Lungo le strade dedicate ai Santi 10 proposte per festeggiare la giornata nazionale del camminare

 

Si celebra l'11 ottobre la giornata nazionale del camminare, un modo ecologico e sano di scoprire il nostro territorio. L'evento è stato ideato dall'associazione Federtrek, che sostiene l'escursionismo come stile di vita sostenibile e consapevole, ed è promosso anche in collaborazione con enti locali. In Italia i cammini sono numerosi e ricoprono più di settemila chilometri da percorrere lungo sentieri e tracciati ben segnalati. Tra questi alcuni sono dedicati ai Santi e sono vie di fede, percorse un tempo dai pellegrini e oggi dagli amanti del trekking che vogliono godere della bellezza dei paesaggi e dei ricchi borghi che incontrano. Ecco dieci proposte di cammini, alcuni famosi e altri poco conosciuti ma pur sempre di grande importanza storico-culturale, da Nord a Sud. Come in tutti i tradizionali pellegrinaggi, anche per questi itinerari vengono rilasciati attestati di partecipazione con date e timbri dei luoghi di ospitalità a ogni tappa.
    Cammino di sant'Antonio. E' un percorso di grande ispirazione religiosa che ripercorre alcuni dei luoghi più significativi della vita di sant'Antonio di Padova. L'itinerario misura 388 chilometri e collega Padova, città dove riposa il Santo, a La Verna, in provincia di Arezzo, dove si trova un celebre santuario francescano; il cammino, compiuto da frate Antonio nel 1231, si percorre in 21 tappe e lungo le sue 3 varianti attraversa bellissimi paesaggi e luoghi di culto pieni di misticismo come l'Eremo di Montepaolo, dove il Santo fece un ritiro spirituale, o la Basilica di Padova dove fu sepolto.
    Info: ilcamminodisantantonio.it Cammino di san Romualdo. Durante la sua vita l'abate ravennate Romualdo, fondatore dell'eremo di Camaldoli, esplorò le zone più selvagge degli Appennini tra Umbria e Marche, dove fondò abbazie e monasteri. Gli stessi che oggi si ammirano lungo il cammino a lui dedicato: è un percorso abbastanza impegnativo ma straordinariamente bello che si può fare in 8 tappe e che parte da Ravenna, luogo natio del Santo, e termina al sacro eremo di Camaldoli, in provincia di Arezzo.
    Cammino di san Benedetto. E' dedicato al monaco umbro, fondatore dell'Ordine religioso che porta il suo nome; parte da Norcia, città natale del Santo, e termina all'abbazia di Montecassino, monastero in provincia di Frosinone. Si cammina nella natura e tra i borghi medievali di Umbria e Lazio per 300 chilometri, suddivisi in 16 tappe, lungo sentieri, vie secondarie e strade sterrate. Il cammino attraversa i tre più importanti luoghi benedettini: la natia Norcia, Subiaco dove il Santo fondò alcuni monasteri, e Montecassino, dove trascorse l'ultima parte della vita e scrisse la nota Regola. Info: camminodibenedetto.it Via di Francesco. Sono numerose le strade che ripercorrono i passi e i luoghi simbolo del santo patrono d'Italia, Francesco di Assisi; questa, in particolare, parte da Roma o, più a nord, da La Verna e raggiunge Assisi, nel cuore dell'Umbria. È un cammino molto frequentato dai pellegrini, che percorrono i suoi 500 chilometri; è diviso in 22 tappe e con due possibili varianti. Info: viadifrancesco.it Cammino dei Protomartiri francescani. E' uno storico percorso religioso dedicato ai Protomartiri, cioè i primi cristiani martirizzati, Berardo, Ottone, Accursio, Adiuto e Pietro. Adatto a tutti, è lungo 100 chilometri e unisce in Umbria Terni ad Amelia passando per Narni e per tutti quei borghi da cui provenivano i primi martiri. Punto centrale del percorso è Terni e in particolare il santuario della Chiesa di sant'Antonio da Padova, dove sono conservate le spoglie dei cinque santi. Info: camminoprotomartiri.it Cammino Francescano della Marca. Misura 167 chilometri e collega in 9 tappe Assisi ad Ascoli Piceno lungo una delle vie usate da san Francesco per predicare nelle Marche 800 anni fa. I paesaggi che si attraversano sono bellissimi, punteggiati da eremi, monasteri e castelli, con l'Appennino umbro-marchigiano e il parco nazionale dei monti Sibillini all'orizzonte. Info: camminofrancescanodellamarca.it Cammino di santa Barbara. E' un percorso non religioso ma è un antico e suggestivo cammino tra le ex miniere del Sulcis, a sudovest della Sardegna, dedicato a santa Barbara, patrona dei minatori. Lungo 500 chilometri e diviso in 30 tappe, il cammino circolare parte e finisce a Iglesias, inoltrandosi tra le spiagge, le montagne, le chiesette dedicate al culto della Santa e le miniere nel Parco geominerario storico ambientale della Sardegna, patrimonio dell'Umanità. L'itinerario segue gli antichi percorsi dei minatori, lungo i sentieri che li portavano alle miniere e le vecchie mulattiere usate per il trasporto di zinco, piombo, carbone e argento. Info: camminominerariodisantabarbara.org Cammino di san Giorgio Vescovo. E' anch'esso in Sardegna e si snoda per 300 chilometri e 12 tappe tra Cagliari e le montagne interne dell'Ogliastra, in provincia di Nuoro. E' dedicato al vescovo di Suelli e ripercorre i luoghi che evangelizzò e dove, secondo la tradizione, fece numerosi miracoli. Il Santo è sepolto nella cattedrale di Suelli, nel sud della Sardegna, dove c'è un piccolo santuario, venerato dai fedeli. Il cammino prevede tratti facili e altri più impegnativi ma di grande bellezza. Info: camminodisangiorgiovescovo.it Cammino di san Francesco di Paola. Si snoda in Calabria ed è un percorso diviso in due diversi itinerari, che seguono le tracce del Santo, nato a Paola e fondatore dell'Ordine dei frati Minimi. Il primo cammino - la via del Giovane - è lungo 49 chilometri, e si percorre in 3 tappe; si parte da san Marco Argentano, antico centro dove il Santo si ritirò per un anno, e si arriva a Paola, in provincia di Cosenza. L'altro percorso -la via dell'Eremita - è lungo 62 chilometri, sempre su tre tappe, e unisce i santuari di Paterno Calabro e di Paola, luoghi cari a Francesco. Info: ilcamminodisanfrancesco.it Cammino di san Nicolò Politi. Si procede intorno all'Etna tra paesaggi incredibili e mistici seguendo i passi di san Nicolò Politi, eremita che fuggì da una vita laica trovando rifugio in una antica grotta nell'attuale contrada Aspicuddu, alle falde del vulcano, da dove viaggiò evangelizzando e facendo miracoli.
    Il trekking del Santo è un percorso di 100 chilometri diviso in 6 tappe che collega il parco dell'Etna a quello dei Nebrodi, nella Sicilia settentrionale, precisamente da Adrano, luogo natio, ad Alcara Li Fusi. (ANSA)

Valorizzazione dei percorsi escursionistici: patto tra Mibact e Cai

 

Il nuovo protocollo per il turismo montano sostenibile e responsabile è stato firmato dal ministro Dario Franceschini assieme al presidente generale del Club Alpino Italiano, Vincenzo Torti, presso il Salone del Ministro al Collegio Romano. Il protocollo rinnova l’accordo firmato il 30 ottobre 2015, centrato sulla potenziamento della rete sentieristica e dei rifugi montani, e prevede una serie di azioni condivise tra il Mibact e il Cai per la promozione, in ambito nazionale e internazionale dell’offerta turistica, nello specifico di quella montana, attraverso la valorizzazione dei percorsi escursionistici.

“La nuova intesa con il Club Alpino Italiano – spiega il ministro – metterà a disposizione molti strumenti innovativi agli escursionisti italiani e stranieri che scelgono le nostre montagne, favorendo un turismo pienamente consapevole, sostenibile e intelligente. Il piano strategico del turismo – continua il ministro – prevede la moltiplicazione degli attrattori di turismo e valorizzazione di forme ti turismo sostenibili e cosiddette “minori” ma non è giusto chiamarle così. Mentre l’emergenza ha fatto scomparire il turismo internazionale e ridurre quello europeo e abbiamo visto purtroppo le città d’arte passare dal sovraffollamento al deserto (e abbiamo approvato misure per aiutarle), gli italiani che prima andavano all’estero sono rimasti qui. E si sono messi alla ricerca di una vacanza percepita come più sicura. Ecco che sono cresciute le mete di montagna e il turismo legati ai cammini e ai borghi. In modo traumatico ci è stata indicata che era la strada giusta da percorrere. In Italia ci sono 100 cammini di Santiago di Compostela che attraversano bellezze e patrimoni incredibili per un turismo colto, sostenibile, rispetto dell’ambiente che valorizza i luoghi minori”.

Nello specifico il protocollo prevede: il completamento entro il 2021 del Catasto nazionale dei Sentieri (Infomont), grazie all’aggiornamento costante dei tracciati rilevati con il metodo di geolocalizzazione gps; l’impegno da parte del Mibact per uno stretto confronto con Regioni ed enti locali per uniformare interamente la segnaletica orizzontale e verticale in tutta Italia, in modo coerente con quella ufficialmente predisposta e adottata dal Cai; una particolare attenzione al Sentiero Italia Cai, spina dorsale del Sentiero dei Parchi che attraverso i suoi oltre 7000 km, unisce tutte le regioni italiane, con il fascino, la bellezza e le tradizioni dei loro territori interni; un impegno comune per facilitare la realizzazione di una rete di strutture per l’accoglienza su tutto il territorio nazionale per camminatori ed escursionisti.

Per assicurare ancora maggiore sicurezza nella frequentazione dei percorsi escursionistici e dei cammini, l’accordo definisce un percorso che ha come obiettivo l’attivazione gratuita per tutti dell’applicazione GeoResQ – da installare sul proprio smartphone e gestita dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) – che consente l’immediata geolocalizzazione in caso di incidente e la conseguente attivazione del soccorso. Il Database completo del Catasto nazionale dei Sentieri sarà disponibile sul portale della Direzione Generale del Turismo del Mibact.

“Il protocollo – aggiunge il presidente generale del CAI Vincenzo Torti – apre nuove prospettive di collaborazione tra Mibact e Cai. Basti pensare al Sentiero Italia CAI che, attraversando tutte le regioni del nostro Paese, avvicinerà un turismo lento e rispettoso alle bellezze e alle culture dei nostri territori”.

“La firma del protocollo – sottolinea Lorenza Bonaccorsi, sottosegretaria al Turismo – suggella una collaborazione che abbiamo intensificato molto in questi mesi. Gli italiani – come dimostrano anche i dati di quest’estate – hanno riscoperto la montagna e il turismo dei sentieri. Come tutta la parte che riguarda l’outdoor e il turismo all’aria aperta c’è stato quest’anno un forte aumento di flussi ed è il segmento che è cresciuto di più in proporzione rispetto alle altre mete di vacanza. Crediamo che anche nei prossimi anni la montagna e i cammini diventeranno centrali e per questo stiamo lavorando per sistemare e valorizzare lo straordinario patrimonio nazionale. Il Sentiero Italia Cai, con i suoi 7.200 km e oltre 260 tappe ha le potenzialità per diventare il percorso a piedi più bello al mondo. La sua lunghezza, la sua varietà e le sue possibilità offerte dai diversi territori italiani, dalla Sardegna al Friuli, lo rendono un posto unico e tutto da scoprire”.

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L'iniziativa. Fondo nazionale del turismo Cdp: 2 miliardi per il rilancio

 Si punta alla valorizzazione degli asset immobiliari, in particolare gli alberghi storici

Turisti affacciati sui Fori imperiali a Roma

Turisti affacciati sui Fori imperiali a Roma - Ansa

Avvenire

Fino a due miliardi di euro di investimenti nel settore turistico. Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) rafforza il suo impegno per il turismo, che rappresenta il 13% del Pil e il 15% dell’occupazione. Su proposta dell’amministratore delegato Fabrizio Palermo, il Consiglio di amministrazione di Cdp approva la nascita del Fondo nazionale del turismo (Fnt). Anche il ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo (Mibact) dà il suo contributo, attraverso un fondo istituito con il decreto Rilancio, fino a 150 milioni di euro. «Grazie a Cassa Depositi e Prestiti – spiega il ministro Dario Franceschini – nasce un potente strumento per sostenere lo sviluppo del settore turistico, uno degli assi portanti dell’economia nazionale al quale i governo ha riservato attenzione sin dal principio dell’emergenza Covid. Molte sono le realtà a conduzione familiare così come le piccole catene alberghiere che costituiscono una delle caratteristiche originali del turismo nel nostro Paese, dove il viaggiatore si sente autenticamente accolto. Si tratta di un patrimonio messo a rischio dalla emergenza pandemica, le cui conseguenze hanno colpito in particolar modo un settore strategico dell’economia nazionale quale è il turismo». Il Fnt si inserisce nella più ampia strategia di Cdp a supporto del settore, articolata su quattro pilastri: formazione, innovazione, consolidamento dei gestori e valorizzazione degli asset immobiliari.

Nel corso degli ultimi anni Cdp ha già acquisito sette strutture ricettive per un investimento complessivo di 160 milioni di euro. Il Gruppo è già azionista di Th Resorts e Rocco Forte Hotels e ha contribuito in maniera decisiva alla loro crescita nel corso degli ultimi anni, portandoli oggi a un livello di oltre 13mila occupati diretti e indiretti, con importanti interventi nel Sud Italia. Oltre al sostegno alle strutture (alberghi storici icnonici), Cdp offre anche percorsi di alta formazione professionale per la crescita qualitativa dell’ospitalità made in Italy. Come la Scuola italiana di ospitalità, in collaborazione con Th Resorts e l’Università Ca’ Foscari. Mentre è attenta agli sviluppi tecnologici applicati al comparto turistico: con il Fondo nazionale innovazione finanzia11 start up nell’ambito della digitalizzazione dei processi operativi, del turismo sostenibile e dell’internazionalizzazione dell’offerta. «Il turismo rappresenta uno dei settori chiave per il Paese da un punto di vista economico e occupazionale – sottolinea l’ad Palermo –. Il momento di forte difficoltà che sta vivendo può, tuttavia, rappresentare un’opportunità per accelerarne la transizione verso un’offerta più professionale, competitiva e innovativa. La nascita del Fondo nazionale del turismo rafforza ulteriormente la già consolidata capacità di intervento del Gruppo Cdp nel settore, favorendo la riqualificazione dei gioielli dell’ospitalità italiana e contribuendo così all’evoluzione del business model delle imprese turistico–alberghiere». Il Fnt nasce per concedere agli attuali proprietari un diritto di riacquisto da esercitare in un arco di tempo congruo rispetto alle stime di ripresa del mercato ricettivo internazionale. Ove possibile, inoltre, promuove il reinvestimento dei proventi della vendita nell’attività di gestione, sostenendo l’occupazione e il miglioramento degli standard qualitativi delle catene alberghiere del Paese. «Con la creazione del Fondo nazionale del turismo – conclude il presidente di Cdp Giovanni Gorno Tempini – Cassa Depositi e Prestiti rafforza il suo ruolo a tutela del patrimonio turistico e culturale nazionale, puntando sull’eccellenza della tradizione italiana dell’ospitalità. Si tratta di un impegno di lungo periodo che mette a disposizione la propria esperienza e capacità di fare sistema e sostenere lo sviluppo dei territori e la competitività del sistema ricettivo italiano».