Benedetta la nuova chiesa di Gabi Valle

Tantissima gente il 10 Settembre 2017 a Gabi Valle per l'inaugurazione e la benedizione della nuova chiesetta in legno sorta in sostituzione di un edificio ormai fatiscente.  La messa è stata presieduta dal vicario territoriale don Vincenzo Barone e concelebrata dai padri Rosminiani don Pierluigi Giroli e dal padre generale dei Rosminiani don Vito Nardin. Alla messa erano presenti anche il sindaco di Domodossola Lucio Pizzi, il presidente del consiglio Carlo Valentini, l'assessore ai lavori pubblici Franco Falciola e la consigliera Gabriella Giacomello. Durante la cerimonia è stata rinnovata anche la dedicazione della chiesa a Maria Santissima Madre di Dio.  Padre Pierluigi Giroli ha ringraziato per il contributo le diverse associazioni, i gruppi che sono particolarmente legati alla chiesetta e il Comune. “Si potrebbe mettere ad ogni pezzo di legno ad ogni piastrella il nome di una persona- ha detto Padre Giroli – essendo questa chiesa il frutto di tante persone che ci hanno messo il cuore”.   Don Vincenzo Barone ha sottolineato l'importanza della chiesa che non è costituita solo dai muri ma anche dalla comunità dei fedeli ed infine ha indicato  Maria come modello perfetto per la vita cristiana. Dopo la messa animata dalla corale di Calice è seguito l'incanto delle offerte, l'aperitivo preparato dal gruppo alpini di Calice e dall'Avis e il pranzo.   
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Papa Francesco cita il Beato Rosmini


“Sentirsi peccatori è la prima condizione per ricevere lo sguardo di misericordia di Gesù”. Lo ha ricordato il Papa nelle sue meditazioni mattutine condivise nel corso della messa celebrata presso Casa Santa Marta. Il pontefice, inoltre, ha messo in guardia i fedeli presenti alla celebrazione, e i cristiani più in generale, a “non rimanere chiusi nella gabbia dei sacrifici e dei precetti” poiché, ha sottolineato, “solo Gesù ci salva”. Pertanto, nella continua ricerca di Gesù, il primo passo di ogni uomo e ogni donna è proprio il saper riconoscere i propri peccati: questo il punto di partenza per una conversione individuale e comunitaria. Poi, la riflessione sugli scandali dei nostri giorni, presenti – ha rammentato Bergoglio – anche nella Chiesa.
Il Papa ripercorrendo l’episodio evangelico della conversione di san Matteo, ha ricordato la guarigione del paralitico avvenuta per mano di Gesù e il suo incontro con Matteo, seduto al banco delle imposte. “Faceva pagare le tasse al popolo di Israele per darle, poi, ai romani e per questo era disprezzato, considerato un traditore della Patria”, ha detto Francesco “Gesù lo guardò, gli disse: ‘Seguimi’. E lui si alzò e lo seguì, come narra il Vangelo odierno. Da una parte, lo sguardo di San Matteo, uno sguardo sfiduciato: guardava ‘di lato’, ‘con un occhio Dio’, ‘con l’altro il denaro’, ‘aggrappato ai soldi come lo dipinse il Caravaggio’, e anche con uno sguardo scontroso. Dall’altra, lo sguardo misericordioso di Gesù che – ha ricordato il Pontefcie – lo ha guardato con tanto amore. La resistenza di quell’uomo che voleva i soldi, “cade”: si alzò e lo seguì. È la lotta fra la misericordia e il peccato”. Per il Papa, dunque, l’amore di Gesù è potuto entrare nel cuore di quell’uomo perché “sapeva di essere peccatore”, sapeva di “non essere ben voluto da nessuno”, anche disprezzato. E proprio “quella coscienza di peccatore aprì la porta alla misericordia di Gesù”. Quindi, “lasciò tutto e se ne andò”. Questo è l’incontro fra il peccatore e Gesù.
Francesco, quindi, ha esortato i fedeli a riconoscersi peccatori, non in astratto ma con “peccati concreti”, ha detto. “Lasciamoci guardare da Gesù con quello sguardo misericordioso pieno di amore”, ha proseguito soffermandosi poi gli scandali del nostro presente. “Ce ne sono tanti, tanti – ha riflettuto – e sempre, anche nella Chiesa oggi. Dicono: ‘No, non si può, è tutto chiaro, è tutto, no, no … Sono peccatori quelli, dobbiamo allontanarli’. Anche tanti santi sono stati perseguitati o sospettati. Pensiamo a Santa Giovanna D’Arco, mandata al rogo, perché pensavano fosse una strega e condannata. Una santa! Pensate a Santa Teresa, sospettata di eresia, pensate al Beato Rosmini. ‘Misericordia, Io voglio, e non sacrifici’. E la porta per incontrare Gesù è riconoscersi come siamo, la verità. Peccatori. E Lui viene, e ci incontriamo. È tanto bello incontrare Gesù!”.

CONVEGNO A CANNOBIO Sabato 7 Ottobre 2017 sul SERVO DI DIO DI MONS. FRANCESCO FASOLA



GLI AMICI DEL SERVO DI DIO DI MONS. FRANCESCO FASOLA e LA Parrocchia S. Antonio di Piazza Armerina ORGANIZZANO UN CONVEGNO A CANNOBIO Sabato 7 Ottobre 2017 ore 9,30 presso Hotel il Portico dal tema ‘‘ In ascolto del Padre con il suo Servo Francesco’’. Relatore: S.E. Mons. Ignazio Zambito Vescovo Emerito di Patti. Previsto anche l'intervento di S.E. Mons. Calogero Peri Vescovo di Caltagirone. Alle Ore 12:00: Celebrazione Eucaristica presso il Santuario della SS. Pietà.
Responsabili del Comitato sono Ettore e Ada Paternicò. L'assistente spirituale il Sacerdote Umberto Pedi.

Francesco Fasola nasce il 23 febbraio del 1898 a Maggiora (Novara). Educatore di giovani, padre che genera altri pastori, chiama tutti per nome come Gesù buon Pastore, conosce bene l’odore delle pecore, perché vive con loro e per loro. Carattere aperto, sereno, sempre sorridente, a chi lo incontra trasmette fiducia e speranza. Chiede la benedizione prima di darla. Si preoccupa delle periferie sia geografiche che esistenziali, con una carità pastorale molto concreta e fattiva. Con il suo infaticabile zelo si reca anche negli angoli più remoti delle diocesi, preferendo l’incontro interpersonale a quello delle masse, che pure gli corrono incontro con fiducia. Il suo grande amore a Maria, Madre di Dio, lo rende gioioso anche nelle prove. Usa un linguaggio semplice e, affinché il suo pensiero venga assimilato, lo presenta in forma di dialogo. Partecipa a tutte le sessioni del Concilio Vaticano II, ne vive lo spirito pastorale di apertura e di dialogo, promuove lo studio dei documenti e l’applicazione delle sue normative nelle diverse diocesi di cui è pastore. Valorizza i mass-media per l’evangelizzazione e affascinato dal carisma di Alberione, diventa membro dell’Istituto Gesù Sacerdote. Muore il 1° luglio 1988. 

Servo di Dio Francesco Fasola

Verbania Lago Maggiore LetterAltura 2017. Leggere storie e parole sul treno. Dal 14 al 17 settembre



LEGGERE
I libri innanzitutto, come elemento essenziale e punto di partenza e di riferimento per un festival di letteratura.
Il Festival 2017 di LetterAltura propone l’incontro con autori di libri interessanti e diversi tra loro: romanzi, reportages e testimonianze giornalistiche, saggi filosofici e scientifici, guide di viaggio…
C’è quindi la possibilità, dialogando con chi scrive, di conoscere la varietà della scrittura, da quella narrativa a quella riflessiva, dalla descrizione della realtà alla libertà della fantasia, dalla tradizione dei classici letterari alle nuove forme del blog e dei social network.
Ma il libro non è solo scrittura e testo: può essere illustrato e completato da fotografie o acquarelli, oppure può diventare esso stesso un oggetto di sperimentazione artistica.
E la lettura può avere dimensioni diverse da quella individuale: il Festival in particolare propone l’esperienza della lettura ad alta voce, nei momenti di animazione per i bambini, presentando un progetto per gli studenti delle medie e delle superiori, ospitando un corso avanzato di lettura espressiva.

STORIE
Molti degli ospiti vengono al Festival a raccontare delle storie. Possono essere le loro storie personali di alpinisti, viaggiatori, esploratori di un mondo da percorrere con lentezza e attenzione, apprezzando la bellezza della natura, di un giardino, della montagna. Ma possono essere le realtà tragiche della storia, ripercorse in un viaggio con gli studenti, o quelle drammatiche e attuali, raccontate da giornalisti che non hanno timore di denunciare le situazioni di sofferenza e di violazione dei diritti umani, in Messico, in Turchia, nei Balcani.
Ci sono poi le storie collettive, come quelle legate alla stazione di Bellinzona, alla ferrovia che attraversa la Val Vigezzo o a quella che un tempo saliva da Intra fino
a Premeno.
La narrazione diventa anche cinema che sa raccontare le persone e i luoghi, come dimostra il film girato in Val Grande.

E PAROLE
La parola stessa può diventare oggetto di attenzione, con la lettura e l’ascolto, ma può essere anche occasione di divertimento.
Sono le parole del racconto teatrale, nella forma intensa del monologo, o delle canzoni che parlano di treni e viaggi in ferrovia.
Sono il ritmo delle filastrocche o gli elementi dei giochi enigmistici.
E assieme alla parola, il silenzio.
Il Festival propone l’incontro con chi ha fondato l’Accademia del Silenzio, con l’intento di far riscoprire un valore prezioso, da vivere ritrovando se stessi, da soli o in una passeggiata condivisa tra i fiori o nel buio della notte.

SUL TRENO
Il tema centrale del Festival 2017 di LetterAltura è il treno.
È stato scelto come specifica dimensione del viaggio e si è rivelato un “veicolo” di idee, collegamenti e direzioni ricche di spunti, tra passato presente e futuro e nel rapporto tra la realtà del territorio verbanese, estesa a tutto il Verbano, il Cusio, l’Ossola e il Ticino, e quella del mondo intero, anche nelle regioni più lontane e per questo affascinanti.
Il treno come tema letterario e artistico in generale, come sviluppo storico e tecnologico, nel suo rapporto, positivo o negativo, con la natura e il paesaggio.
Il treno come elemento appunto di narrazione o di riflessione sul viaggiare, ma occasione per ragionare anche sugli aspetti ambientali in rapporto con i cambiamenti climatici, come modalità sostenibile di viaggio e di trasporto.
Nelle città le reti ferroviarie e le stazioni sono componenti urbanistiche da ripensare, magari con un progetto di grande architettura, come quello presentato nel Festival da un incontro e una mostra fotografica.
Il fascino del treno si traduce nell’ammirazione di modellini e plastici, ma i laboratori permettono ai bambini, nei giorni del festival, di costruire locomotive e vagoni con materiali semplici e tanta fantasia.
E non manca un treno “vero”: il TGG di LetterAltura, il Trenino da Giardino a Giardino che per tre giorni unisce Intra a Pallanza, passando accanto ai più bei giardini che si affacciano lungo il lago.

Monastero di Bose: convegno sul dono dell'ospitalità

E’ dedicata a ‘Il Dono dell’ospitalità’ la 25.ma edizione dei Convegni internazionali di spiritualità ortodossa in programma dal 6 al 9 settembre al Monastero di Bose. Gli interventi del Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e del Patriarca di Alessandria e di tutta l’Africa, Theodoros II, apriranno domani mattina quattro giornate di riflessione ecumenica sulla dimensione spirituale dell’ospitalità. La tradizione dell’oriente cristiano, l’insegnamento dei padri, l’esempio del monachesimo, ma anche le esperienze delle chiese ortodosse oggi, aiuteranno anche a ridestare la coscienza dei cristiani rispetto al dramma attuale dell’immigrazione.
radio vaticana