scoprono o riscoprono con piacere nell’esposizione. E lo stesso accade nell’ultima sezione sul volo e l’aeropittura, dove insieme ai più classici Crali e Dottori si trovano anche le bizzarrie di autori come Bruschetti, Delle Site e Benedetto.
fonte: artribune.com

Domodossola / "Dal Borgo della Cultura al Sacro Monte Calvario patrimonio Unesco"

"Dal Borgo della Cultura al Sacro Monte Calvario patrimonio Unesco" è il progetto emblematico 2018 finanziato da Fondazione Cariplo a Domodossola. Un percorso turistico-culturale che, a partire dalla stazione internazionale porta il fruitore verso il centro storico (il Borgo della Cultura), e quindi verso la chiesa di Madonna della Neve ed il Collegio Rosmini, fino a raggiungere il culmine del Scaro Monte Calvario, patrimonio dell’UNESCO. E’ la valorizzazione sinergica delle peculiarità culturali della città. Sei le azioni contemplate: riqualificazione C.so Paolo Ferraris e Piazza ex Carceri, di Piazza Tibaldi e Via Rosmini, di Largo Madonna della Neve e Via Mattarella, di Via al Calvario, illuminazione pubblica in Via al Calvario, restauro delle facciate della Collegiata dei SS Gervaso e Protaso.
3 milioni e 110 mila euro l'importo totale dei lavori, di 1 milione e 100 mila euro il contributo di Fondazione Cariplo.
domo bandoemblematico

fonte: vco.azzurratv.it

Il turismo religioso al Sacro Monte Calvario di Domodossola: sfide e opportunità


Tra visitatori, pellegrini e appassionati di arte e cultura, un settore ancora in gran parte da esplorare e su cui la Casa di Ospitalità Sacro Monte Calvario di Domodossola  può scommettere per la sua crescita e il suo sviluppo.

Occorre comprendere la nuova esigenza di spiritualità andando oltre le mete devozionali della tradizione. L'offerta può essere ampliata e promossa per favorire nuove opportunità. 

I giovani sono al centro di questo processo. E al Calvario esiste un nutrito gruppo di giovani volontari che potrebbe essere un prezioso potenziale di rinnovamento. 

Le prospettive per i prossimi anni? Molto buone, a patto che si faccia sinergia e si mettano in relazione luoghi e servizi con un marketing in grado di promuovere il nostro patrimonio religioso (Patrimonio Mondiale dell'Umanità Unesco dal 2003) in Italia e sopratutto anche all'estero.
(post a cura di Giuseppe Serrone).
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L'articolo che segue,  tratto da Manager Italia, del professor Alessandro Cugini è una sintesi della relazione "Comunità coese per lo sviluppo dei territori", presentata nel corso dell'ultima edizione di Koinè (Vicenza, 16-18 febbraio), la principale piattaforma europea d´incontro dedicata alla filiera internazionale del settore religioso (dall'arredamento liturgico e i componenti per l'edilizia ai paramenti sacri, dagli articoli religiosi all'editoria, organi e strumenti musicali, servizi, viaggi, pellegrinaggi) ospitata e organizzata da Italian Exhibition Group.

Prima di affrontare il tema degli itinerari religiosi in Italia e valutare le loro prospettive per il futuro, è opportuno porsi una domanda: qual è il rapporto oggi tra giovani, religione e spiritualità? Armando Matteo parlò per primo della "prima generazione incredula” e del difficile rapporto tra i giovani e la fede (Vita e Pensiero, 2009). Iniziarono quindi ricerche quantitative: nel 2013 l’Istituto Toniolo registrò che i giovani under 30 che si dichiaravano credenti nella religione cattolica erano il 55,9%, atei il 15,2%, agnostici il 7,8%, credenti in un’entità superiore il 10%. Solo il 15,4% disse di partecipare a un rito settimanale. L’anno dopo (La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani, 2014) registrò che alla domanda: “Lei crede a qualche tipo di religione o credo filosofico?” la percentuale dei sì era scesa al 52,2%.

Successivamente, iniziarono analisi qualitative: Rita Bichi e Paola Bignardi (A modo mio, giovani e fede in Italia, Vita e Pensiero) rilevarono che “La quasi totalità dei giovani intervistati mostra un atteggiamento positivo nei confronti dell’esperienza di fede. Anche chi dichiara di non essere credente afferma che credere dà speranza, consolazione, aiuto, amore. Se dunque sotto la coltre di superficialità e di indifferenza si riesce a scavare, emerge una sensibilità umana aperta alla trascendenza alla ricerca di Dio. Una ricerca non esplicita, ma nascosta nelle domande di senso, di pienezza, di intensa umanità”. Paolo Squizzato (Dalla cenere la vita - Un percorso di consapevolezza, Paoline) la definisce “termometro di grande sete di spiritualità che nella Chiesa fatica a trovare risposte. Come Chiesa diamo religione, ma c’è un abisso tra religione e spiritualità. Solo nel silenzio, nell'interiorità, riposa Dio”. Alessandro Castegnaro (Giovani in cerca di senso, Qiqajon) registra che tra le due collocazioni estreme (integralisti e atei-agnostici) esiste una vastissima terra di mezzo invisibile. In essa si muovono i nuovi cercatori spirituali, le spiritualità non formali, i partecipanti occasionali agli eventi liturgici, chi partecipa per “imprinting” ai cosiddetti “tempi forti”, quelli che leggono nella natura, nella cultura, nell’arte, nella socializzazione di un percorso fisico (Cammino) un’emozione spirituale.

A ottobre 2018, nel documento finale del sinodo dei vescovi I giovani, la fede e il discernimento vocazionale (§ 49 Spiritualità e religiosità), ritroviamo che “i giovani dichiarano di essere alla ricerca del senso della vita e dimostrano interesse per la spiritualità”. Con un’avvertenza però: “Tale attenzione si configura talora come una ricerca di benessere psicologico più che un’apertura all’incontro con il mistero del Dio vivente. Rimangono vive, però, alcune pratiche consegnate dalla tradizione, come i pellegrinaggi ai santuari, che a volte coinvolgono masse di giovani molto numerose, ed espressioni della pietà popolare, spesso legate alla devozione a Maria e ai Santi, che custodiscono l’esperienza di fede di un popolo”.



L’animazione territoriale per la valorizzazione delle comunità
La premessa iniziale fotografa il sentiment religioso dei giovani in Italia. Ci si può chiedere ora se la valorizzazione e la promozione dei nostri territori, delle nostre aree interne, possa avvenire attraverso la fruizione del patrimonio religioso culturale e materiale per creare nuove opportunità di crescita e di sviluppo culturale, sociale ed economico. La risposta a questa domanda è affermativa, ma ad alcune condizioni. Ricercatori italiani (come Salvio Capasso, SRM 2014) hanno studiato questo fenomeno attraverso un moltiplicatore di presenza che tiene conto della quantità e della qualità del fenomeno turistico di un’area. Il sistema auspicato dovrebbe comporsi di idonei servizi (alloggi, logistica, ristorazione, agenzie di prenotazione, attività culturali, sportive e ricreative) e di offerta innovativa e multidisciplinare. La multidisciplinarietà deve essere l’elemento chiave per avviare un'animazione territoriale basata sullo studio del territorio nelle sue diverse componenti (società e ambiente, attori e risorse, storie e tradizioni, cultura ed arte, spiritualità e pastorale). In questo senso la ricerca dovrà essere sottoposta a esperti di teologia e arte, di pianificazione territoriale e urbanistica, di geografia, di scienze naturali, di storia e filosofia, di psicologia sociale ecc. Ma non basta: serve il consiglio e il consenso della popolazione, spesso aliena dal considerare questo patrimonio una risorsa sociale ed economica. 

Questo tipo di approccio consentirà di “evitare l’errore commesso in passato di imporre dall’alto scelte sul territorio non coinvolgendo i soggetti economici che qui sono già radicati, incentivando quei processi di sviluppo locale che comunque esistono - seppure con regole e modalità proprie - in alcune aree anche del meridione” (Paola De Vivo, FrancoAngeli). In questa ricerca deve essere determinante il ruolo da accordare ai giovani del luogo. Questi possono fornirci la chiave della più opportuna offerta culturale-spirituale locale, magari congiunta con quella naturalistica, ambientale ed enogastronomica. Nella Conferenza internazionale di Cancun, Benedetto XVI rimarcò: “La possibilità che i viaggi ci offrono di ammirare la bellezza dei paesi, delle culture e della natura ci può condurre a Dio”, favorendo l’esperienza della fede, "difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro Autore" (Sap 13,5).

Il turismo spirituale per la coesione sociale di comunità
Partendo da ciò, il sistema potrà contribuire alla nascita di una nuova coesione comunitaria se sarà composto da elementi che turisticamente siano in grado di soddisfare domande di esperienza individuale, di un kairòs (es.: sentiero per meditazione e pellegrinaggio, anche individuale e fuori dagli eventi collettivi); teologicamente siano coerenti con la presenza fisica e pastorale della chiesa locale (es.: illustrazione storica e artistica dei beni culturali ecclesiali locali); organizzativamente creino nuovi servizi (es.: Infopoint) e opportunità di lavoro. Economicamente sia composto da una rete di attori locali che contribuiscano all'equilibrio economico del rapporto entrate/uscite complessivo (es: la rete di servizi accoglienza, alloggio, refezione ecc. dovrà contribuire a finanziare l'ente che realizza il sistema complessivo).

Questi elementi organizzativi non sono facili da comporre: il primo proviene da una domanda emozionale individuale, il secondo da finalità ecclesiali, il terzo dal contesto umano e il quarto è di carattere economico. Vi sono alcuni casi di successo già avviati, altri in fase di avvio: personalmente sto curandone uno nel territorio sorrentino-amalfitano, nel piccolo Comune di Pimonte, che grazie alla sua conformazione montana sta riscoprendo sopite tradizioni di pellegrinaggi verso luoghi sacri e storici, naturalistici e panoramici, per provocare anche emozioni di turismo spirituale. Come scrisse un amico, “l'heritage culturale per una nuova economia della bellezza… è l'unico segmento a concentrarsi sul mood, sul feeling e sul sentiment del viaggiatore contemporaneo" (Federico Massimo Ceschin, Non è petrolio, Claudio Grenzi Editore). Il turismo spirituale, o come lo chiamo io "Religious light tourism" (Cugini, SAF-PFTIM 2019) può aiutare sia giovani alla ricerca di senso della vita attraverso la bellezza sia altri a crearsi un proprio lavoro nel campo della divulgazione spirituale, della guida escursionistica, della ricettività alberghiera o presso altri operatori turistici.

Qualche numero su cui riflettere
La domanda moderna di turismo devozionale si sta trasformando in quella di turismo religioso integrato dalla cultura. Ma è difficile misurare questa trasformazione. Troppo facile dire che è turismo religioso la visita a una delle circa 100mila chiese o a uno dei 1.700 santuari italiani e che il dato annuale di presenze sia di oltre 6 milioni. Anche se rilevassimo questo dato nazionale mediante il computo della ricettività, paradossalmente avremmo difficoltà a capire la motivazione religiosa o meno del viaggio: per gli arrivi dall'estero, tutte le rilevazioni istituzionali, poi, sono generiche (i moduli chiedono solo se "per vacanza" o "per lavoro"). Questa difficoltà mi è confermata dal recentissimo e tradizionale XXII Rapporto sul turismo italiano del Cnr-Iccs, del quale ho assistito alla presentazione nel corso della Bit di Milano, lo scorso febbraio. Esso non include il turismo religioso tra le sue analisi: i settori sono mare, montagna, città d'arte, terme, laghi, crociere, nautica, congressi, enogastronomia e sport. Turista e pellegrino si incontrano qualora l’esperienza del turismo religioso abbini i tratti caratteristici del turismo a quelli della religione, o meglio della spiritualità. È il passaggio dal turismo religioso a turismo spirituale, del quale non esistono né potranno mai esistere rilevazioni, essendo un fenomeno sociale e non economico. Possiamo dire solamente che l'attenzione del turista alla ricerca di senso, all'esperienza, alla fede è in forte incremento: si pensi allo sviluppo negli ultimi anni dei cosiddetti Cammini.

Opportunità e sfide: oltre il cristianesimo
In Italia oggi il turismo religioso è incoming verso le mete devozionali, ma anche outgoing di italiani in Terra Santa, a Lourdes ecc. Noi siamo e restiamo il paese del turismo devozionale cristiano della confessione cattolica. Solo negli ultimi anni si avvertono aperture della Cei sulla trasformazione verso il turismo spirituale. La sfida è dunque quella di offrire un’esperienza spirituale non solo cristiana: dobbiamo impegnarci perché il turismo religioso si rivolga a soddisfare una spiritualità più ampia di quella cristiana che attragga il turismo estero, in gran parte non cattolico. Il turismo religioso che prevedo è “light”, cioè “più ampio e leggero”, accessibile non solo ai credenti di una religione, intesa come forma devozionale tradizionale, ma anche ai non praticanti alcuna religione, a coloro che siano di ogni età, fede o nazionalità, anche al di fuori del cristianesimo, siano desiderosi di una “esperienza di senso”. Il sentimento religioso tratto dall’esperienza spirituale è perfino per l’esistenzialismo - tendenzialmente agnostico - l'unica testimonianza interiore della verità di fede. Su questa prospettiva è chiara la nostra debolezza e impreparazione sul piano della specializzazione: per le guide turistiche adatte a tale nuova esigenza ci sono buone pratiche, come la Scuola Arte e Teologia della Facoltà Teologica di Napoli, che formano queste nuove figure professionali.

Il ruolo del management 
Proprio perché è in atto una trasformazione - non solo per le confessioni cristiane - dal turismo devozionale a quello dei “turisti della fede”, da un punto di vista manageriale occorre comprendere i bisogni della nuova domanda turistica e organizzare nuovi servizi per soddisfarla. C’è chi vuole il silenzio e la meditazione (la risposta sono le vacanze di soggiorno in monasteri, eremi, case d´accoglienza) chi vuole "itinerari spirituali" (l'offerta è dei cammini che prolificano in tutto il territorio nazionale; chi chiede viaggi leisure con motivi culturali accessori (si organizzano pacchetti tailored di arte sacra, bellezza del paesaggio, enogastronomia e natura). 

Il ruolo del management è decisivo perché deve garantire - specie agli stranieri che ci giudicano inflessibilmente - il rapporto qualità/prezzo rispetto ad altri paesi concorrenti che in pochi anni ci hanno sorpassato nelle classifiche mondiali, pur non possedendo il nostro patrimonio storico, artistico, culturale e soprattutto gestire flussi, il marketing territoriale e garantire un approccio strategico diffuso. Se l'obiettivo è mantenere il 5° posto, la valorizzazione del "Religious light tourism" italiano potrà contribuire a conseguirlo integrando l'attuale turismo religioso tradizionale, devozionale, cattolico con altre proposte in linea con la sensibilità contemporanea.

Turismo / Estate al Calvario di Domodossola. La vacanza diventa spirituale

Telefonini spenti, niente computer, niente Facebook solo silenzio. Le vacanze spirituali sono una vera e propria soluzione per riacquistare energie fisiche e mentali. Si tratta di itinerari sempre più richiesti da single, coppie, gruppi religiosi e laici.
Tra i posti più gettonati quest'anno anche la Casa di Ospitalità Religiosa del Sacro Monte Calvario di Domodossola.

Al Calvario per scoprire "che l’essenzialità è la chiave di lettura della vita per acquistare la serenità’'.






Anche la Casa di Ospitalità Religiosa del Sacro Monte Calvario di Domodossola apre le porte a chi vuole scappare dal caos della città




Sempre più spesso i turisti – italiani e non – scelgono di trascorrere le vacanze tra le mura di una abbazia o di un santuario.

Luoghi di silenzio e meditazione, spesso immersi nella natura, accolgono chi vuole rilassarsi scegliendo una meta diversa dalle solite.

La voglia di lasciarsi alle spalle il traffico e lo stress spinge tanti italiani a cercare relax in questi posti insoliti, che, da sempre dediti all’accoglienza, non esitano a ospitare i vacanzieri.

Non è obbligatorio partecipare alle liturgie che scandiscono le giornate di chi questi luoghi sacri li abita 356 giorni l’anno.

Il Sacro Monte Calvario di Domodossola luogo per maturare la fede e riscoprire la spiritualità

La Casa di Ospitalità Religiosa dei Rosminiani al Sacro Monte Calvario di Domodossola luogo per maturare nell'esperienza di fede. 

Raccontare il territorio italiano e il nostro patrimonio artistico". "E' il modo migliore per scoprire le province più nascoste o meno conosciute, che è un po' la nostra ossessione", spiega il direttore relazioni esterne di Atlantia e Autostrade per l'Italia, Francesco Delzio, fondamentale, "in questo momento in cui grandi città d'arte come Roma o Firenze e Venezia sono sature di turisti. L'unicità dell'Italia, invece, è proprio avere un diffusissimo patrimonio artistico, culturale, enogastronomico". 
"Camminare fa bene a molte cose - incalza Vergassola - Si ragiona con la testa, ogni tanto il cellulare non prende, sia ammirano bellezze. Non dico che si veda la luce ma qualcosa su intuisce". E se "l'Autostrada del Sole segnò l'unità del Paese - ricorda monsignor Dario Viganò - qui si vede il rovescio della medaglia, con l'unità che non sta nell'omologazione, ma nelle differenze del territorio. L'esperienza di fede poi è sempre un andare, con una tenda leggera, e mai un radicarsi".

tratto da Ansa