Inaugurato a Stresa il XX Corso dei Simposi Rosminiani

stresa simposi rosminiani
Al via il 20 Agosto 2019 a Stresa il XX Corso dei Simposi Rosminiani. Legge, coscienza e libertà, questo il tema generale sul quale si confronteranno al Collegio Rosmini decine di filosofi, teologi, giuristi provenienti dall’Italia e da diverse parti del mondo. A organizzare l’incontro, con appuntamenti fino alla mattinata del 23 agosto, è il Centro Internazionale di Studi Rosminiani in collaborazione con la Conferenza Episcopale Italiana.
I Simposi Rosminiani, fondati nel 1967 dal pensatore Michele Federico Sciacca come Cattedra Rosmini e dal 2000 proseguiti col nuovo nome, vedono ogni anno affluire nella città di Stresa professori affermati e giovani studenti, al fine di approfondire temi di scottante attualità. <Il tema di quest’anno - scrive padre Umberto Muratore, direttore del Centro Rosminiano - si propone lo scopo di offrire un contributo alla riaffermazione di valori interiori che oggi rischiano di permanere in un cono d’ombra. Il corso è strutturato in relazioni, seguite da dibattiti che desiderano essere ampi e aperti a tutti i partecipanti>.
Nutrito e qualificato il numero dei relatori: Vincenzo Buonomo (prolusione), Diego Fusaro, Carlo Carena, Flavio Felice, Matteo Nacci, Giuseppe Pulcinelli, Paolo Pagani, Alfonso Amarante, Francesco Coccopalmerio (cardinale), Pierluigi Valenza. Aprirà e chiuderà il corso Umberto Muratore.
La partecipazione al Corso è libera e aperta a tutti. Se ne raccomanda l’iscrizione. Verranno stampati gli Atti.
Per informazioni: tel. 0323-30091; simposi.rosminiani@rosmini.it ; sito web: www.rosmini.it

vcoazzurratv.it


La responsabilità, i limiti del potere e la lezione di Rosmini



Lo “spirito d'intelligenza”, di ispirazione rosminiana, assume i caratteri del criterio adottabile in ogni campo di azione dell'uomo, ovverosia, quale principio universale dell'agire umano. È questa la sfida fondamentale con la quale si apre il XX corso dei Simposi Rosminiani di Stresa (20-23 agosto 2019), quest'anno dedicato al tema “Legge, coscienza e libertà”, curato dal Centro Internazionale di Studi Rosminiani, diretto da Padre Umberto Muratore, e dalla Conferenza Episcopale Italiana. Tanti sono i temi proposti dal ricco programma e, come da consuetudine pluridecennale, si spazia dalla filosofia alla teologia, dal diritto all'economia e dalla politologia alla sociologia. La pluralità disciplinare delle relazioni è tenuta insieme da una ben determinata prospettiva antropologica che, alla decostruzione giuridica del concetto di persona, risponde con la visione unitaria e personalista di Antonio Rosmini, secondo il quale la persona umana è il “diritto sussistente”. A tal proposito, data la vastità e la ricchezza della proposta avanzata dagli organizzatori del simposio, mi limiterò a evidenziare un aspetto dell'opera rosminiana che ritengo importante, sia in termini di nuda e cruda attualità politica, sia in termini di eredità che Rosmini ha fornito al deposito della cultura politica del nostro Paese. Mi riferisco all'interpretazione, dapprima rosminiana e, in seguito, assunta convintamente da Luigi Sturzo, della politica come “limite al potere”. È questa, come ci ha insegnato, tra gli altri, Giovanni Sartori, la cifra della tradizione liberaldemocratica. PUBBLICITÀ inRead invented by Teads Quanto affetto Sturzo nutrisse per Rosmini e quanto fosse addolorato per la vicenda che vide il roveretano messo all'indice e perseguitato dalle gerarchie, mosse dai soliti “guardiani dell'ortodossia neotomista”, si comprende dal brano che segue, in cui il sacerdote siciliano, durante gli anni dell'esilio (1924-1946), auspica persino che il condannato Rosmini sia elevato agli onori degli altari. Scrive Sturzo: «Io prego tanto il vostro venerato fondatore ogni giorno che mi conceda di vedere l'Italia ritornata libera, senza la tirannia fascista. Lo prego per la conversione di un mio amico, e per la conversione di un professore che non conosco personalmente ma che apprezzo e stimo per diverse ragioni. Come lo vorrei sugli altari il vostro Rosmini: mi darà il Signore questa consolazione prima di morire?»; la consolazione Sturzo l'avrà, poiché Rosmini varrà proclamato beato il 18 novembre del 2007. Un tratto che esprime la prossimità dei due pensatori, al di là delle rispettive elaborazioni teoriche nel campo della teoria politica, credo risieda nel rapporto con la modernità e con le sue espressioni culturali; un rapporto ispirato all'analisi critica, senza ricorrere alle scorciatoie della scomunica e della censura, ma illuminata dalla sete cristiana di comprendere tutto ciò che è umano; perché nulla di umano ci è alieno: Scrive a tal proposito Rosmini: «sono persuaso nello stesso tempo che per gli ingegni forti e che non punto vacillano nella fede riesca a vantaggio incredibile la letture delle opere di Kant, Fichte, Schelling ed Hegel; innalzano veramente lo spirito». Come ha avuto modo di osservare Mario D'Addio, Rosmini insegnò a Sturzo che bisognava rigettare ogni possibile tentazione di negare legittimità all'avversario politico, ricorrendo all'argomento della persecuzione religiosa, alla condanna di eresia, alla censura nei confronti della società moderna. Al contrario, proprio in sintonia con il metodo rosminiano, si sarebbero dovute incrementare le ragioni del dialogo e della cooperazione tra la Chiesa e il mondo e così promuovere un profondo rinnovamento della cultura cattolica, posta di fronte alle sfide di una società in profonda trasformazione. Credo che buona parte del pensiero politico sturziano: la sua visione dinamica della società e l'affermazione della “lotta come il principio del progresso sociale”, la sua idea di popolo, declinata al plurale, di autorità politica, riducibile alla coscienza individuale che non lascia residui a favore di alcuna entità collettiva, e di democrazia, come governo delle opinioni sotto il diritto, rappresenti uno dei lasciti più preziosi di Rosmini. 

ilsole24ore

Iniziativa Culturale Simposi Rosminiani 2019. Parteciperanno anche alcuni Ospiti del Calvario

I “Simposi Rosminiani” si propongono di passare ad una nuova fase, vale a dire di offrire a quelli che Rosmini chiama “amici della verità” e promotori di “carità intellettuale” un luogo, in cui poter approfondire, in piena libertà di spirito e con rispetto delle diversità, la soluzione dei problemi urgenti che si affacciano sul terzo millennio.

I “Simposi Rosminiani” si svolgeranno a Stresa dal 20 al 23 agosto. Nascono nell'anno 2000 come continuazione della “Cattedra Rosmini”, la quale, fondata da Michele Federico Sciacca nel 1967, ha svolto brillantemente il compito affidatole di riportare la voce di Rosmini nel dialogo intellettuale del pensiero contemporaneo.

Il comitato scientifico del ventesimo corso costituito da: Dario Antiseri, Giuseppe Lorizio, Luciano Malusa, Francesco Mercadante, Francesco Miano e Umberto Muratore, ha scelto di argomentare quest’anno su Legge, coscienza e libertà. Teologia, filosofia e diritto a confronto. Con il proposito di offrire un contributo alla riaffermazione di alcuni valori interiori che oggi rischiano di finire in un cono d’ombra. Il corso è strutturato in relazioni, seguite da dibattiti, che desiderano essere ampi e aperti a tutti i partecipanti. La partecipazione ai lavori è libera e gratuita. Atti del corso verranno pubblicati nella collana rosminiana “Antonio Rosmini: maestro per il terzo millennio. - Studi” di bookon-demand. Se ne raccomanda la prenotazione presso le Edizioni Rosminiane. Enti sostenitori: Conferenza Episcopale Italiana; Fondazione CRT; Fondazione Comunitaria del VCO; Fondazione Cattolica Assicurazioni; Financial Advisor Pastore-Stresa; Fondazione Popolare di Novara e Comune di Stresa. 
Risultati immagini per simposi rosminiani



Programma

Ventesimo corso dei “Simposi Rosminiani”
(20-23 agosto 2019) 
Sala Clemente Rebora, Collegio Rosmini, 
via per Binda, 47 - Stresa (Vb)

Legge, coscienza e libertà. Teologia, filosofia e diritto a confronto

Martedì 20 agosto
Ore 16.00 Saluto delle Autorità

Ore 16.30 Umberto Muratore (Direttore Centro Internazionale Studi Rosminiani)
(Introduzione)
Ore 17.00 VINCENZO BUONOMO (Rettore della Pontificia Università Lateranense) (Prolusione)
L’umanità e il suo diritto:le odierne sfide al diritto internazionale
Ore 18.00 Dibattito

Mercoledì 21 agosto
Ore 9.00 DIEGO FUSARO (Docente presso l’Istituto Alti studi strategici e politici Milano) 
Il nomos dell’etica contro l’anomia dell’economico
Ore 10.00 CARLO CARENA (Critico letterario)
Socrate e le Leggi
Ore 11.00 Dibattito
Ore 15.30 FLAVIO FELICE (Ordinario di storia delle dottrine politiche all’Università del Molise)
Il limite del potere: popolo, autorità e democrazia
Ore 16.30 MATTEO NACCI (Pontificia Università Lateranense)
Storia del diritto e cultura giuridica: l’esempio offerto dalla scienza canonistica del Novecento
Ore 17.30 Dibattito
Ore 21.00 Concerto nel giardino di Villa Ducale
(Centro Internazionale di Studi Rosminiani)

Giovedì 22 agosto
Ore 9.00 GIUSEPPE PULCINELLI (Pontificio Università Lateranense )
Legge, coscienza e libertà in san Paolo
Ore 10.00 Paolo Pagani (Docente di Filosofia morale a Venezia)
Note su Rosmini e il formalismo giuridico
Ore 11.00 Dibattito
Ore 15.30 ALFONSO AMARANTE (Preside dell’Accademia Alfonsiana)
La proposta morale alfonsiana. La circolarità tra coscienza e legge
Ore 16.30 FRANCESCO COCCOPALMERIO (Presidente del Pontificio Consiglio dei Testi Legislativi)
La persona come diritto sussistente
Ore 17.30 Dibattito
Ore 21.00 Villa Ducale: riunione Comitato scientifico e dell’Edizione Critica

Venerdì 23 agosto
Ore 9.00 PIERLUIGI VALENZA (Università Sapienza di Roma)
Dalla “conscientia” al “Super-io”: la coscienza morale tra teologia, morale e psicologia
Ore 10.00 UMBERTO MURATORE (Direttore Centro Internazionale di Studi Rosminiani)
Lettura odierna del rosminiano “risentimento giuridico”
Ore 11.00 Dibattito e conclusioni

Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa

Per info: 
Segreteria “Simposi Rosminiani” - Centro Internazionale di Studi Rosminiani, corso Umberto I, 15 – Stresa (Verbania). 
Email: simposi.rosminiani@rosmini.it
Tel: 0323-30091
(da informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

La Via Francigena come il Sacro Monte Calvario verso il Patrimonio Unesco. Il cammino della candidatura


Spesso la Casa di Ospitalità del Sacro Monte Calvario ospita pellegrini della Via Francigena.

Il riconoscimento è atteso entro il 2020, intanto le regioni italiane è da tempo che si impegnano per valorizzare il percorso spirituale e turistico della Francigena, che fin dall’antichità collega Italia, Svizzera, Francia e Inghilterra.

Un itinerario sacro congiungeva il Nord Europa a Roma, una strada che nel corso del Medioevo fu percorsa sia da quei pellegrini intenti a muoversi dalla Francia verso sud, direzione San Pietro (e perché no proseguire verso la Terrasanta attraverso i porti pugliesi di Bari e Brindisi), sia da quelli che da sud muovevano verso nord per raggiungere Santiago di Compostela in Spagna. Celebre la sua funzione commerciale e strategica per il trasporto verso il nord Europa delle merci provenienti dall’Oriente e scambiarle nelle fiere della zona di Champagne, con i panni di Fiandra e di Brabante. Si tratta della Via Francigena, “la strada originata dalla Francia”, il cui itinerario è pronto a riconquistare la sua centralità con il riconoscimento a Patrimonio Unesco entro il 2020.

Lo Straordinario risiede nel Cammino delle Persone Comuni. (Paulo Coelho)



Via Francigena


I pellegrinaggi nel corso della storia sono stati tanti e diversi. Per lo più pratiche religiose che consistono nel recarsi, individualmente o collettivamente, presso un luogo sacro per compiervi atti religiosi, anche a scopo votivo o penitenziale. Un’attività piuttosto diffusa in moltissime religioni fin dall’epoca antica: in Egitto, nella religione ebraica antica (pellegrinaggio rituale a Gerusalemme in occasione della Pasqua e di altre feste), nell’antica Grecia (verso i santuari e gli oracoli), come pure nella religione induista postvedica (in luoghi religiosi, fiumi sacri, come il Gange, per purificarsi, ecc.). Nel cristianesimo, questa pratica è antichissima e ha come meta ambita la Terrasanta, palcoscenico sacro dell’attività redentrice di Gesù Cristo, e Roma, dove sono poste le tombe degli apostoli; il culto delle reliquie e i miracoli locali hanno dato vita ad altre mete per i pellegrini (per es. Santiago de Compostela, Loreto, Lourdes, Fatima ecc.). Nella religione musulmana diviene obbligatorio il pellegrinaggio alla Mecca (hagg), da intraprendere almeno una volta nella vita per ogni musulmano che disponga di capacità fisica e di mezzi. 
Oggi a muovere i pellegrini, oltre a motivi legati alla religioni, ecco un forte senso di spiritualità, il desiderio di umanità e di pace, l’amore e la passione per lo sport, la voglia di avventura, la sete di nuove conoscenze e l’ambizione della scoperta, l’esigenza di fondersi con natura e paesaggi incontaminati. I pellegrini, qualcuno li definirebbe i “conquistatori dell’inutile”, noi no. Uscire dalla città e affrontare zone impervie, rinunciare per un periodo più o meno lungo allo scorrere ordinario dell’esistenza, proiettandosi in un’impresa spesso ardua, prefiggendosi lo scopo di raggiungere una meta, dalla quale far ritorno a casa ritemprato e con rinnovata linfa per affrontare le sfide quotidiane: ecco, chi è il pellegrino, anche quello in cammino sulla Francigena.

La Via Francigena nel corso della storia. La Francigena non è solo una via sacra, ma una vera e propria testimonianza, la traccia battuta delle tappe del cammino dell’arcivescovo di Canterbury, Sigerico, recatosi a Roma nel 990 per ricevere il pallio dal papa. L’arcivescovo annota sui suoi appunti di viaggio le città e i punti di ristoro che dal cuore della cristianità lo riaccompagneranno verso casa. Circa 1.800 chilometri di tragitto ripartito in 79 tratti; un cammino che si dipana attraverso Italia, Svizzera, Francia e Inghilterra. La Via Francigena, assieme alle sue varianti, diviene uno scenario ove pullulano e si fondono culture, costumi, merci, rappresentando un luogo di transito ma anche di formazione dell’identità europea. Oggi ci si arriva a piedi o in bicicletta. Diversi i pellegrini, chi ha compiuto in Spagna il Cammino di Santiago almeno una volta e vuole mettersi alla prova con un percorso diverso e chi la vuole fare tutta da Canterbury. Chi viene in gruppo e chi cerca la pace interiore. Alla Grangia benedettina di Orio Litta, piccolo Comune in provincia di Lodi, sulla tappa numero 39 della via Francigena Canterbury-Roma da giugno a settembre in media giungono 1.100 pellegrini ogni anno. Numeri rilevanti per la Francigena che è ormai quotatissima a livello europeo.



Via Francigena del Sud

La candidatura a Patrimonio dell’Umanità Unesco. Il dossier per la candidatura a Patrimonio dell’Unesco ha già riscosso l’approvazione dal ministero dei Beni Culturali. Questo è frutto dell’intesa tra sette Regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Liguria, Lazio, Valle d’Aosta, con il coordinamento della Toscana), intente a far riconoscere a livello mondiale un Cammino che tocca un centinaio di Comuni in Europa. “Il riconoscimento della via Francigena come Patrimonio Unesco sarà la definitiva consacrazione di un percorso antico e importante”, chiarisce il vicepresidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene e sindaco di Orio Litta Francesco Ferrari. “Dal 2001 continuiamo a sostenere l’importanza di un percorso spirituale e turistico che ha un enorme valore per tanti pellegrini. È un’avventura che noi sindaci del Lodigiano abbiamo portato avanti con forza sin da quando non c’erano le infrastrutture lungo la Via. E come Lodigiano abbiamo anche investito creando i due ostelli, a Corte Sant’Andrea e Orio Litta, per accogliere i pellegrini. Dopo tanti anni finalmente siamo vicini a un riconoscimento”.

L’impegno delle regioni italiane. Le Regioni s’impegnano, firmando il protocollo, a stilare insieme il tracciato del cammino da presentare, esaminando autenticità e completezza degli elementi storico-artistici e architettonici ancora presenti e che potranno così essere introdotti nella candidatura. A tal fine ci si potrà anche avvalere di un partner come l’AEVF (Associazione Europea delle Vie Francigene), organismo riconosciuto dal Consiglio d’Europa che predisporrà uno studio di fattibilità per selezionare la tratta da candidare all’Unesco, gli interventi prioritari a tutela del tracciato e le fasi operative del progetto (tempi, costi). “Sono già ripresi i contatti con le istituzioni di Francia, Inghilterra e Svizzera per poter chiudere l’iter burocratico”, evidenzia il vice presidente dell’AEVF Francesco Ferrari. “C’è già stato un incontro a Parigi e un altro si terrà a settembre. Ci auguriamo di concludere tutti i passaggi per poter protocollare una richiesta entro il 2020”.

Ecco dunque chi è il camminatore. È una persona che fa della propria vita – nel suo insieme o in brevi periodi – un simbolo di ciò che è l’esistenza di tutti. Sperimenta la condizione particolare di chi lascia alla proprie spalle la certezza di un rifugio per proiettarsi, in modo più o meno evidente, in un’avventura che comporta anche il rischio e comunque la necessità di adattarsi a diverse circostanze. Sente con particolare importanza il legame con la terra che calpesta, passo dopo passo, fino quasi a identificarsi con essa, quando i suoi passi stanchi, dopo ore e ore di marcia, sembrano attratti irresistibilmente dalla forza del suolo. E comprende che se esiste un inizio esiste anche una fine, ma anche, come diceva Tiziano Terzani, che ogni fine è un nuovo inizio. (Andrea Bellavite)

L’obiettivo non è la meta, ma il viaggio, il Cammino in quanto tale. Seguiremo con passione il cammino di quest’importante e significativa candidatura.



Dal Sacro Monte Calvario in Svizzera, tour estivi a bordo di treni panoramici e passeggiate rilassanti


Svizzera, tour estivi a bordo di treni panoramici e passeggiate rilassanti

Lo chiamano il Trenino Verde delle Alpi, il moderno BLS RegioExpress e ogni due ore collega Berna con Domodossola e viceversa. Attraversa il Sempione e l’ultracentenaria linea di valico del Lotschberg e regala un piacevole giro panoramico per turisti e pendolari. Lo scenario è suggestivo con uno sfondo di casette immerse nella natura incontaminata di piccoli rilievi, corsi d’acqua e sentieri verdeggianti. Passa anche per Briga, nell’Alto Vallese, che merita una sosta per osservare il suo cuore pulsante, con la grande ed elegante piazza acciottolata e il castello Stockalper. Qui si trova, inoltre, uno dei più importanti edifici barocchi della Svizzera e per la sua particolare conformazione capita di passeggiare nella bella stagione con le maniche corte, mentre intorno le montagne sono cariche di neve. Il giro dedicato ai treni panoramici prosegue verso Capolago, tra Mendrisio e Lugano, con la tratta fino al Monte Generoso per godere dei suoi panorami a tratti verdeggianti e a tratti lunari. Appena usciti dalla stazione si può salire a bordo del trenino a cremagliera che, da oltre 125 anni, parte appunto da questa destinazione per raggiungere la vetta a 1704 metri, in ben nove chilometri di percorso e partenza ogni ora. Intorno, il parco naturale che in molti seguono a piedi, attraversando uno dei tanti percorsi escursionistici. Da novembre ad aprile, quest’anno, le carrozze si fermeranno per il restauro della linea ferroviaria ancora originale, ma è peculiare sapere che periodicamente, proprio per evocare il periodo della Belle Epoque, ci sono dei treni a tema molto particolari. Un’esperienza, insomma, sempre unica, a partire da quello a vapore del 1890, il più vecchio in circolazione in Svizzera, fino alle versioni d’epoca del 1950. Sul Monte Generoso si possono scegliere diverse escursioni e, su prenotazione, si possono visitare l’Osservatorio Astronomico e la Grotta dell’Orso o percorrere il sentiero dei pianeti o il sentiero delle Nevère. Di fronte a quello che è considerato il più bel panorama del Canton Ticino, sorge il “Fiore di Pietra”, la futuristica infrastruttura progettata dall’archistar Mario Botta. Al suo interno spiccano due ristoranti e dalle finestre panoramiche così come dalla terrazza, il panorama è sensazionale. Del resto, da questa altezza è possibile vedere la regione dei Laghi (Lugano, di Como), di Varese e Maggiore, ma anche l’area che va dalla Pianura Padana con Milano e quella dagli Appennini alla catena Alpina, dal Gran Paradiso al Monte Rosa, dal Cervino alla Jungfrau.
tratto da Il Mattino Viaggi

Turismo slow, anche al Sacro Monte Calvario

Una nuova moda si sta espandendo anche in Piemonte, nella provincia di Verbania e in particolare al Sacro Monte Calvario. Si tratta del turismo slow, Vera e propria filosofia di vita,  in questo caso però applicata al turismo. Tradotto letteralmente ‘turismo lento’ è una nuova modalità di viaggio che ti permette di goderti al massimo la tua esperienza, di andare oltre un semplice video. 
Durante il pellegrinaggio al Sacro Monte CAlvario,  moltissimi sono i monumenti che attirano l’attenzione dei pellegrini. È un’occasione per tutti i turisti che vogliono divertirsi rispettando l’ambiente, cosa aspettate?