SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO (ANNO B)Grado della Celebrazione: SOLENNITA'Colore liturgico: Bianco
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Gesù ci ha promesso di stare con noi fino alla fine del mondo (Mt 28,20). Egli ha mantenuto la sua parola in molti modi. Egli è con noi nella sua parola, che è sempre una parola viva e santa, che conduce al Padre chi ad essa si affida. Egli è presente, ancora di più, nel sacramento del suo corpo e del suo sangue. E ciò merita certo una festa. Questo sacramento ci colma, innanzi tutto perché fa arrivare fino a noi l’“incarnazione” del Verbo divino: Dio continua a venire per restare. Non ci abbandonerà più. In secondo luogo, questo sacramento ci nutre: alimenta in noi quella vita divina che è la nostra vera vita, poiché è eterna. Questo sacramento, infine, ci fa vedere, sotto forma di pane e di vino, colui che gli apostoli hanno visto, ma, proprio come Gesù di Nazaret non era visto da tutti come il Messia, il sacramento del suo corpo e del suo sangue non convince tutti. Per chi si ferma alle apparenze, tale sacramento non costituisce una prova, poiché ciò che si vede non basta. Infatti si vede solo ciò che si lascia vedere. Per il credente invece, cioè per chi si lascia raggiungere dall’amore di Dio, questo sacramento è il più grande fra i segni, il segno che mette in comunione con Gesù stesso. Il credente è da esso trasfigurato, il suo peccato è purificato, grazie ad esso pregusta il banchetto promesso: quello delle nozze del Figlio.
Immerso nella quiete delle Alpi, nel cuore dell’Ossola, il Sacro Monte Calvario è un’oasi di pace e spiritualità che sa offrire a quanti lo visitano suggestioni uniche, e che venne addirittura scelto dal Beato Antonio Rosmini per fondare la sua congregazione religiosa.
La Via Crucis, che collega Domodossola al Calvario con le sue splendide Cappelle, il Santuario del Santissimo Crocifisso, gli Oratori, il Convento dei Padri Rosminiani, i giardini del Belvedere, il Castello medioevale di Mattarella ne fanno una meta che sa conquistare chiunque, rivolgendosi al cuore e affascinando persone di tutte le età. Grazie a queste sue bellezze architettoniche e naturalistiche e ai suoi scorci di arte e di storia, nel 2003 è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’UNESCO e viene oggi gestito dalla Regione Piemonte attraverso la Riserva Naturale, istituita nel 1991, che si occupa di tutelare e promuovere il suo immenso valore.
Accoglienza
Il Centro di Spiritualità del Sacro Monte Calvario si presta particolarmente per accoglienza di gruppi che intendano vivere giornate di spiritualità, ritiri spirituali di fine settimana, corsi di esercizi spirituali e periodi di riposo e raccoglimento spirituale.
Recettività - ospitalità: 60 posti letto in camere con servizi: triple, doppie e singole; - convegni nella sala Bozzetti da 100 posti; - ritiri ed esercizi spirituali anche per più gruppi contemporaneamente; - rimessa auto in parcheggio interrato per 50 posti auto; - mostre ed esposizioni nella sala Gaddo;
brevi filmati documentari nella sala multimediale Clemente Rebora.
L’accoglienza dei gruppi rimane sospesa nel periodo invernale
dal 1 novembre al 15 febbraio
In treno, con i treni provenienti da Milano, da Novara, da Briga (Sempione), da Locarno (Vigezzina).
In auto: A9 e A26, continuare lungo la superstrada fino all'uscita di Domodossola, seguendo poi le indicazioni stradali.
Contatti
Centro di Spiritualità Rosminiana B.ta Sacro Monte Calvario, 8, Domodossola Tel. 0324 242010 Web blog http://sacromontecalvario.blogspot.it
Santissima Trinità (anno B)Grado della Celebrazione: SOLENNITA'Colore liturgico: Bianco
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Il Nuovo Testamento fonda l’universalità della missione nello speciale rapporto che Gesù risorto ha con ogni uomo.
Il Vangelo dev’essere annunciato a ogni uomo, perché Gesù è la verità dell’uomo, ha ricevuto dal Padre ogni potere in cielo e in terra, perché ha fatto la volontà del Padre fino alla morte aprendo così per ogni uomo la via verso la pienezza della vita. Di qui le caratteristiche della missione:
- la forza che l’anima è lo Spirito Santo che da Gesù risorto viene promesso e trasmesso ai discepoli, come principio della vita nuova, che deve essere annunciata e comunicata a ogni uomo;
- il contenuto della missione è la sequela di Cristo, l’obbedienza al Vangelo, l’osservanza dei comandi di Gesù, l’adesione battesimale alla vita del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, il distacco dalla vita incredula, implorando e accogliendo la remissione dei peccati;
- la speranza che sostiene i missionari nelle fatiche e nelle difficoltà è la certezza che Gesù è sempre con loro sino alla fine del mondo (da Partenza da Emmaus, in “Rivista Diocesana Milanese”, sett. 1983, 814-815)
Nella foto: i due sacerdoti per il 50° da papa Francesco
Sabato 5 maggio due sacerdoti rosminiani che per tanti anni hanno prestato il loro servizio pastorale nella diocesi di Trapani hanno festeggiato insieme il 50° di ordinazione presbiterale. La celebrazione giubilare si è tenuta nella parrocchia San Giuseppe alle fontanelle con inizio alle 17.30 ed è stata presieduta dal vescovo Pietro Maria Fragnelli.
Si tratta di don Tarcisio De Tomasi, 80 anni, originario di Gallarate (Varese) e di don Mario Natale, 78 anni, di Vibo Valentia. Entrambi sono stati ordinati a San Giovanni in Laterano, a Roma, il 30 marzo 1968. Nel corso di questi anni hanno svolto diversi servizi di responsabilità nell’Istituto della Carità fondato dal beato “Antonio Rosmini”. Don Tarcisio è stato maestro dei novizi, parroco a Milano e a Roma e più volte ha esercitato il suo ministero a Trapani dove attualmente è parroco in solido. Don Mario è stato padre provinciale, insegnante di Sacra Scrittura, parroco a Trapani e a Valderice. attualmente è tettore del Collegio internazionale Antonio Rosmini di Roma dove si occupa della formazione dei candidati al sacerdozio.
Un convegno a Rovereto per gettar luce sulle radici comuni e sulle intersezioni storiche, finora sconosciute, delle due grandi personalità religiose trentine
Antonio Rosmini, teologo, filosofo e sacerdote, proclamato beato dalla Chiesa Cattolica nel 2007, è nato a Rovereto nel 1797 e morto a Stresa nel 1855. Chiara Lubich, fondatrice e prima presidente del Movimento dei Focolari, è nata a Trento quasi settant’anni dopo, nel 1920, ed è morta a Rocca di Papa nel 2008. Sono senza dubbio tra le più grandi personalità religiose che il Trentino ha donato al mondo, ma a prima vista non sembrano avere nulla in comune se non la fede e la terra natale.
Eppure questa prima impressione potrebbe cogliere solo in parte la realtà: sotto la superficie, infatti, si possono individuare radici comuni e intrecci storici che le avvicinano più di quanto si possa immaginare. L’Istituto della Carità, fondato da Rosmini nel 1828, e il Movimento dei Focolari, fondato dalla Lubich nel 1943, conobbero alla fine degli anni ’40 e inizio ’50 una significativa convergenza proprio a Rovereto, città allora animata dal carisma dello scrittoreClemente Rebora, sacerdote rosminiano, che ebbe frequenti contatti coi Focolari. Qualcuno si chiede addirittura se ci sia stato un possibile influsso della spiritualità dell’unità nella genesi del suo famoso inno: Il gran grido (1953).
Al di là della mediazione di grandi personalità, come il rosminiano Clemente Rebora e il focolarino Igino Giordani, comunque, uno studioso che voglia andare in profondità su questi intrecci storici può analizzare aspetti come il rapporto col francescanesimo o l’amore per la filosofia, centrali sia per Rosmini che per la Lubich, senza dimenticare che a Rovereto assistente ecclesiastico del nascente movimento dei Focolari era un rosminiano.
Insomma di materia ce n’è. Per tutte queste ragioni, e in preparazione del centenario della nascita di Chiara Lubich, il 24 e 25 maggio prossimi, su iniziativa di Paolo Marangon, storico e saggista, studioso di storia del cristianesimo, vice-direttore del Centro Studi Rosminiani, e di Lucia Abignente storica e scrittrice, collaboratrice del Centro Chiara Lubich, si terrà proprio a Rovereto un convegno intitolato Antonio Rosmini e Chiara Lubich: radici e intersezioni storiche, con relazioni di F. De Giorgi, L. Abignente, N. Carella, E. Del Nero, A. Lo Presti , P. Marangon ed E. Manni.