Federica Zoppis: pianoforte
l’Orchestra da camera della
Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario
con Andrea Pecelli: maestro
concertatore
nell’esecuzione del Concerto per pianoforte e orchestra in la maggiore nr. 12 KV 414 di
W. A. Mozart (1756-1791), della Serenata per archi in mi minore. op. 20 di E. Elgar (1857-1934) e dell’Holberg Suite op. 40 di E.
Grieg (1843 - 1907), festeggiando i quindici anni di attività
dell’Orchestra da camera.
L’Orchestra da camera della Cappella
Musicale del Sacro Monte Calvario è sorta nel 2003 nell’ambito dei
festeggiamenti per il 175° anniversario di fondazione dell’Istituto della
Carità, e tenne il suo primo concerto il 28 dicembre 2003 nella Collegiata di
Domodossola, in occasione della benedizione della statua di S. Teresa di
Calcutta, voluta da Mons. Antonio Riboldi IC, recentemente scomparso.
L’Orchestra accompagna l’attività corale della Cappella Musicale e del Coro
Filarmonico del VCO. Tra le più importanti proposte corali, sono da ricordare
l’esecuzione delle Cantate BWV 8, 55, 57, 84, 113, 133, 151 e 153 e la prima
Cantata dall'Oratorio di Natale BWV 248 di J. S. Bach, la ricostruzione della
celebrazione solenne dei Vespri di Natale, secondo la forma settecentesca del rito
di S. Pio V, il Te Deum in re maggiore di M-A. Charpentier, il Gloria, Beatus
Vir, Magnificat e diverse composizioni da camera di A. Vivaldi, i Vespri
Solenni KV 339 e il Requiem KV 626 di W. A. Mozart, il Requiem op. 48 di G.
Faure e il Te Deum di G. Castellazzi, scritto per l’inaugurazione del Traforo
del Sempione. Ha inoltre affiancato la Corale Primavera di Quarona (VC) in
diverse esecuzioni della Messa dell’Incoronazione KV 317 di W. A. Mozart. In veste prettamente strumentale ha eseguito
i concerti per pianoforte e orchestra KV 271 “Jeunehomme”, solista Gerardo
Chimini, e KV 415, solista Bruno Tasso, la Suite nr. 3 in re Maggiore BWV 1068
di J. S. Bach, diversi concerti per strumento solista e orchestra di A.
Vivaldi. Ha inoltre partecipato, unitamente alla Cappella Strumentale del Duomo
di Novara, alla solenne celebrazione di Beatificazione di A. Rosmini, tenutasi
a Novara il 18 novembre 2007.
FEDERICA ZOPPIS
Frequenta il Triennio Accademico di
pianoforte presso il Conservatorio G.Verdi di Milano, sotto la guida del M°
Mario Borciani. È pianista collaboratrice nei seguenti corsi e workshop:
“Incontri musicali” dell’Associazione Orchestra di Domodossola, “La nota
chiave” di Lello Narcisi, “Musichiamo la Valle Antrona” dell’Associazione
SuoniAMO. Ha suonato in musical prodotti da La Dual Band presso diversi teatri
(Blue Note, Tieffe Menotti, Out-Off). Ha collaborato come clavicembalista e
organista con l’Orchestra da Camera Giovanile di Domodossola e la Cappella
Musicale del Sacro Monte Calvario. Come camerista collabora con Synchronos
Trio, Simone Ponta, Letizia Zoppis e Andrea Pecelli. È membro dell’orchestra
GMO e docente di pianoforte presso le associazioni AMAMUSICA, SuoniAMO, La Dual
Band.
ANDREA PECELLI
Ha compiuto gli studi musicali sotto la guida
di R. Filippini al Conservatorio “G. Verdi” di Milano ed all’Accademia W.
Stauffer di Cremona dove si è diplomato in violoncello con menzione di merito.
Dopo aver vinto il Premio Internazionale “Calpurnia” al Festival delle Nazioni
di Città di Castello, si è dedicato alla musica da camera, fondando nel 1995 il
Milano Cello Quartet. Con tale formazione e come ospite dell’ensemble di musica
contemporanea Sentieri Selvaggi di Milano, ha effettuato concerti per le
maggiori stagioni musicali italiane (Teatro alla Scala, Teatro Regio di Torino,
Società dei Concerti di Milano, etc.). Collaboratore per anni dell’Orchestra da
Camera di Mantova, dell’Orchestra di Brescia e Bergamo, della Cappella Musicale
del S. Monte Calvario (dal 2000 ad oggi) e, per concorso, delle Orchestre
Nazionali della RAI e dell’Accademia di S. Cecilia. Primo violoncello
dell’Orchestra G. Cantelli, Milano classica, Orchestra Stabile di Bergamo e,
dal 2007 al 2011, dell’Orchestra Sinfonica del VCO. Collabora con le
Associazioni suoniAMO e AMAMUSICA. È il fondatore e il Direttore Artistico
dell’Associazione Orchestra e dell’Orchestra da Camera di Domodossola. Svolge
attività cameristica in duo con F. Zoppis ed in trio con M. Rainelli. È
docente, vincitore di concorso, di violoncello e musica d’insieme per archi
presso il Liceo Musicale di Omegna.
Il vertice della produzione pianistica mozartiana degli
anni di Vienna (1781-1791) è concentrato nei 17 concerti per pianoforte che
restano uno dei momenti più significativi della personalità creatrice di questo
straordinario compositore. Nei primi concerti per pianoforte Mozart tende ad
evidenziare maggiormente il ruolo dello strumento solista, pur non trascurando
la funzione dell'orchestra sotto il profilo timbrico e ritmico. Lo stesso
musicista, in una lettera al padre del 28 dicembre 1782, scrisse in questi
termini a proposito dei primi concerti viennesi: «I concerti sono una via di
mezzo tra il troppo difficile e il troppo facile; sono molto brillanti e
piacevoli all'udito, naturalmente senza cadere nella vuotaggine. Qua e là anche
i conoscitori possono ricevere una soddisfazione, ma in modo che i non
conoscitori devono essere soddisfatti, senza sapere perché». Negli anni
successivi il linguaggio dei concerti per pianoforte si fa più intimo e riflessivo
e il rapporto tra strumento solista e orchestra assume toni più elaborati e
raffinati. Tale evoluzione si può cogliere nelle diverse fasi della produzione
concertistica: nel 1782-'83 Mozart scrisse tre concerti per pianoforte (K. 413,
K. 414, K. 415), nel 1784 ne compose sei (K. 449, K. 450, K. 453, K. 456, K.
459) nel 1785-'86 apparvero tre concerti per ciascun anno (K. 466, K. 467, K.
482, K. 488, K. 491 e K. 503). Negli ultimi cinque anni della sua vita Mozart
scrisse soltanto due concerti per pianoforte, il K. 537, e K. 595, con cui il 4
marzo 1791 si congedò come pianista dal pubblico di Vienna.
Il Concerto in la maggiore K. 414 è articolato in tre
tempi e per ognuno di essi Mozart scrisse la cadenza, improntata ad uno stile
di misurato virtuosismo. L'Allegro iniziale viene esposto da un tema
piacevolmente discorsivo degli archi, in preparazione dell'intervento del pianoforte in un ruolo
elegantemente dialogante. Dopo lo sviluppo del primo tema e il ritornello si
delinea una seconda frase e successivamente una variante di essa, nel contesto
di un equilibrato accompagnamento orchestrale. L'Andante, delicato ed
espressivo nella sua linea melodica, vuole essere un omaggio a Christian Bach,
un autore molto stimato da Mozart: infatti sembra che il tema dell'Andante si
richiami ad una figurazione musicale contenuta in una ouverture londinese del
figlio di Bach. Anche in questo movimento c'è la cadenza solistica prima della
ripresa del "tutti". L'Allegretto finale, o più esattamente rondò, è punteggiato
da un discorso fresco e spigliato tra il pianoforte e il gruppo strumentale,
sino a toccare quell'allure leggera e tonificante, tipica dell'inventiva
mozartiana.
Testo tratto dal programma
di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 14 dicembre 1990
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 14 dicembre 1990
Il
concerto è reso possibile grazie alla sensibilità dell’Istituto della Carità –
PP. Rosminiani, della Parrocchia di Calice, della Riserva Naturale Speciale del
Sacro Monte Calvario, con il sostegno prezioso della Fondazione CRT e il
patrocinio della Città di Domodossola.