Santa Famiglia Anno B. Il Vangelo. La vecchiaia del mondo e l'eterna giovinezza di Dio

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. [...]

 Maria e Giuseppe portarono il Bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. Una giovanissima coppia col suo primo bambino arriva portando la povera offerta dei poveri, due tortore, e la più preziosa offerta del mondo: un bambino. Non fanno nemmeno in tempo a entrare che subito le braccia di un uomo e di una donna si contendono il bambino. Sulle braccia dei due anziani, riempito di carezze e di sorrisi, passa dall'uno all'altro il futuro del mondo: la vecchiaia del mondo che accoglie fra le sue braccia l'eterna giovinezza di Dio. Il piccolo bambino è accolto non dagli uomini delle istituzioni, ma da un anziano e un'anziana senza ruolo ufficiale, però due innamorati di Dio che hanno occhi velati dalla vecchiaia ma ancora accesi dal desiderio. Perché Gesù non appartiene all'istituzione, ma all'umanità. L'incarnazione è Dio che tracima dovunque nelle creature, nella vita che finisce e in quella che fiorisce. «È nostro, di tutti gli uomini e di tutte le donne. Appartiene agli assetati, a quelli che non smettono di cercare e sognare mai, come Simeone; a quelli che sanno vedere oltre, come la profetessa Anna; a quelli capaci di incantarsi davanti a un neonato, perché sentono Dio come futuro» (M. Marcolini). Lo Spirito aveva rivelato a Simeone che non avrebbe visto la morte senza aver prima veduto il Messia. Sono parole che lo Spirito ha conservato nella Bibbia perché io, noi, le conservassimo nel cuore: anche tu, come Simeone, non morirai senza aver visto il Signore. È speranza. È parola di Dio. La tua vita non finirà senza risposte, senza incontri, senza luce. Verrà anche per te il Signore, verrà come aiuto in ciò che fa soffrire, come forza di ciò che fa partire. Io non morirò senza aver visto l'offensiva di Dio, l'offensiva del bene, l'offensiva della luce che è già in atto dovunque, l'offensiva del lievito. Poi Simeone canta: ho visto la luce da te preparata per tutti. Ma quale luce emana da Gesù, da questo piccolo figlio della terra che sa solo piangere e succhiare il latte e sorridere agli abbracci? Simeone ha colto l'essenziale: la luce di Dio è Gesù, luce incarnata, carne illuminata, storia fecondata, amore in ogni amore. La salvezza non è un opera particolare, ma Dio che è venuto, si lascia abbracciare dall'uomo, è qui adesso, mescola la sua vita alle nostre vite e nulla mai ci potrà più separare. Tornarono quindi alla loro casa. E il Bambino cresceva e la grazia di Dio era su di lui. Tornarono alla santità, alla profezia e al magistero della famiglia, che vengono prima di quelli del tempio. Alla famiglia che è santa perché la vita e l'amore vi celebrano la loro festa, e ne fanno la più viva fessura e feritoia dell'infinito. (Letture: Genesi 15,1-6; 21,1-3; Salmo 104; Ebrei 11,8.11-12.17-19; Luca 2,22-40)
 di Ermes Ronchi in Avvenire
 

Davanti al Mistero. I santi del Natale, oltre «il Poverello»

Ci provano ogni anno gli zeloti del laicismo, sostenitori iconoclasti di una società senza volti del nostro passato magari con il pretesto del rispetto per i fedeli di altre religioni. Incombe soprattutto l’onda sempre più lunga ed aggressiva del consumismo che non si arresta di fronte ad alcun luogo, ad ogni spazio sacro. Il fascino del Natale, tuttavia, resiste intatto con la sua discrezione e il suo silenzio, con i volti semplici dei pastori e del bambino di Betlemme. 

Non a caso la festa della nascita di Gesù ha attraversato i secoli e i millenni prima come promessa poi come desiderio di vicinanza al Figlio di Dio. All’origine vi è la promessa di Dio ad Abramo e a Davide di un erede, un re di pace e di misericordia, nei secoli mantenuta viva dai profeti, in particolare da Isaia come i cristiani hanno potuto ascoltare nel tempo di Avvento. Col passare dei secoli l’ attesa si faceva sempre più flebile, affidata esclusivamente al resto di Israele, un piccolo gruppo di giusti che ancora attendevano il Messia. Alcuni di questi poveri di Israele ci son divenuti familiari attraverso i racconti del Vangelo e le statuine dei presepi.

Quando entra nel tempio per offrire il sacrificio della sera, Zaccaria, il padre di Giovanni il Battista, seguiva pienamente gli ordinamenti dell’alleanza divina al Sinai. Ed è proprio nel cuore dell’antica alleanza che un angelo annuncia la nascita di un bambino chiamato a preparare la strada del Messia. Per lo stupore Zaccaria diventa muto e potrà nuovamente parlare e lodare Dio solo quando sarà nato suo figlio. Anche Elisabetta, sua moglie, è una donna dell’antica alleanza. Più di suo marito, tuttavia, ella si mostra accogliente verso il nuovo. All’arrivo di Maria sente il suo grembo sussultare e ripiena di Spirito Santo può riconoscere il ruolo preminente di Maria e del suo bambino. 

Giuseppe, secondo la legge, era il padre di Gesù. Per la genealogia di Matteo egli era discendente di Davide e così poté inserire Gesù nella dinastia davidica. Giuseppe, poi, rinuncia a ripudiare Maria e si rivela così come un uomo dal cuore giusto, un uomo della fede e dell’obbedienza. Pio israelita, fa parte di quegli umili, grandi santi «con la quale l’Antica Alleanza si dischiude alla Nuova e si trasforma in essa» (Benedetto XVI). 

Maria viveva nella cittadina di Nazaret ed era promessa sposa a Giuseppe. È tutto quello che sappiamo della Vergine prima del giorno dell’annunciazione quando un angelo le appare e le dice: «Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te». Poi l’angelo prosegue annunciando il motivo che è all’origine della gioia: Maria ha trovato grazia presso Dio ed è chiamata a divenire la Madre del Messia, la Madre di Gesù.
La nascita del Figlio di Dio dalla vergine Maria è il segno di un nuovo inizio nella storia di Dio con gli uomini. Questo nuovo avvio, tuttavia, non è staccato dalla radice di Iesse come Maria ben comprende e sottolinea nel cantico di ringraziamento, il Magnificat, pronunciato nella sua visita ad Elisabetta. Maria diviene così segno di luminoso abbandono al piano di Dio, speranza per il futuro dell’umanità (san Bernardo). E quando nel presepe vediamo Maria inginocchiata davanti al suo Bambino non è qualcosa di strano, bensì il giusto atteggiamento da tenere di fronte al Figlio di Dio. 

Accanto a Zaccaria, Giuseppe e Maria abbiamo già incontrato delle figure angeliche. Un altro angelo è inviato da Dio ad annunciare la nascita di Gesù a dei pastori, che si trovavano nelle vicinanze. L’annuncio è gioioso e allora non c’è da meravigliarsi se l’ angelo si trova improvvisamente circondato da una moltitudine celeste che ripete: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli». Al vederli i pastori si sorprendono ma a loro volta sono fiduciosi in Dio, destinatari privilegiati del suo amore. Seguendo l’esortazione dell’angelo, senza indugio si recano a Betlemme, vedono il bambino nella mangiatoia, riferiscono quanto è stato loro detto dagli angeli. 

Ha avuto così inizio il viaggio glorioso del Vangelo che prosegue dopo qualche tempo con la presentazione al tempio del bambino, quasi un gesto di restituzione al suo vero Padre. Al rito cultuale segue una scena profetica che ha per protagonista Simeone, un uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione di Israele. Avendo assistito alla funzione, si avvicina, prende il bambino tra le braccia e profettizza: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo/ vada in pace secondo la tua parola». Accanto al profeta appare la figura di una donna, Anna. Abitualmente presente nel tempio, assistette alla funzione e ne comprese il significato per il dono dello Spirito Santo. Lodava, perciò, Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Si dilatano, di conseguenza, i confini dell’annuncio. 

Vi è, tuttavia, da compiere un passo ulteriore: l’annuncio della salvezza ai pagani. Ne parla san Matteo raccontando dei magi venuti dall’Oriente alla ricerca della vera Sapienza perché, come scrive il Siracide, «Dio ha messo il suo occhio nei loro cuori per mostrare loro la grandezza delle sue opere». Si mettono, dunque, in viaggio e al seguito della stella giungono fino a Betlemme dove riconoscono e adorano il Bambino, il Figlio dell’Altissimo. Essi sono gli antesignani delle genti, aprono un cammino che attraversa i continenti e percorre l’intera storia dell’umanità.

Come è noto, fu san Francesco ad avere l’intuizione di ricreare le condizioni che accompagnarono la nascita di Gesù. Il santo di Assisi aveva la convinzione profonda della possibilità di incontrare Dio nella storia degli uomini. Di qui l’origine del presepe, segno di consolazione e di pace, di pellegrinaggio verso Gesù Bambino. Lasciò scritto san Francesco nell’ufficio della Passione: «Poiché il santissimo bambino diletto è dato a noi, e nacque per noi lungo la via, e fu deposto nella mangiatoia, perché egli non aveva posto nell’albergo. Gloria al Signore Dio nell’alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà». 

Di bambino diletto parla anche sant’Alfonso de’ Liguori. Sui monti sopra il golfo di Amalfi egli vide la miseria dei pastori e dei contadini non raggiunti da alcuna istruzione religiosa. Compose allora Tu scendi dalle stelle, un canto natalizio presto divenuto caro alla devozione popolare.

Alla fine della sua giovane vita santa Teresa del Bambino Gesù comprende che la via di Dio è la via dell’amore, la via che induce Gesù a scendere verso gli uomini. Teresa sceglie allora l’infanzia spirituale per la quale vuole restare una bambina affidandosi totalmente all’amore di Gesù. Scrive: «Sono una bambina incapace, debole, eppure la mia debolezza stessa mi dà l’audacia di offrirmi come vittima al tuo amore, Gesù». 

Non era certo priva di istruzione la consorella di Teresa, santa Teresa Benedetta della Croce. Eppure scriveva a sua volta: «Mettiamo le nostre mani nelle mani del Bambino divino, pronunciamo il nostro sì in risposta al suo "seguimi", e allora saremo una cosa sua e la sua vita divina potrà traboccare liberamente in noi. Ecco l’inizio della vita eterna in noi». 
da Avvenire

Domenica 24 Dicembre 2017 IV Avvento

24 Dicembre 2017  IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B)

Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: Viola

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Dopo la testimonianza di Giovanni Battista, ecco la testimonianza di Maria, madre di Dio, che ha serbato preziosamente in cuor suo le grandi cose che il Signore aveva fatto per lei. Il concepimento verginale di Cristo, così chiaramente esposto nel vangelo di oggi (Lc 1,34-35), non è un fatto isolato, una grazia a sé. Ma non ci è presentato nemmeno come il modo più adatto per la nascita del Messia. Ci è dato come sicurezza che il figlio, nato da Maria, “ sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio ”, perché “lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo ”. La nascita di Gesù dalla Vergine Maria non è una verità aggiunta alla verità dell’Incarnazione; è parte integrante di questo stesso mistero. E la divina condiscendenza, per mezzo della quale viene richiesto il consenso di Maria, perché possa realizzarsi il progetto divino, è ciò che san Paolo chiama la “ rivelazione del mistero taciuto per secoli eterni, ma rivelato ora... a tutte le genti perché obbediscano alla fede ” (Rm 16,25-26).

I santi del 24 Dicembre 2017


Santa PAOLA ELISABETTA (COSTANZA) CERIOLI   Vedova e fondatrice
Soncino, Cremona, 28 gennaio 1816 – Comonte, Bergamo, 24 dicembre 1865
Nata il 28 gennaio 1816 da una famiglia nobile di Soncino, in provincia di Cremona, Costanza Cerioli (come si chiamava all'anagrafe) andò sposa a 19 anni a un uomo molto più anziano di lei. Ebbe quattro figli, ma le morirono tutti giovanissimi: la prima a sei mesi dalla nascita, il terzo appena nato, mentre il quarto nacque morto. Il secondogen...
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Sant' IRMINA DI TREVIRI   Vergine
Treviri, sec. VII-VIII
Nacque a Treviri e visse tra il VII e l’VIII secolo. In seguito alla morte del marito fondò a Treviri un monastero di cui fu badessa.
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Santi ANTENATI DI GESù   
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Sant’ ANNONE DI WORMS   Vescovo
† 23 novembre 978
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Sant' ADELE DI PFALZEL   Abbadessa benedettina
sec. VIII - m. 730
Fondatrice e prima abbadessa del monastero benedettino di Pfalzel (Treviri), che aveva la stessa regola dei monasteri di Ohren e di Nivelles; nonna ed educatrice di san Gregorio di Utrecht. Morì intorno al 730.Santa Adele di Pfalzel è legata al nome di un altro grande apostolo della Germania, l'inglese san Bonifacio che predicò il vangelo in Frisia, nella pr...
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Santa RACHELE   Seconda moglie di Giacobbe
Paddan-Aram (Mesopotamia) - † Efrata (Betlemme, Palestina)
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Santa TARSILIA (O TARSILLA)   
Roma, secolo VI
La vigilia di Natale, la Chiesa - oltre a tutti i santi avi di Gesù, figlio di Davide, Abramo e Adamo - propone alla venerazione Tarsilia (o Tarsilla, VI sec.), zia paterna di Papa Gregorio I Magno. Proprio le opere del nipote ci dicono qualcosa di autorevole sulla vita di lei. Monaca con le sorelle Emiliana e Gordiana, visse la carità in tempi di peste e ca...
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San METROBIO VENERATO A MALESCO   Martire
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San IESSE   Patriarca, padre del re Davide
XI secolo a.C.
Padre del re Davide (1 Sam 16,1-13). “Germoglio che spunta dal tronco di Iesse” (Is 11,1) o “radice di Iesse” (Is 11,10; Rm 15,12) sono alcuni fra i titoli che vengono attribuiti a Gesù Cristo, per indicare che Dio rimane fedele al suo popolo e mantiene la promessa fatta al re Davide (cfr. 1 Sam 16, 1-13). Nell’arte crist...
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San DELFINO DI BORDEAUX   Vescovo
m. 401/403
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San GIACOBBE   Patriarca
Hebron, Terra di Canaan - † Egitto
Si chiama così secondo Gn 25,26 il figlio di Isacco e di Rebecca. Da Giacobbe si fanno discendere le 12 tribù di Israele. Le storie di Giacobbe non costituiscono nella Genesi una biografia organica, ma sono piuttosto una raccolta di vari racconti, che sono stati applicati a Giacobbe. Il suo nome viene fatto derivare con una etimologia popolare dalla parola e...
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San GREGORIO DI SPOLETO   Martire
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Beata ANGELINA DA TERNI   Clarissa
† 1459
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Beato PIETRO DE SOLANES   Mercedario
Contemporaneo di San Pietro Nolasco e che da lui stesso ricevette l'abito, il Beato Pietro de Solanes fu un famosissimo cavaliere laico che decorò l'Ordine Mercedario per insigne virtù. Con infinita umiltà, costanza nella preghiera e fervore nella fede, serenamente morì in pace.L'Ordine lo festeggia il 24 dicembre....
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Beato BARTOLOMEO MARIA DAL MONTE   Sacerdote e fondatore
Bologna, 3 novembre 1726 - Bologna, 24 dicembre 1778
Nacque a Bologna il 3 novembre 1726. Ordinato sacerdote nel 1749, si laureò in teologia nel 1751. Intraprese una attività missionaria, predicando in ben 62 diocesi italiane. Fondò la Pia Opera delle missioni per la preparazione missionaria del clero diocesano. Scrisse nel 1775 l'opera: «Gesù al cuore del sacerdote secolare e regolare, ovvero considerazioni e...
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Beate 6 MONACHE MERCEDARIE DI MERRIZ   
Mercedarie nel grande convento di clausura di Vera Cruz in Berriz (Spagna) le Beate: Maria Anna Prieto, Anna de Arrano, Orsola de Larisgoizia, Maria Maguna, Margherita da Sarria e Maria dell’Assunzione, furono insigni monache per la preghiera, la mortificazione, l’umiltà e la contemplazione. Colme di meriti e opere sante migrarono onorevolmente al Signore et...
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Beati DIONISIO RONEO, FILIPPO CLARO, GIULIO PONS E PIETRO DA VALLADOLID   Mercedari
Mercedari redentori i Beati: Dionisio Roneo, Filippo Claro, Giulio Pons e Pietro da Valladolid, liberarono molti schiavi dal duro giogo dei mussulmani. Virtuosi e pieni di zelo verso la salute delle anime, carichi di meriti arrivarono gloriosi al regno celeste. L’Ordine li festeggia il 24 dicembre....
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Stagione Concertistica 2017 al Calvario Domodossola "Officium Stellae" Domenica 17 Dicembre 2017 ore 18


Stagione Concertistica 2017 al Calvario di Domodossola "Officium Stellae" Domenica 17 Dicembre 2017 ore 18 presso l'Oratorio dell'Addolorata.

Sacra rappresentazione dei Tre Re (sec. XIII - XVI) con la "Schola Gregoriana del Sacro Monte Calvario" di Domodossola e il "Convivio Rinascimentale".

Musiche gregoriane  per l'Epifania e la Missa Sine Nomine di C.P. da Palestrina


segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale

Don Antonio Riboldi. Un prete nelle periferie



«Noialtri, gente di strada, crediamo con tutte le nostre forze che questa strada, che questo mondo nel quale Dio ci ha posto sia il luogo della nostra santità». Il pensiero di Madeleine Delbrêl, «una mistica nel mondo», era certamente conosciuto e vissuto da don Antonio Riboldi nella sua esperienza siciliana, in particolare in quella nella valle del Belice sconvolta dal terremoto avvenuto nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968. I morti, provocati anche da scosse successive, furono circa 300. Di tante persone sconvolte dalla tragedia don Riboldi divenne voce che si levò forte per chiedere che non l’abbandono ma la solidarietà e la giustizia fossero la risposta delle istituzioni e del paese. Lo si chiamò «il prete dei terremotati»come anni dopo, nel 1978, giunto ad Acerra, lo si definì «il vescovo contro la camorra».
Un percorso difficile e rischioso per la legalità che coinvolse molti giovani non solo in Campania.

Lo si chiamò, infine, «il prete dei carcerati» per il suo impegno verso la riabilitazione perché, affermava, «è riconoscendo la loro storia che possiamo provare ad aiutarli a ripartire. Loro gli invisibili hanno bisogno di adulti presenti, di persone che, guardandoli negli occhi, ne riconoscano l’esistente». Definizioni che aiutano a conoscere don Antonio Riboldi e, ancor più, a capire il significato della sua vocazione.

Aveva fatto la scelta di vivere e testimoniare la carità nelle periferie esistenziali in fedeltà al carisma dell’Istituto della Carità, la congregazione religiosa fondata da don Antonio Rosmini e a cui apparteneva.
Una scelta vissuta nei luoghi che papa Francesco indica come fondamentali per condividere la gioia delvangelo con il linguaggio umano dell’accoglienza, della condivisione, dell’accompagnamento, della sete di giustizia.

Con don Antonio Riboldi la memoria, collegando il passato all’oggi, consente di ritrovare nella storia della chiesa italiana testimoni che, nel tempo, hanno abitato con amore luoghi ignorati e abbandonati. Così ora si può riconsegnare a questo prete la frase che egli pronunciò nell’omelia della messa funebre per il medico missionario Carlo Urbani celebrata nel 2003: «La gente semplice ha bisogno di sapere, di conoscere queste gradi figure che davvero onorano l’uomo fatto a immagine e somiglianza del Padre».
La gente ha bisogno di sapere anche un’altra cosa. Lo stesso don Antonio Riboldi l’aveva ricordato riprendendo, in un’omelia, un pensiero del card. Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano:

«Quando passa un “santo” la gente si ferma, come davanti al momento della verità e della bellezza dell’uomo».

Questo accadeva anche quando si incontrava il vescovo di Acerra, con il suo volto umile e sorridente, alle assemblee generali della Cei. Questo accade nell’apprendere la notizia della sua morte avvenuta a Stresa il 10 dicembre 2017.
Luca Bortoli
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I santi del 17 Dicembre 2017

 
San GIOVANNI DE MATHA   Sacerdote
Faucon (Alpes-de-Haute-Provence, Francia), 23 giugno 1154 - Roma, 17 dicembre 1213
Provenzale, docente di teologia a Parigi, prete a 40 anni, Giovanni de Matha lasciò la cattedra, divenendo sacerdote. Durante la sua prima messa, il 28 febbraio 1193, gli accade qualcosa di straordinario. Mentre celebrava gli comparve una visione: un Uomo dal volto radioso, che teneva per mani due uomini con catene ai piedi, l'uno nero e deforme, l'al...
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San MODESTO   Patriarca di Gerusalemme
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Santi MARTIRI DI ELEUTEROPOLI   
Si tratta di cinquanta soldati, che al tempo dell'imperatore Eraclio furono martirizzati dai Saraceni.
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Santo STURMIO DI FULDA   Abate
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San JOSè MANYANET Y VIVES   Sacerdote
Tremp (Lleida, Spagna) 7 gennaio 1833 - Barcelona (Spagna) 17 dicembre 1901
“Dio ha chiamato i fedeli a contemplare ed imitare la Santa Famiglia per mezzo del Beato José Manyanet, sacerdote” (Mess. Romano), è quindi l’apostolo della Sacra Famiglia di Nazaret e il profeta della famiglia. Nella casa di Nazaret trovò il modello per le comunità religiose, il Vangelo per la famiglia e la peda...
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San CRISTOFORO DI COLLESANO   Monaco
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San FLORIANO   Venerato a Bologna
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Santa WIVINE (VIVINA)   Badessa benedettina
Brabante, Belgio, 1103 – Grand-Bigard (Brabante), 17 dicembre 1170
È considerata come la fondatrice e la prima superiora dell'abbazia benedettina di Grand-Bigard, nella provincia del Brabante in Belgio, dove nel 1126, a 23 anni, fondò un eremo, adottando poi nel 1129, per lei e per le discepole che lì si erano radunate, la Regola di san Benedetto. Il suo nome compare solo in un documento di Goffredo I di Brabante, datato 11...
www.santiebeati.it/dettaglio/92014
Santa BEGGA   Badessa di Andenne
Nata nel VII secolo da nobile famiglia carolingia, Begga si sposò e rimase vedova. Allora - sull'esempio della madre, santa Itta, che alla morte del marito, il beato Pipino di Landen, si era ritirata nel monastero belga di Nivelles - fondò Notre-Dame ad Andenne-sur-Meuse (Belgio), di cui fu badessa. Le si attribuì la fondazione di sei oratori intorno alla ch...
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Santi ANANIA, MISAELE E AZARIA (ABDENAGO, MISACH E SIDRACH)   Martiri
Abdenago, Misach e Sidrach, chiamati anche Anania, Misaele e Azaria, sono personaggi biblici. Il libro del profeta Daniele, nei primi tre capitoli, espone la vicenda di questi tre personaggi con dovizia di particolari. Sono i tre giovinetti, divenuti governatori di Babilonia, che, per non aver voluto adorare un idolo pagano, furono gettati in una fornace a...
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San GIUDICAELE (JUDICAëL)   Re di Bretagna
590 circa – 658 circa
San Giudicaèle (Judicaël), fratello di San Giudoco, in un primo tempo entrò in monastero sotto la guida di San Mavenno (Mèen), ma poi rivendicò i suoi diritti al trono di Bretagna. Governò con saggezza, riportando la pace tra i Bretoni e i Franchi. Dopo aver abdicato al regno, si dice abbia passato gli ultimi anni della sua vita nel monastero di Saint-Mèen....
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Sant' OLIMPIA   Vedova
Nacque verso il 361 da un'agiata famiglia di Costantinopoli. Divenuta orfana in giovane età, fu affidata per l'educazione a Teodosia, sorella del vescovo di Iconio, sant'Anfilochio. Fin da giovanissima, così, Olimpia fu istruita sulla Sacra Scrittura. Imitando santa Melania, si dedicò alla mortificazione, e pur potendo aspirare ad una brillante posizione nel...
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Beato PIETRO DI SPAGNA   Martire mercedario
† 1418
Famoso per la propagazione della fede cattolica, il Beato Pietro di Spagna, cavaliere laico dell'Ordine Mercedario, fu uomo di grande dottrina e santità della vita.Trovandosi ad Algeri in Africa, andò in testa all'esercitò cristiano e avanzando con una croce in mano contro le schiere dei saraceni, fu trafitto da una freccia dei mussulmani e poi venne tagliat...
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Beata MATILDE DEL SAGRADO CORAZON TELLEZ ROBLES   Fondatrice
Robledillo de la Vera, Spagna, 30 maggio 1841 - 17 dicembre 1902
Fondò la Congregazione delle Figlie di Maria Madre della Chiesa. Educata fin da piccola nella fede cristiana, molto giovane decise di dedicarsi totalmente al Signore, nonostante il padre volesse per lei una brillante vita sociale. Oggi la congregazione è presente in Spagna, Portogallo, Italia, Venezuela, Colombia, Perù, Messico....
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Beato GIACINTO MARIA CORMIER   Domenicano
Orleans, 1832 - Roma, 1916
Avvertendo già da seminarista il richiamo alla vita religiosa, professò in privato i voti ed entrò nel Terz'Ordine. Nel 1856, il giorno dopo la sua ordinazione sacerdotale, entrò nel noviziato di Flavigny, fondato da R. Lacordaire. A partire dal 1859, servì l'Ordine in diversi uffici: maestro dei novizi, priore in molti conventi, priore della provincia di To...
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Foglietto Letture Salmo Liturgia III Domenica Avvento – Gaudete

17 Dicembre 2017  III DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B) - GAUDETE

Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: VIOLA O RASACEO

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Il messaggero, annunciato nel vangelo di domenica scorsa, è descritto in modo più dettagliato dall’evangelista Giovanni. Egli ci ricorda, infatti, i dialoghi che Giovanni Battista ebbe con sacerdoti e leviti, venuti da Gerusalemme per interrogarlo. Era forse il Messia? No, rispose Giovanni Battista: “ Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia ” (Gv 1,23). Sant’Agostino commenta: “Giovanni Battista era una voce, ma in principio il Signore era il Verbo. Giovanni fu una voce per un certo tempo, ma Cristo, che in principio era il Verbo, è il Verbo per l’eternità” (Serm 293) “ Egli - dice l’evangelista Giovanni - venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui ”. Vi sentiamo un’eco del prologo: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo ” (Gv 1,9). Anche noi dobbiamo essere suoi testimoni (Gv 15,27) e ciò, prima di tutto, nella santità delle nostre vite perché “ mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia ” (Is 61,10).

Morto monsignor Antonio Riboldi, prete dei terremotati e vescovo anticlan

Si fece voce dei terremotati del Belice, in Sicilia, che vivevano al freddo nelle baracche. Fu Pastore in terra di camorra, in anni in cui i morti si contavano a centinaia. Prete-terremoto, vescovo anticamorra: è morto monsignor Antonio Riboldi, per tutti don Antonio, vescovo emerito di Acerra (Napoli).
Il decesso all'alba, a 94 anni, a Stresa, in Piemonte, presso la casa dei rosminiani dove si trovava dalla scorsa estate. A darne l'annuncio la Curia di Acerra dove è stato vescovo dal '78 al 2000.  I funerali saranno celebrati nella cattedrale di Acerra (Napoli).
La sua lotta alla criminalità organizzata lo portò, negli anni '80, ad una manifestazione contro la camorra ad Ottaviano, dove guidò migliaia di giovani nella città di Raffaele Cutolo, boss indiscusso della Nco.

Dopo una messa, prevista per martedì, nel convento dei monaci rosminiani a Stresa, dove il presule si è spento in nottata in seguito ad una lunga malattia, la salma di monsignor Riboldi è attesa ad Acerra, ed ancora non è chiaro se la sepoltura avverrà all'interno della cattedrale, così come da desiderio del presule.
Nominato vescovo di Acerra il 25 gennaio 1978 dal Beato Papa Paolo VI, monsignor Antonio Riboldi, che apparteneva all'ordine dei rosminiani, fece il suo ingresso in diocesi il 9 aprile dello stesso anno, occupando una sede vacante da 12 anni. Don Riboldi trovò una situazione non facile, dovendo ''rianimare la vita ecclesiale e sostenere l'intera comunità tra le problematiche di un momento che richiede la difesa della dignità della persona''. Ma le sue attenzioni si rivolsero soprattutto al contrasto alla camorra, tanto da essere messo sotto scorta.
Storica la marcia che negli anni '80 portò migliaia di giovani ad Ottaviano, città del capo indiscusso della Nco, Raffaele Cutolo. ''Meglio ammazzato che scappato dalla camorra'', gli avrebbe detto sua madre quando le palesò i suoi timori. ''In quel momento - disse il presule in occasione dei suoi 90 anni celebrati nel 2013 nel Duomo di Acerra - mi sono sentito veramente di essere un vescovo, e ho capito cosa significava essere un prelato che deve amare la gente anche se non ricambiato, amare la Chiesa anche se non tutti ti capiscono''.

Don Riboldi incontrò anche numerosi criminali in carcere, tra cui lo stesso Cutolo, e al presule sono attribuiti i pentimenti di alcuni ex camorristi. Nonostante la rinuncia all'esercizio episcopale per i limiti d'età raggiunti nel 1999, il vescovo emerito aveva scelto di restare ad Acerra, che gli ha conferito un paio di anni fa la cittadinanza onoraria, e continuava a celebrare Messa nella chiesa dell'Annunziata. ''I nostri contatti erano costanti - ha ricordato monsignor Antonio Di Donna, attuale vescovo di Acerra - e fino a quando le forze glielo hanno consentito ha celebrato spesso la Messa domenicale in Cattedrale seguendo sempre con vivo interesse la vita della diocesi e chiamandomi personalmente nei momenti importanti di questa Chiesa locale''.
Anche la vita diocesana riprende vigore grazie al carisma e all'impegno di monsignor Riboldi, e lo stesso presule spesso ricordava lo stupore che gli aveva confessato l'arcivescovo di Milano di fronte a tanta vitalità, nonostante le piccole dimensioni della diocesi. Curioso e aperto alla modernità, Riboldi è stato uno dei primi vescovi a sbarcare su Internet nel 1997: fino a poco tempo fa le sue omelie arrivavano a migliaia di persone.
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"Quando la poesia incontra il segno" Sabato 9 Dicembre 2017 al Sacro Monte Calvario di Domodossola

Sabato 9 Dicembre 2017 alle ore 16 presso la Sala Bozzetti del Sacro Monte Calvario di Domodossola sono di scena i “Fogli volanti” di Margherita Cassani e Daniela Denti:  fogli che nascono a partire dalle sollecitazioni dei poeti. Dal 2009, poesia e incisione s’incontrano in “Fogli volanti”, piccole edizioni d’arte con poesie inedite di poeti contemporanei.


segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale

I santi del 09 Dicembre 2017


San JUAN DIEGO CUAUHTLATOATZIN   Veggente di Guadalupe - Memoria Facoltativa
1474 circa - Guadalupe, 1548
Nel dicembre 1531 la Madonna apparve a Guadalupe, in Messico, scegliendo come suo interlocutore un povero indio, Juan Diego, nato verso il 1474 e morto nel 1548, che prima di convertirsi al cattolicesimo portava un affascinante nome azteco, Cuauhtlotatzin, che sta a significare “colui che parla come un’aquila”. Cuauhtlotatzin fu tra i primi a ricevere il bat...
www.santiebeati.it/dettaglio/90946
Santi PIETRO, SUCCESSO, BASSIANO, PRIMITIVO E COMPAGNI   Martiri in Africa
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Sant’ ANNA   Madre di Samuele
Dall'ebraico "Hannah", Anna significa "pietà". Più donne bibliche portano questo nome; quella di cui parleremo oggi è una delle due mogli di Elkana lo Zufita. Essendo sterile, andata pellegrina al Tempio di Silo, una vallata tra Sichem e Rama, la località dove abitava, implora il Signore di renderla madre, facendo voto di offrigli la sua creatura per per tut...
www.santiebeati.it/dettaglio/93757
San SIRO DI PAVIA   Vescovo
sec. IV
Nel giovinetto che porse a Gesù i pani e i pesci per il miracolo della moltiplicazione, una leggenda fiorita in Italia, identifica il primo vescovo di Pavia, san Siro. Tale leggenda sarebbe riferita dall'autore del «De laudibus Papiae», uno scritto del 1330. Dietro a questo scritto ci sarebbe la «Vita di san Siro», risalente al...
www.santiebeati.it/dettaglio/80800
Santa LEOCADIA DI TOLEDO   Vergine e martire
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Santa GORGONIA   Sorella di San Gregorio N.
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San CIPRIANO DI GENOUILLAC   Abate
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San PIETRO FOURIER   Sacerdote
Mirecourt, Francia, 30 novembre 1565 - Gray, Francia, 8 dicembre 1640
Nasce da una famiglia di commercianti il 30 novembre 1565 a Mirecourt in Lorena, una regione indipendente e, in piena Riforma protestante, ancora fedele a Roma. Si presenta all’istituto superiore della Compagnia di Gesù fondato a Pont-à-Mousson, vicino alla capitale Nancy, nel 1579. Quattro anni dopo, ritorna a Pont-à-Mousson per f...
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Santa VALERIA DI LIMOGES   Martire
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San VITTORE DI PIACENZA   Vescovo
Piacenza 300 ca. – 7 dicembre 375 ca.
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Beati RICCARDO DE LOS RIOS FABREGAT, GIULIANO RODRIGUEZ SANCHEZ E GIUSEPPE GIMENE   Sacerdoti salesiani e martiri
† Picadero de Paterna, Spagna, 9 dicembre 1936
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Beato AGOSTINO DE REVENGA   Mercedario
† 1569
Discendente da un'illustre famiglia, il Beato Agostino de Revenga, fu molto più illustre nell'Ordine Mercedario per la sua opera e le virtù della vita religiosa. Nel convento dell'Immacolata Concezione di Alcalà in Spagna, fu famoso dottore in Sacra Teologia e rettore dello stesso collegio dal 1545 fino alla morte. Grande penitente, digiunò quasi tutti i gio...
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Beato BERNARDO DI GESù SILVESTRELLI   Passionista
Roma, 7 novembre 1831 - Moricone (Roma), 9 dicembre 1911
Il beato passionista Bernardo di Gesù Silvestrelli nacque a Roma nel 1831. Di agiata condizione, studiò al Collegio Romano. Entrato nella congregazione di san Paolo della Croce, fu compagno di noviziato di Francescco Possenti, futuro san Gabriele dell'Addolorata. Divenuto superiore a Roma, visse con Pio IX i travagli seguiti alla breccia di Porta Pia. Fu ele...
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Beata DOLORES BROSETA BONET   Martire
La sua testimonianza di martire ha un grande valore spirituale, perché fu arrestata dai repubblicani spagnoli mentre forniva cibo ad alcune suore nascoste durante la persecuzione anticattolica. A loro volle unirsi, pur potendo, da laica, rimanere a casa con i suoi familiari senza correre pericolo. Beatificata il 13 ottobre 2013....
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Beati 10 PADRI MERCEDARI   
Questi 10 Beati padri mercedari: Arnaldo de Querol, Raimondo Binezes, Pietro Serra, Guglielmo Pagesi, Giovanni de Mora, Bernardo de Collotorto, Lorenzo da Lorca, Sancio de Vaillo, Berengario Pic e Domenico de Ripparia, fecero onore alla Chiesa e all’Ordine Mercedario con la santità e le virtù della vita. La loro memoria ed il loro nome vivono in eterno ed es...
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Beato GIUSEPPE FERRER ESTEVE   Sacerdote scolopio, martire
Algemesí, Spagna, 17 febbraio 1904 - Llombay, Spagna, 9 dicembre 1936
Giuseppe Ferrer Esteve nacque ad Algemesí , diocesi e provincia di Valencia, il 17 febbraio 1904, da Giuseppe e Franziska Ferrer e venne battezzato il giorno seguente col nome di Giuseppe. Il 7 agosto 1919 entrò nel noviziato degli Scolopi ed il 27 agosto 1920 emise i voti semplici. Dopo il periodo di formazione e la professione dei voti solenn...
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Beato LIBORIO WAGNER   Sacerdote e martire
Mühlausen, Turingia, 5 dicembre 1593 - Schonungen, 9 dicembre 1631
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Commento al Vangelo II Domenica di Avvento Anno B


Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Inizio del Vangelo di Gesù. Sembra quasi un'annotazione pratica, un semplice titolo esterno al racconto. Ma leggiamo meglio: inizio di Vangelo, di una bella, lieta, gioiosa notizia. Ciò che fa cominciare e ricominciare a vivere e a progettare è sempre una buona notizia, un presagio di gioia, una speranza intravista.
Inizio del Vangelo che è Gesù. La bella notizia è una persona, un Dio che fiorisce sulla nostra terra: «Il tuo nome è: Colui-che fiorisce-sotto-il-sole» (D.M. Turoldo). Ma fioriscono lungo i nostri giorni anche altri vangeli, pur se piccoli; altre buone notizie fanno ripartire la vita: la bontà delle creature, chi mi vive accanto, i sogni condivisi, la bellezza seminata nel mondo, «la tenerezza che trova misteri dove gli altri vedono problemi» (L. Candiani). E se qualcosa di cattivo o doloroso è accaduto, buona notizia diventa il perdono, che lava via le ombre dagli angoli oscuri del cuore.
Viene dopo di me uno più forte di me. Gesù è forte, non perché “onnipotente” ma perché “onni-amante”; forte al punto di dare la propria vita; più forte perché è l'unico che parla al cuore. E chiama tutti a essere “più forti”, come lo sono i profeti, a essere voce che grida, essere gente che esprime, con passione, la propria duplice passione per Cristo e per l'uomo, inscindibilmente. La passione rende forte la vita.
Giovanni non dice: verrà un giorno, o sta per venire tra poco, e sarebbe già una cosa grande. Ma semplice, diretto, sicuro dice: viene. Giorno per giorno, continuamente, ancora adesso, Dio viene. Anche se non lo vedi e non ti accorgi di lui, Dio è in cammino. L'infinito è all'angolo di ogni strada. C'è chi sa vedere i cieli riflessi in una goccia di rugiada, Giovanni sa vedere il cammino di Dio, pastore di costellazioni, nella polvere delle nostre strade. E ci scuote, ci apre gli occhi, insinua in noi il sospetto che qualcosa di determinante stia accadendo, qualcosa di vitale, e rischiamo di perderlo: Dio che si incarna, che instancabilmente si fa lievito e sale e luce di questa nostra terra.
Il Vangelo ci insegna a leggere la storia come grembo di futuro, a non fermarci all'oggi: questo mondo porta un altro mondo nel grembo. La presenza del Signore non si è dissolta. Anzi, il mondo è più vicino a Dio oggi di ieri. Lo attestano mille segni: la coscienza crescente dei diritti dell'uomo, il movimento epocale del femminile, il rispetto e la cura per i disabili, l'amore per madre terra...
La buona notizia è che la nostra storia è gravida di futuro buono per il mondo, gravida di luce, e Dio è sempre più vicino, vicino come il respiro, vicino come il cuore. Tu sei qui, e io accarezzo la vita perché profuma di Te.
(Letture: Isaia 40,1-5.9-11; Salmo 84; 2 Pietro 3,8-14; Marco 1,1-8)

da Avvenire

Piazza San Pietro. Accesi albero e presepe. Il grazie di papa Francesco ai bambini

L'albero di Natale in piazza San Pietro (Siciliani)
«Questa sera, quando si accenderanno le luci del presepe e dell'albero di Natale, anche i desideri che avete trasferito nei vostri lavori di decorazione dell'albero saranno luminosi e visti da tutti. Grazie». Lo ha detto il Papa ai bimbi che hanno realizzato gli addobbi per l'albero di Natale che verrà acceso questo pomeriggio inpiazza San Pietro.
Il Papa passa accanto alle decorazioni preparate per l'albero di Natale ricevendo stamani in Vaticano gruppi dei donatori di albero e presepe per piazza San Pietro (Ansa)
Il Papa passa accanto alle decorazioni preparate per l'albero di Natale ricevendo stamani in Vaticano gruppi dei donatori di albero e presepe per piazza San Pietro (Ansa)
I bambini sono in cura presso i reparti oncologici di alcuni ospedali italiani e delle zone terremotate del Centro Italia, coordinati dalla Fondazione Contessa Lene Thun. Papa Francesco li ha ricevuti insieme alle delegazioni della Polonia e della Abbazia di Montevergine, che hanno donato albero e presepe per piazza San Pietro. Il presepe, realizzato in stile napoletano settecentesco, quest'anno è ispirato alle opere di misericordia.
Il presepe in piazza San Pietro (Siciliani)
Il presepe in piazza San Pietro (Siciliani)
«Ogni anno il presepe e l'albero di Natale - ha detto il Papa - ci parlano col loro linguaggio simbolico», sono i «segni della compassione del Padre celeste, della sua partecipazione e vicinanza all'umanità». «L'albero proteso verso l'alto ci stimola a protenderci verso i doni più alti», mentre «nella semplicità del presepe noi incontriamo e contempliamo la tenerezza di Dio, manifestata in quella del Bambino Gesù».
«Cari bambini - ha proseguito li Papa - il mio grazie è rivolto soprattutto a voi. Nei vostri lavori avete trasferito i vostri sogni e i vostri desideri da innalzare al cielo e da far conoscere a Gesù, che si fa bambino come voi per dirvi che vi vuole bene. Grazie per la vostra testimonianza, per aver reso più belli questi segni natalizi, che i pellegrini e i visitatori provenienti da tutto il mondo potranno ammirare. Grazie, grazie».
Piazza san Pietro con l'albero di Natale illuminato (Siciliani)
Piazza san Pietro con l'albero di Natale illuminato (Siciliani)
«Il Natale del Signore - ha concluso Francesco - sia l'occasione per essere più attenti alle necessità dei poveri e di coloro che, come Gesù, non trovano chi li accoglie».
da Avvenire

8 Dicembre IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA

L’Avvento, il tempo liturgico che stiamo vivendo da qualche giorno, è tempo di Annuncio. 


In questa festa dell’Immacolata Concezione di Maria, il Signore viene anche a noi per annunciare che “abbiamo trovato Grazia presso Dio”: Lui si compiace di noi. Ma in cosa? Si compiace in quello di cui non ci aspettiamo, cioè in quello di cui non possiamo vantarci, della nostra povertà, insomma della nostra piccolezza. 

Perché se, come Maria, siamo capaci di accoglierlo nelle nostre povertà, allora incontreremo finalmente il vero volto di Dio: quello di un Padre amorevole e paziente.

Perché Dio ti ama e vuole che tu riceva lo Spirito Santo, lo Spirito di Suo figlio, che tu riceva l’allegria e la Gioia di sentirti amato, capito, difeso da Cristo! La stessa Gioia che la maternità di Cristo fa esclamare a Maria: “Come è possibile?”.

Se accogliamo l’Annuncio di questo amore, se accettiamo che non siamo degni né capaci di capirlo, insomma se abbiamo in noi la disponibilità di Maria, anche dal nostro cuore sgorgherà questa lode: «L'anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva» (Luca 1, 46-48).

Che questa esultanza di Gioia divenga anche la nostra!

tratto da frammaenti di pace

Il convento ecologico per il turismo

Karl ZIlliken Il convento “bio” motore del turismo per Isola. E l'artefice di tutto questo è nientemeno che Papa Francesco. È stato proprio il Pontefice, nel maggio 2015, a pubblicare l'ormai famosa enciclica “Laudato sì”, che si concentra sulla difesa del creato per garantire le generazioni future e ad Isola non solo hanno recepito il messaggio ma da subito hanno deciso di metterlo in pratica. La miriade di attività legate all'area di Santa Maria del Cengio gestita dalla Comunità dei Servi di Maria, tra il convento e l'Eremo, attira ogni anno almeno 5 mila persone, sedotte in gran parte dal lato spirituale ma anche da quello che punta all'ecologia. Lo spiegano padre Ermes Ronchi, che guida il convento e Marina Marcolini, docente di lettere all'Università di Udine che collabora con Ronchi da quasi dieci anni. I due sono anche rispettivamente presidente e vice della neonata associazione “Casa dei sentieri e dell'ecologia integrale” che mira a coordinare le attività organizzate su impulso della “Laudato sì'”. «L'obiettivo dell'associazione è di mettere in pratica quanto chiesto da Francesco – raccontano Ronchi e Marcolini -. Avevamo già iniziato con alcuni trekking eco-biblici improntati alla vita sobria. Con gruppi tra le 25 e le 40 persone abbiamo affrontato tre giorni di cammino ispirati alla sobrietà. Il telefono da usare il meno possibile, per il cibo nessuna pretesa ma soprattutto la condivisione, la riflessione ed una serie di incontri con persone che hanno fatto scelte forti nella vita. Chi ha partecipato ci ha detto che è stato l'avvio di una guarigione». Il convento ha avviato due collaborazioni importanti, sia con gli agricoltori biologici della zona che fanno parte di Aveprobi, l'associazione veneta dei produttori biologici e biodinamici, sia con l'associazione “Medici per l'ambiente”. «Per affrontare le problematiche sollevate da Papa Francesco, è necessario unire le forze e le nostre proposte guardano in questa direzione. La nostra proposta è ampia, ma soprattutto vogliamo sia di qualità - proseguono -. Ci sono anche le attività continuative del convento come la concessione in comodato dell'uliveto e del vigneto del convento ad una cooperativa che reinserisce nel mondo del lavoro persone svantaggiate, l'approfondimento biblico il venerdì sera ed il cammino esistenziale ogni mese sui sentieri verso l'eremo». L'avvio della Romea Strata che fa del convento di Isola uno dei punti salienti del percorso accompagnerà un 2018 che sarà ulteriormente ricco di proposte: «Durante l'estate – aggiungono Ronchi e Marcolini - riusciamo anche ad ospitare una ventina di persone nelle nostre camere, ma per questioni legate al riscaldamento è un'offerta limitata alla bella stagione. Ci piacerebbe aumentare il numero di camere riscaldate per fare del convento un vero e proprio punto di sosta, ma mancano i fondi. Ci sarebbe anche già nel cassetto un progetto per una ristrutturazione complessiva». Tra “Aperilibri”, concerti, approfondimenti biblici ed ecologici, il convento è un vero e proprio centro culturale per Isola e tutto il comprensorio: «Dopo l'aggressione a fra' Germano, che rientrerà prima di Natale, aumenteremo l'illuminazione ma non sarà certo un episodio buio a far cadere le tenebre sul convento» 

Ilgiornaledivicenza

I santi del 07 Dicembre 2017


Sant' AMBROGIO   Vescovo e dottore della Chiesa - Memoria
Treviri, Germania, c. 340 - Milano, 4 aprile 397
Ambrogio, di famiglia romana cristiana, governatore delle provincie del nord Italia, fu acclamato vescovo di Milano il 7 dicembre 374. Rappresenta la figura ideale del vescovo, pastore, liturgo, e mistagogo. Aveva scelto la carriera di magistrato – seguendo le orme del papà, prefetto romano della Gallia – e a trent’anni si trovava ...
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Santa MARIA GIUSEPPA ROSSELLO   Vergine
Albissola Marina (Savona), 27 maggio 1811 - Savona, 7 dicembre 1880
Nacque nel 1811 presso Savona e sin da piccola si distinse per carità e devozione. Non ebbe mai una bambola, non solo perché era un giocattolo molto costoso ma anche perché al divertimento anteponeva i problemi della gente, specie i giovani dei quartieri popolari. Iscrittasi tra le terziarie francescane, lavorò, presso due due nob...
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San PIETRO BAIETTA   Martire mercedario
† 1397
Originario di Cuenca (Spagna), San Pietro Beteta, entrò nell'Ordine Mercedario a Barcellona dove il suo fervore e la sua umiltà si distinsero tanto che da frate laico fu elevato a religioso professo e ordinato sacerdote. Sucessivamente passò per i conventi di Saragozza, Perpignano (Francia), Calatayud, Vic, Portel, Valenza e in quello di EI Puig; nominato re...
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Sant' ATENODORO   Martire
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Sant' URBANO DI TEANO   Vescovo
sec. IV
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San GIOVANNI IL SILENZIARIO   Vescovo
m. 558
Rinunciò al governo della diocesi di Taxara, Armenia, per entrare nel monastero di San Saba, in Palestina, dove visse servendo umilmente i suoi fratelli.
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San CARLO GARNIER   Gesuita, martire in Canada
Parigi, 25 maggio 1605 – Etbarita (Canada), 7 dicembre 1649
viene ordinato sacerdote nel 1635. L'anno seguente, l'8 aprile 1636, a 31 anni si imbarca per Quebec, in Canada e da qui poi raggiunge, a bordo di una canoa, il territorio degli indiani Uroni. Vince la loro diffidenza prodigandosi nel curare i malati di peste. Viene poi mandato ad evangelizzare la regione a sud della baia Georgiana e qui, nel 1646, fonda due...
www.santiebeati.it/dettaglio/92011
Santa SERENA DI SPOLETO   Vedova e martire
Abbiamo sue notizie dalla vita di san Savino vescovo di Spoleto. Visse quindi nella stessa epoca del Santo Vescovo ed è ricordata per la sua carità eroica e per la venerazione verso il suo vescovo.Martire sotto Diocleziano, non si hanno più sue notizie fino al sec. X quando le sue venerate reliquie dal Monastero di san Savino vengono traslate a Metz dal vesc...
www.santiebeati.it/dettaglio/90505
Santa FARA (BURGUNDOFARA)   Badessa
Originaria di Pipimisicum (oggi Poincy, presso Meaux), ebbe due fratelli santi: Cagnoaldo, monaco a Luxeuil, e Farone, vescovo di Meaux. Lo stesso san Colombano, esiliato a Luxeuil e ospite in casa dei genitori di Fara, da giovane le indicò la via della consacrazione. Tuttavia, una volta cresciuta il padre si oppose, preferendo per lei il matrimonio. Solo Eu...
www.santiebeati.it/dettaglio/90270
San SABINO DI SPOLETO   Vescovo e martire
III-IV secolo
Il nuovo martirologio cita in data odierna il vescovo e martire San Savino. La città umbra di Spoleto, di cui forse ricoprì la carica episcopale, lo venera con i santi diaconi Marcellino ed Esuperanzio. Varie città rivendicano le sue reliquie ed è spesso confuso con altri personaggi omonimi....
www.santiebeati.it/dettaglio/91900
Beata AURELIA (CLEMENTINA FRANCISCA) ARAMBARRI FUENTE   Religiosa e martire
Vitoria, Spagna, 23 ottobre 1866 – Aravaca, Madrid, 6/7 dicembre 1936
Suor Aurelia Arambarri Fuente, al secolo Clementina Francisca, era una religiosa delle Suore Serve di Maria Ministre degli Infermi, fondate da santa Maria Soledad de Acosta. Ricevette l’abito dalla medesima Fondatrice e fu superiora in numerose comunità. A causa di una paralisi progressiva, si ritirò nell’infermeria della Casa Madre...
www.santiebeati.it/dettaglio/96083
Beata AURORA (JUSTA) LOPEZ GONZALEZ   Religiosa e martire
San Lorenzo, Madrid, Spagna, 29 maggio 1850 – Aravaca, Madrid, 6/7 dicembre 1936
Suor Aurora Lopez Gonzalez, al secolo Justa, era una religiosa delle Suore Serve di Maria Ministre degli Infermi, fondate da santa Maria Soledad de Acosta. Fu un fedele riflesso della spiritualità della Fondatrice e s’impegnò in numerose comunità con vari incarichi. Con lo scoppio della guerra civile spagnola, dovette abbandonare i...
www.santiebeati.it/dettaglio/96084

Beata DARIA (JOSEFA ENGRACIA) ANDIARENA SAGASETA   Religiosa e martire
Donamaría, Navarra, Spagna, 5 aprile 1879 – Aravaca, Madrid, 6/7 dicembre 1936
Suor Daría Andiarena Sagaseta, al secolo Josefa Engracia (detta Graciana), era una religiosa delle Suore Serve di Maria, fondate da santa Maria Soledad de Acosta. Fu formatrice delle novizie, che curò da vera madre, sacrificandosi spesso per loro. Con lo scoppio della guerra civile spagnola, dovette abbandonare il sacro abito e rifugiarsi con a...
www.santiebeati.it/dettaglio/96085

Messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Un invito ad ascoltare, discernere e vivere quello che il Signore ci chiede oggi

Ascoltare, discernere e vivere la Parola di Dio: sono questi gli aspetti che accomunano ogni vocazione, personale ed ecclesiale. Lo scrive papa Francesco nel Messaggio per la 55esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebrerà il 22 aprile 2018 sul tema «Ascoltare, discernere, vivere la chiamata del Signore». Il messaggio (TESTO INTEGRALE) è stato pubblicato stamani.
In apertura del Messaggio, il Papa ricorda che a ottobre 2018 si svolgerà il Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani, e in particolare al rapporto tra giovani, fede e vocazione. «In quell'occasione - osserva - avremo modo di approfondire come, al centro della nostra vita, ci sia la chiamata alla gioia che Dio di rivolge». La vocazione, appunto.
«Non siamo immersi nel caso, né trascinati da una serie di eventi disordinati - prosegue Francesco -, ma, al contrario, la nostra vita e la nostra presenza nel mondo sono frutto di una vocazione divina!».
«Nella diversità e nella specificità di ogni vocazione, personale ed ecclesiale - precisa - si tratta di ascoltare, discernere e vivere questa Parola che ci chiama dall'alto e che, mentre ci permette di far fruttare i nostri talenti, ci rende anche strumenti di salvezza nel mondo e ci orienta alla pienezza della felicità».

L'importanza dell'ascolto, in un mondo di rumori

Dio non si impone alla nostra libertà, ma viene in modo «silenzioso e discreto». Per questo occorre «predisporsi a un ascolto profondo della sua Parola e della vita» imparando a leggere gli eventi con gli occhi della fede. Oggi è sempre più difficile, osserva il Papa, «immersi come siamo in una società rumorosa, nella frenesia dell'abbondanza di stimoli e di informazioni». «Al chiasso esteriore corrisponde spesso una dispersione e confusione interiore», ma è necessario ricordarsi che «il Regno di Dio viene senza fare rumore e senza attirare l'attenzione».

Discernere, «leggere dentro» la vita

Ciascuno di noi, ricorda Francesco, «può scoprire la propria vocazione solo attraverso il discernimento spirituale». Inoltre «la vocazione cristiana ha sempre una dimensione profetica». Per questo «ogni cristiano dovrebbe poter sviluppare la capacità di "leggere dentro" la vita e di cogliere "dove e a che cosa" il Signore lo sta chiamando per essere continuatore della sua missione.

Vivere il presente, testimoni del Signore «qui e ora»

Infine il Papa ricorda che «Gesù annuncia la novità dell'ora presente, che entusiasmerà molti e irrigidirà altri: il tempo è compiuto ed è Lui il Messia, annunciato da Isaia» per «proclamare l'amore misericordioso di Dio ad ogni creatura». Il Vangelo non può attendere le nostre lentezze e pigrizie, non può essere rimandato all'indomani «con la scusa di aspettare sempre un tempo propizio. «La vocazione è oggi! - esorta il Papa - La missione cristiana è per il presente! E ciascuno di noi è chiamato - alla vita laicale nel matrimonio, a quella sacerdotale nel ministero ordinato, o a quella di speciale consacrazione - per diventar testimone del Signore, qui e ora».
«Il Signore continua oggi a chiamare a seguirlo - conclude papa Francesco - Non dobbiamo aspettare per essere perfetti» ma ascoltare la voce del Signore, «discernere la nostra missione personale nella Chiesa e nel mondo, e infine viverla nell'oggi che Dio ci dona».
da Avvenire

Turismo religioso: dal Vaticano all’America Latina le immagini delle Vergini benedette dal Papa

Cotal, la confederazione delle organizzazioni turistiche dell’America Latina, in questi giorni in visita a Roma dalSanto Padre con una delegazione guidata dal presidente Armando Bojórquez Patrón per enfatizzare l’aspetto del turismo religioso, riporterà nel continente americano alcune immagini delle Vergini, patrone di vari paesi dell’America Latina benedette dal Papa stesso.
Le immagini torneranno in patria e saranno portate in pellegrinaggio a testimonianza dell’evento che ha visto per 100 ore la delegazione a contatto con Roma, le autorità laziali e la Santa Sede.
«L’iniziativa per i 60 anni della nostra organizzazione- ha commentato Bojórquez Patrón – vedrò il culmine domani all’udienza con il Papa, durante la quale verranno benedette le immagine delle Vergini, patrone di diversi paesi latinoamericani. L’idea è che il prossimo marzo, in Argentina, quando si celebreranno i cinque anni di pontificato di Bergoglio, si inizi un percorso da Buenos Aires perché tutta l’America Latina, orgogliosa del “suo” Papa possa partecipare a questa processione che sarà guidata dalla “Virgen de Guadalupe”, imperatrice d’America e toccherà le capitali dei vari paesi».
Il principale motivo del viaggio sarà di “mettere un cappello” sull’idea di concentrare gli sforzi turistici sul segmento religioso come tramite di un messaggio di pace, armonia, amore e integrazione fra i paesi americani,
«Il turismo religioso è, senza dubbio – conclude Bojórquez Patrón – uno dei settori che maggiormente vengono promossi nei nostri paesi, e rappresenta uno spazio privilegiato per essere sviluppato, seguendo l’esempio della Santa Sede, che riceve milioni di visitatori ogni anno o come la Basílica de la Virgen de Guadalupe, che anch’essa è meta di milioni di visite annuali».
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Stagione Concertistica 2017 Concerto al Sacro Monte Calvario di Domodossola domenica 10 dicembre, alle ore 18.00

Comunicato stampa

La Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario e l’Istituto della Carità, nell’ambito della stagione concertistica 2017, propongono il concerto che si terrà domenica 10 dicembre, alle ore 18.00, nell’Oratorio domestico dell’Addolorata (ingresso dal Santuario del SS. Crocifisso) al Sacro Monte Calvario di Domodossola e che vedrà impegnati, i

Solisti della Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario

Silvia Arfacchia: violino, Nicola Sangaletti: viola
Andrea Pecelli: violoncello, Roberto Mattei: contrabbasso
Marco Rainelli e Simone Ponta: flauti
Federica Zoppis: cembalo

nell’esecuzione del Concerto in Fa maggiore per organo e archi Op. 4 nr. 4, HWV 292 di G. F. Haendel, del Concerto in re minore per violino e archi RV 236  e del Concerto in La minore per violoncello e archi RV 418 di A. Vivaldi e del Concerto in Do maggiore per flauto e archi, op. 7 nr. 3, di J. M. Leclair.

All’interno della Cappella musicale del Sacro Monte Calvario, che riunisce da molti anni al Sacro Monte l’attività d’insieme, sia liturgica sia concertistica, con la Corale di Calice, la Camerata strumentale di S. Quirico, l’Orchestra da Camera, la Schola Gregoriana del S. Monte Calvario ed il Convivio Rinascimentale, nasce nel 2016 la formazione cameristica dei “Solisti della Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario”. Lo scopo è quello di dar spazio alla musica barocca, unendo la professionalità, la passione e l’amicizia di strumentisti che da anni dedicano il loro impegno musicale su tutto il territorio del V.C.O. Sette i musicisti che la compongono: Marco Rainelli e Simone Ponta (flauti), Silvia Arfacchia (Violino), Nicola Sangaletti (Viola), Andrea Pecelli (Violoncello), Roberto Mattei (contrabbasso) e Federica Zoppis (Clavicembalo). Il repertorio proposto intende evocare il carattere stilistico che appartiene alla musica strumentale del XVII e XVIII secolo, in cui gli strumenti, precedentemente sostituiti dalle voci, diventano parte fondamentale della musica.
Sarà, inoltre, una piacevole occasione poter ascoltare il nuovo organo a canne Pinchi, installato nell’Oratorio dell’Addolorata nel 2015.

Il concerto è reso possibile grazie alla sensibilità della Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte Calvario, dell’Istituto della Carità – PP. Rosminiani, con il sostegno prezioso della Fondazione CRT.