I santi del 19 Novembre 2017


Santa MATILDE DI HACKEBORN (O DI HELFTA)   Monaca
Sec. XIII
Nasce attorno al 1240 nel castello di Helfta, in Sassonia, da una delle più delle più nobili e potenti famiglie della Turingia, i von Hackeborn. La sorella maggiore, Gertrude, è badessa nel convento di Helfta. All'età di sette anni Matilde viene accolta come educanda nel monastero benedettino di Rodardsdorf. Qui la sua vocazione c...
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Sante QUARANTA DONNE MARTIRI DI ERACLEA CON ANNONE DIACONO   Vergini e vedove
† Eraclea (Tracia), 312 ca.
Nella città di Eraclea, in Tracia, subirono il martirio in odio alla fede cristiana ben 40 sante donne, vergini e vedove, che la tradizione orientale è solita raffigurare in un’unica grande icona sinattica. Il Martyrologium Romanum ricorda questo gruppo di martiri in data odierna....
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Sant' ANASTASIO II   Papa
m. 19 novembre 498
(Papa dal 24/11/496 al 19/11/498) Romano di origine, combatté l'Arianesimo e ottenne la conversione di Clodoveo, re dei Franchi, che venne battezzato la notte di Natale del 498 o 499....
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San NARSETE (NERSES) I IL PARTO   Katholicos degli Armeni
IV secolo
San Narses I il Grande fu un Catholicos armeno (o Patriarca) che visse nel IV secolo. Fu padre di un altro catholicos, San Sahak I. Appartenente alla stirpe reale che aveva visto tra i suoi componenti San Gregorio Illuminatore, trascorse la sua gioventù a Cesarea dove sposò Sanducht, una principessa mamiconianea. Dopo la morte della moglie fu nominato cavali...
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Sant' ABDIA   Profeta
Quarto dei profeti minori visse probabilmente dopo la conquista di Gerusalemme avvenuta intorno al 587-586 a. C. Nel libro più breve dell’Antico Testamento, di cui è l’autore, cerca di consolare Gerusalemme con la speranza di una rapida restaurazione. Come i profeti d’Israele anche lui conferma l’esistenza di un solo Dio...
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San SIMONE   Abate in Calabria
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San FAUSTO DI ALESSANDRIA   Diacono e martire
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San MASSIMO   Martire
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Santi SEVERINO, ESSUPERIO E FELICIANO   Martiri
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San FILOSOFO DI VERCELLI   Vescovo
Vercelli, VI secolo
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San BARLAAM DI ANTIOCHIA   Martire
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Sant' ATTONE DI TORDINO   Abate
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Sant' EUDONE   Abate
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Beato GIACOMO BENFATTI DI MANTOVA   Vescovo
Mantova - Mantova, 19 novembre 1338
Giacomo Benfatti nacque a Mantova intorno alla metà del secolo XIII. Entrato nell’Ordine domenicano, seppe coniugare una solida formazione teologica con un’intensa vita spirituale. Priore del convento cittadino, fu chiamato da Nicolò Boccasini, generale dell’Ordine - in seguito papa con il nome di Benedetto XI - come suo consigl...
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Beato BERTOLDO   Abate di Weingarten
sec. XIII
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Beato RAIMONDO DU PUY   2° gran maestro dell'Ordine di Malta
1083 – 1160
Figlio di Hughes du Puy, Signore de Pereins, d'Apifer e di Rochefort, già Governatore d'Acri e Generale al servizio di Goffredo di Buglione, egli era imparentato con Adhemar di Le Puy, legato papale nel corso della Prima Crociata. Successore del Beato Gerardo nel 1120, come secondo Gran Maestro dell'Ordine di Malta egli sviluppò l'Ordine secondo crismi di po...
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Beati ELISEO GARCIA GARCIA E ALESSANDRO PLANAS SAURI   Salesiani, martiri
† Garraf, Spagna, 19 novembre 1936
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19 Novembre 2017 XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) Foglietto, Letture e Salmo

19 Novembre 2017 XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: Verde

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La parabola dei talenti parla della venuta di Gesù per il giudizio universale. Quando ritornerà, egli esigerà di sapere da noi come abbiamo usato il nostro tempo, cosa abbiamo fatto della nostra vita e dei talenti che abbiamo ricevuto, cioè delle nostre capacità. Il premio per il buon uso sarà la partecipazione alla gioia del Signore, cioè al banchetto eterno. La parabola racchiude un insegnamento fondamentale: Dio non misurerà né conterà i nostri acquisti, le nostre realizzazioni. Non ci chiederà se abbiamo compiuto delle prodezze ammirate dal mondo, perché ciò non dipende da noi, ma è in parte condizionato dai talenti che abbiamo ricevuto. Vengono tenute in conto soltanto la fedeltà, l’assiduità e la carità con le quali noi avremo fatto fronte ai nostri doveri, anche se i più umili e i più ordinari. Il terzo servitore, “malvagio e infingardo” ha una falsa immagine del padrone (di Dio). Il peggio è che non lo ama. La paura nei confronti del padrone l’ha paralizzato ed ha agito in modo maldestro, senza assumersi nessun rischio. Così ha sotterrato il suo talento. Dio si aspetta da noi una risposta gioiosa, un impegno che proviene dall’amore e dalla nostra prontezza ad assumere rischi e ad affrontare difficoltà. I talenti possono significare le capacità naturali, i doni e i carismi ricevuti dallo Spirito Santo, ma anche il Vangelo, la rivelazione, e la salvezza che Cristo ha trasmesso alla Chiesa. 
Tutti i credenti hanno il dovere di ritrasmettere questi doni, a parole e a fatti.

Commento al Vangelo della XXXIII Domenica del T.O. 19 Novembre 2017

XII cenacolo Rosminiano, studiosi da tutta Italia al Sacro Monte domese

La sala Bozzetti del Sacro Monte Calvario ospita studiosi di tutta Italia per il XII cenacolo Rosminiano organizzato dal centro di ricerca Rosmini Institute di Varese in collaborazione con il Centro studi Rosminiano di Stresa. I lavori saranno registrati e diffusi su Rosmini TV un canale web monotematico di filosofia dedicato al Beato Antonio Rosmini. Il cenacolo, che viene ospitato per il secondo anno al Sacro Monte Calvario, sarà aperto dal direttore di Rosmini Tv Massimo Andriolo seguiranno gli interventi degli studiosi Markus Krienke, Biagio Muscherà, Samuele Francesco Tadini, Massimo Lamonica, Matteo Zoppi, Luca Ferrara, Vincenzo Parisi, Margherita Giua, Stefania Zanardi. Domenica i lavori riprenderanno con gli interventi di Luca Vettorello, Marco Damonte, Fernando Bellelli, Alberto Pertoner, Cristian Vecchiet, Damiano Simoncelli. “ Il palinsesto della Tv è molto particolare perché dedicato ai “seguaci” delle idee di Rosmini, a chi semplicemente vuole approfondire oppure a tutti coloro che hanno deciso di studiarne la filosofia. Il nostro centro -ha spiegato il professor Massimo Andriolo- ha l'obiettivo di diffondere il pensiero di Rosmini. Lo vuole fare su piattaforme multimediali attraverso la web tv attraverso il sito Cattedra Rosmini.org e l'editoria cartacea. Il cenacolo mette in evidenza due aspetti in particolare del Beato Antonio Rosmini la filosofia politica con il tema “Consenso o conflitto, la società civile nel pensiero di Antonio Rosmini”, l'altro l'esistenza di Dio dal titolo “Nuove prospettive sull'argomento ontologico”.
ossola24.it

Aperto a Domodossola presso il Sacro Monte Calvario il XII Cenacolo Rosminiano

XII CENACOLO ROSMINIANO 18-19 Novembre 2017 CENTRO DI SPIRITUALITÀ ROSMINIANA Sacro Monte Calvario Domodossola (Vb)

Nel decimo anniversario della Beatificazione di Antonio Rosmini  avvenuta Domenica 18 novembre 2007 a Novara presieduta dal rappresentante del Santo Padre Benedetto XVI, il Cardinale Josè Seraiva Martins, si è aperto presso la Casa di Ospitalità Rosminiana Sacro Monte Calvario di Domodossola il XII Cenacolo Rosminiano.
Nel Blog Sacro Monte Calvario è visibile il Programma del Convegno Filosofico (>>> clicca qui)
Massimo Andriolo, Direttore della Rosmini TV ha aperto il Cenacolo annunciando il conferimento del codice internazionale ISSN conferito alla video-cattedra ( unici in Italia con l’istituto luce ad avere in codice ISSN per la pubblicazione di video) al Rosmini Institute che  ha inoltre ottenuto il riconoscimento del MIUR il 01/09/2016. Il  cenacolo ha oggi una natura editoriale: attraverso i videocorsi. 
Le attività editoriali del Rosmini institute sono organizzate in SEZIONI EDITORIALI con una loro autonoma responsabilità editoriale.
Ogni sezione ha un responsabile ed una redazione con un loro piano editoriale coordinate e dirette dall’editore della collana.
Il Santo Padre stesso diede la notizia della Beatificazione del Rosmini durante l’Angelus del 18 novembre.
La Beatificazione aveva concluso il lungo percorso che vide complesse e spesso dolorose vicende, sorte già durante la vita di Rosmini, con giudizi, interpretazioni positive e negative sul suo pensiero esposto nei suoi innumerevoli scritti, che originarono quella che fu chiamata la “Questione rosminiana”, proseguita anche dopo la sua morte, avvenuta il 1° luglio 1855, e che ha avuto termine con la Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede sul valore dei decreti dottrinali concernenti il pensiero e le opere del Rev.do Sacerdote Antonio Rosmini Serbati, del 1° luglio 2001.
Antonio Rosmini nato a Rovereto il 24 marzo 1797 e morto a Stresa il 1° luglio 1855, Antonio Rosmini dedicò la sua vita a studi di filosofia, politica, ascetica, pedagogia. Compiuti gli studi giuridici e teologici presso l'Università di Padova, prese l'ordinazione sacerdotale nel 1821. Da subito dimostrò grande interesse e inclinazione per gli studi filosofici, incoraggiato in tal senso da Papa Pio VIII, che gli chiese di condurre gli uomini alla religione tramite la ragione, e più di una volta si schierò contro ingannevoli e fallaci movimenti di pensiero quali il sensismo e l'illuminismo.
Fondò l'Istituto della Carità e quello delle Suore della Provvidenza, pensati e voluti come ambienti propizi alla formazione umana, cristiana e religiosa di quanti ne avessero condiviso lo spirito, adattandosi alle contingenze storiche, civili e culturali del suo tempo. Paolo VI, in occasione dell'udienza del 12 gennaio 1972, lo definì "profeta" che in anticipo di un secolo sente e individua problemi dell'umanità e pastorali, sviluppati in futuro nel Concilio Vaticano II.
A tal proposito, il 18 novembre, oltre ad essere la data della sua beatificazione, rappresenta anche il giorno in cui il religioso della Val d'Ossola iniziò la stesura della sua opera più nota, "Le cinque piaghe della santa Chiesa", considerata precorritrice dei temi conciliari. Una di queste faceva molto soffrire Antonio Rosmini: la separazione tra fedeli e clero durante le funzioni liturgiche, per l'impossibilità dei primi di seguire le preghiere formulate in latino, avanzando la proposta di seguire le lingue proprie di ogni popolo. Per la novità di alcune sue idee sulla riforma della Chiesa, l'opera fu messa all'indice nel 1849 con tutte le polemiche che ne seguirono.
Solamente con Giovanni Paolo II avviene la completa riabilitazione della sua figura. Nella lettera enciclica "Fides et ratio", il predecessore di Benedetto XVI annovera Rosmini "tra i pensatori più recenti nei quali si realizza un fecondo incontro tra sapere filosofico e Parola di Dio", concedendo l'introduzione della causa di beatificazione.
Precedentemente anche Giovanni XXIII, negli anni prossimi alla sua morte, fece il ritiro spirituale sulle rosminiane Massime di perfezione cristiana, ideate per definire il fondamento spirituale sul quale tutti i cristiani potessero garantirsi un cammino sulla perfezione, assumendole come propria regola di condotta.
Non indifferente al pensiero di Antonio Rosmini fu Paolo VI, come già detto: in occasione del 150° anniversario di fondazione dell'Istituto della Carità, inviò un messaggio all'allora padre generale, in cui elogiava l'intuizione rosminiana nel dare un grande peso alla missione caritativa già nel nome assegnato all'istituto. Il suo successore, Giovanni Paolo I, si laureò in sacra teologia all'Università Gregoriana di Roma con una tesi su "L'origine dell'anima umana secondo Antonio Rosmini".
La congregazione Istituto della Carità venne fondata nel 1828 presso il santuario del Monte Calvario a Domodossola, con approvazione pontificia di Gregorio XVI nel 1839. Formato da sacerdoti e laici con voti semplici e perpetui ma anche da religiosi e vescovi "ascritti", l'organismo nacque con finalità ben precise: l'esercizio della carità universale, unione di quelle forme che Rosmini ordina in "carità spirituale", "carità intellettuale" e carità temporale. Un ordine tuttavia suscettibile di cambiamenti a seconda delle esigenze espresse dal prossimo. Successivamente, nel 1832, vennero fondate le Suore della Provvidenza, il cui carisma non si differenzia dal ramo maschile.

a cura di Giuseppe Serrone
Turismo Culturale
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