A Fatima attesa per il Papa nel 100° anniversario delle apparizioni mariane



Il 2017 sarà un anno speciale per Fatima. La capitale del turismo religioso si prepara infatti a celebrare il centenario delle apparizioni della Vergine. Un evento che tutto il Portogallo, oltre ai fedeli di tutto il mondo, attende con trepidazione. Il santuario di Fatima sarà dunque teatro di una serie di eventi che rientrano in una fitta agenda culturale predisposta per l’occasione. Su tutti, l’attesissima visita di Papa Francesco del 12 e 13 maggio 2017, già confermata dalla Presidenza della Repubblica portoghese a seguito dell’invito del Presidente Marcelo Rebelo de Sousa dopo un incontro alla Santa Sede. Di fatto, sarà il quarto Papa della storia a visitare il Portogallo dopo Paolo VI (1967), San Giovanni Paolo II (1982, 1991 e 2000) e Benedetto XVI (2010). Intanto, l'8 gennaio prenderà il via un ciclo di conferenze su “Fatima come messaggio di Pace” che si terrà alla Basilica della Madonna del Rosario.

Tra gli altri appuntamenti la “Rievocazione dell’apparizione dell’Angelo” in programma il 21 marzo e l’intervento di Video Mapping “Fatima Tempo di Luce”, prevista nei giorni 12-13-14 maggio. Spazio ovviamente ai pellegrinaggi mensili e soprattutto a una speciale celebrazione. Il 19 agosto infatti, ricorrerà l’Anniversario della 4^ Apparizione della Madonna a Valinhos. Un appuntamento denso di fede e devozione. Le apparizioni della Madonna sono iniziate il 13 maggio 1917 al cospetto di tre giovani pastorelli Lucia dos Santos, Francisco Marto e Jacinta Marto, nella località Cova da Iria, vicino alla cittadina portoghese di Fatima. La Chiesa cattolica ha riconosciuto nel 1930 il carattere soprannaturale delle apparizioni, autorizzandone il culto.
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Corso di diffusione del turismo religioso nel territorio.


Sono aperti sino al 20 gennaio 2017 i termini per partecipare alla seconda edizione del Master di I livello in “Management turistico-culturale”, diretto da Francesco Astone e organizzato dal Dipartimento di Scienze politiche e giuridiche dell’Università di Messina.
Il Master è stato scelto dal Consorzio Tourism Bureau come partner per il completamento delle attività formative previste nel progetto “Gratia Plena” finalizzato alla diffusione del turismo religioso nel territorio.
“L’attività formativa del master - ha sottolineato Astone - è finalizzata alla formazione di una figura professionale altamente qualificata, che sia pienamente in grado di utilizzare tutti gli strumenti e le metodologie necessarie alla promozione del turismo culturale che oggi assume una valenza strategica per l’economia e per lo sviluppo del territorio siciliano: tutto ciò attraverso l’acquisizione di competenze nei settori giuridico-economico, urbanistico, storico-artistico, informatico e lo sviluppo di capacità progettuali nell’ambito di riferimento”.
“L’Università è attenta a queste iniziative – ha detto il Direttore generale di Unime, Francesco De Domenico – che prevedono corsi di formazione di alto valore culturale ed in questo caso il Master si inserisce nel progetto ‘Gratia Plena’ che punta alla valorizzazione del turismo culturale e religioso: un settore in forte aumento negli ultimi anni e che quindi richiede la formazione di figure professionali con competenze ben precise”.
“Tale sinergia si concretizzerà – ha aggiunto Gaetano Majolino, presidente del Consorzio Tourism Bureau – con la realizzazione, all’interno delle attività del Master, di un modulo didattico dedicato, quello di ‘Ricognizione e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali’, in programma nel mese di febbraio 2017, cui potrà partecipare gratuitamente, in qualità di uditore, un rappresentante per ciascuno dei partner del progetto. Saranno inoltre previste eventuali agevolazioni per coloro che volessero frequentare l’intero corso”.
Il Master, che annovera tra i componenti del CTS docenti universitari e specialisti esperti di grande competenza e professionalità, è svolto, inoltre, in collaborazione con il Polo Museale Regionale, la Soprintendenza dei Beni Culturali, l’Autorità Portuale di Messina, l’Ecap e il Consorzio Messina Tourism Bureau Centro per lo sviluppo del turismo culturale.
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Prizren, 'Firenze dei Balcani', esempio convivenza religiosa Insieme musulmani, sufi, cattolici, ortodossi ed ebrei


Un mosaico di religioni e etnie: albanesi, turchi, bosniacchi, gorani, rom, musulmani, sufi, ortodossi, cattolici e una piccola comunità ebraica. E' questa l'essenza di Prizren, soprannominata la 'Firenze del Kosovo', per edifici quali la moschea di Sinan Pasha (1615), la più antica del Kosovo e quella dal minareto più alto di tutti i Balcani, la madrasa, l'hammam di Gazi Mehmnet Pasha (1573-74) in funzione fino al 1926, il piccolo museo etnografico e quello archeologico o le sue Tekke (conventi sufi) tra cui quella halveti, risalente al 1605 che conta circa 15 mila fedeli ed è attiva ininterrottamente dal 1713.

Un triangolo religioso, dove a pochi passi dalla moschea di Sinan Pasha con i suoi interni affrescati, si trovano la chiesa ortodossa di San Giorgio, poi la cattedrale cattolica della Madonna del soccorso (del 1870), o sulle alture verso la fortezza, la chiesa ortodossa di San Salvatore del 1330 seguita dalla chiesetta ortodossa di san Nicola (del 1331).

Prizren è anche nota per il suo artigianato, con la lavorazione - sin dal 1400 - della filigrana. Ogni anno, fanno sapere dall'Associazione delle Agenzie di Sviluppo regionale del Sud, la città è visitata da circa 100 mila turisti provenienti soprattutto da Albania, Germania, Turchia, Repubblica Ceca, Gran Bretagna, Giappone e Francia.

Fra i suoi 117 mila abitanti, Prizren conta anche alcune famiglie ebree. A custodirne la memoria è il presidente della piccola comunità, Votim Demiri. Fino alla seconda guerra mondiale, ricorda, gli ebrei in Kosovo erano circa 550, le sinagoghe erano due, entrambe a Pristina, c'erano due grandi cimiteri - uno dei quali a Prizren - un'anagrafe e una scuola ebraica. ''Oggi in tutto il Paese siamo soltanto 56''. Per questo, la comunità si ritrova per le festività insieme a quelle che vivono in Macedonia, Serbia, Bosnia, Montenegro e Croazia. ''Finora - avverte Demiri - la tolleranza è stata la chiave di questa città, ma siamo in un equilibrio dinamico''. Le cose - conclude - ''possono cambiare in 24 ore''. (ANSAmed)

Rosmini al Sacro Monte Calvario di Domodossola

Antonio Rosmini venne ad abitare al Calvario il 19 febbraio del 1828, che in quell’anno era il martedì precedente le “Ceneri”: il giorno successivo, 20 febbraio, iniziò la Quaresima nella preghiera e nel digiuno cercando di comprendere cosa la volontà di Dio volesse da lui, e così diede inizio all’Istituto della Carità.
La “cella” al Sacro Monte Calvario dove il beato Antonio Rosminì abitò
ed il 20 febbraio 1828 fondò l'Istituto della Carità (Padri Rosminiani)
Sulla cella, angusta e poverissima in cui aloggiò, era scritto, ed è ancora, il motto di Geremia: «Bonum est præstolari cum silentio salutare Dei» (È bene attendere nel silenzio la salvezza di Dio) [Lam 3,26]. Dal Calvario così egli scriveva per la prima volta alla madre:
«Un’altra cosa mi fa caro l’essere qui (ed è ben la principale), l’essere questo monticello tutto dedicato alla passione del Signore, con la Chiesa divota in casa e cappelle tutto d’intorno al Monte con dentrovi i passi della Via Crucis; una grande quiete, una vera solitudine. Non c’è in casa che un canonico, Rettore della Chiesa; ma egli ha un’abitazione tutto distinta dalla nostra: nella nostra sono io, don Andrea, e Pietro che fu de’ frati conventuali di S. Francesco che erano qui nel paese, e che sono andati nel comune naufragio. I nostri due conversi ci fanno il mangiare parco e medicinale, e ci servono».
(Epistolario Completo, Lettera 805, Alla Nobile Signora Giovanna Rosmini
a Rovereto – 
Domodossola, 9 aprile 1828, vol. II, p. 452).

Il  18 novembre 2007
in una solenne celebrazione
Rosmini
venne beatificato,
e da quel giorno
nella sua "cella" al Calvario,
venne esposta alla venerazione dei fedeli che vi transitano,
una sua reliquia.

Nella "Cella" del Calvario di Domodossola
Antonio Rosmini abitò:
nel 1828:
nel 1830/31:    
nel 1831:
nel 1832/33:
nel 1834:
nel 1836:
nel 1837/38:
nel 1838:
nel 1839:
nel 1840:
nel 1844:
nel 1845:
nel 1851:
dal 18 febbraio al 28 luglio;
dal 13 maggio al 9 aprile;
dal 26 agosto al 24 ottobre;
dal 21 luglio al 25 aprile;
dal 30 giugno al 18 luglio;
dal 19 maggio al 20 giugno e dal 31 luglio all’8 agosto;
dall’8 aprile al 31 maggio;
dall’11 luglio all’8 ottobre e dal 18 ott. al 26 novembre;
dal 5 marzo al 2 aprile;
dal 21 al 25 marzo;
dal 24 al 25 marzo e dal 12 al 13 ottobre;
dall’11 al 12 luglio;
il 10 ottobre, quando fece il «Discorso della Carità».

Nella "Cella" del Calvario di Domodossola
Antonio Rosmini scrisse:

  • nel 1828: iniziò  le Constitutiones Societatis a Charitate noncupatæ;
                                 il Galateo dei Letterati;
  • nel 1831: iniziò il Trattato della Coscienza;
                                i Principi di Scienza Morale;
  • nel 1832/33: iniziò l’Antropologia Naturale;
                                     l’Antropologia Soprannaturale;
  • nel 1833: terminò le Cinque Piaghe della santa Chiesa;
  • nel 1837/38: rifuse l’Antropologia Soprannaturale;
                                     e La Società e il suo Fine.
tratto da http://www.sacromontecalvario.it/