I santi del 24 Dicembre 2017


Santa PAOLA ELISABETTA (COSTANZA) CERIOLI   Vedova e fondatrice
Soncino, Cremona, 28 gennaio 1816 – Comonte, Bergamo, 24 dicembre 1865
Nata il 28 gennaio 1816 da una famiglia nobile di Soncino, in provincia di Cremona, Costanza Cerioli (come si chiamava all'anagrafe) andò sposa a 19 anni a un uomo molto più anziano di lei. Ebbe quattro figli, ma le morirono tutti giovanissimi: la prima a sei mesi dalla nascita, il terzo appena nato, mentre il quarto nacque morto. Il secondogen...
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Sant' IRMINA DI TREVIRI   Vergine
Treviri, sec. VII-VIII
Nacque a Treviri e visse tra il VII e l’VIII secolo. In seguito alla morte del marito fondò a Treviri un monastero di cui fu badessa.
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Santi ANTENATI DI GESù   
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Sant’ ANNONE DI WORMS   Vescovo
† 23 novembre 978
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Sant' ADELE DI PFALZEL   Abbadessa benedettina
sec. VIII - m. 730
Fondatrice e prima abbadessa del monastero benedettino di Pfalzel (Treviri), che aveva la stessa regola dei monasteri di Ohren e di Nivelles; nonna ed educatrice di san Gregorio di Utrecht. Morì intorno al 730.Santa Adele di Pfalzel è legata al nome di un altro grande apostolo della Germania, l'inglese san Bonifacio che predicò il vangelo in Frisia, nella pr...
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Santa RACHELE   Seconda moglie di Giacobbe
Paddan-Aram (Mesopotamia) - † Efrata (Betlemme, Palestina)
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Santa TARSILIA (O TARSILLA)   
Roma, secolo VI
La vigilia di Natale, la Chiesa - oltre a tutti i santi avi di Gesù, figlio di Davide, Abramo e Adamo - propone alla venerazione Tarsilia (o Tarsilla, VI sec.), zia paterna di Papa Gregorio I Magno. Proprio le opere del nipote ci dicono qualcosa di autorevole sulla vita di lei. Monaca con le sorelle Emiliana e Gordiana, visse la carità in tempi di peste e ca...
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San METROBIO VENERATO A MALESCO   Martire
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San IESSE   Patriarca, padre del re Davide
XI secolo a.C.
Padre del re Davide (1 Sam 16,1-13). “Germoglio che spunta dal tronco di Iesse” (Is 11,1) o “radice di Iesse” (Is 11,10; Rm 15,12) sono alcuni fra i titoli che vengono attribuiti a Gesù Cristo, per indicare che Dio rimane fedele al suo popolo e mantiene la promessa fatta al re Davide (cfr. 1 Sam 16, 1-13). Nell’arte crist...
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San DELFINO DI BORDEAUX   Vescovo
m. 401/403
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San GIACOBBE   Patriarca
Hebron, Terra di Canaan - † Egitto
Si chiama così secondo Gn 25,26 il figlio di Isacco e di Rebecca. Da Giacobbe si fanno discendere le 12 tribù di Israele. Le storie di Giacobbe non costituiscono nella Genesi una biografia organica, ma sono piuttosto una raccolta di vari racconti, che sono stati applicati a Giacobbe. Il suo nome viene fatto derivare con una etimologia popolare dalla parola e...
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San GREGORIO DI SPOLETO   Martire
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Beata ANGELINA DA TERNI   Clarissa
† 1459
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Beato PIETRO DE SOLANES   Mercedario
Contemporaneo di San Pietro Nolasco e che da lui stesso ricevette l'abito, il Beato Pietro de Solanes fu un famosissimo cavaliere laico che decorò l'Ordine Mercedario per insigne virtù. Con infinita umiltà, costanza nella preghiera e fervore nella fede, serenamente morì in pace.L'Ordine lo festeggia il 24 dicembre....
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Beato BARTOLOMEO MARIA DAL MONTE   Sacerdote e fondatore
Bologna, 3 novembre 1726 - Bologna, 24 dicembre 1778
Nacque a Bologna il 3 novembre 1726. Ordinato sacerdote nel 1749, si laureò in teologia nel 1751. Intraprese una attività missionaria, predicando in ben 62 diocesi italiane. Fondò la Pia Opera delle missioni per la preparazione missionaria del clero diocesano. Scrisse nel 1775 l'opera: «Gesù al cuore del sacerdote secolare e regolare, ovvero considerazioni e...
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Beate 6 MONACHE MERCEDARIE DI MERRIZ   
Mercedarie nel grande convento di clausura di Vera Cruz in Berriz (Spagna) le Beate: Maria Anna Prieto, Anna de Arrano, Orsola de Larisgoizia, Maria Maguna, Margherita da Sarria e Maria dell’Assunzione, furono insigni monache per la preghiera, la mortificazione, l’umiltà e la contemplazione. Colme di meriti e opere sante migrarono onorevolmente al Signore et...
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Beati DIONISIO RONEO, FILIPPO CLARO, GIULIO PONS E PIETRO DA VALLADOLID   Mercedari
Mercedari redentori i Beati: Dionisio Roneo, Filippo Claro, Giulio Pons e Pietro da Valladolid, liberarono molti schiavi dal duro giogo dei mussulmani. Virtuosi e pieni di zelo verso la salute delle anime, carichi di meriti arrivarono gloriosi al regno celeste. L’Ordine li festeggia il 24 dicembre....
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Stagione Concertistica 2017 al Calvario Domodossola "Officium Stellae" Domenica 17 Dicembre 2017 ore 18


Stagione Concertistica 2017 al Calvario di Domodossola "Officium Stellae" Domenica 17 Dicembre 2017 ore 18 presso l'Oratorio dell'Addolorata.

Sacra rappresentazione dei Tre Re (sec. XIII - XVI) con la "Schola Gregoriana del Sacro Monte Calvario" di Domodossola e il "Convivio Rinascimentale".

Musiche gregoriane  per l'Epifania e la Missa Sine Nomine di C.P. da Palestrina


segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale

Don Antonio Riboldi. Un prete nelle periferie



«Noialtri, gente di strada, crediamo con tutte le nostre forze che questa strada, che questo mondo nel quale Dio ci ha posto sia il luogo della nostra santità». Il pensiero di Madeleine Delbrêl, «una mistica nel mondo», era certamente conosciuto e vissuto da don Antonio Riboldi nella sua esperienza siciliana, in particolare in quella nella valle del Belice sconvolta dal terremoto avvenuto nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968. I morti, provocati anche da scosse successive, furono circa 300. Di tante persone sconvolte dalla tragedia don Riboldi divenne voce che si levò forte per chiedere che non l’abbandono ma la solidarietà e la giustizia fossero la risposta delle istituzioni e del paese. Lo si chiamò «il prete dei terremotati»come anni dopo, nel 1978, giunto ad Acerra, lo si definì «il vescovo contro la camorra».
Un percorso difficile e rischioso per la legalità che coinvolse molti giovani non solo in Campania.

Lo si chiamò, infine, «il prete dei carcerati» per il suo impegno verso la riabilitazione perché, affermava, «è riconoscendo la loro storia che possiamo provare ad aiutarli a ripartire. Loro gli invisibili hanno bisogno di adulti presenti, di persone che, guardandoli negli occhi, ne riconoscano l’esistente». Definizioni che aiutano a conoscere don Antonio Riboldi e, ancor più, a capire il significato della sua vocazione.

Aveva fatto la scelta di vivere e testimoniare la carità nelle periferie esistenziali in fedeltà al carisma dell’Istituto della Carità, la congregazione religiosa fondata da don Antonio Rosmini e a cui apparteneva.
Una scelta vissuta nei luoghi che papa Francesco indica come fondamentali per condividere la gioia delvangelo con il linguaggio umano dell’accoglienza, della condivisione, dell’accompagnamento, della sete di giustizia.

Con don Antonio Riboldi la memoria, collegando il passato all’oggi, consente di ritrovare nella storia della chiesa italiana testimoni che, nel tempo, hanno abitato con amore luoghi ignorati e abbandonati. Così ora si può riconsegnare a questo prete la frase che egli pronunciò nell’omelia della messa funebre per il medico missionario Carlo Urbani celebrata nel 2003: «La gente semplice ha bisogno di sapere, di conoscere queste gradi figure che davvero onorano l’uomo fatto a immagine e somiglianza del Padre».
La gente ha bisogno di sapere anche un’altra cosa. Lo stesso don Antonio Riboldi l’aveva ricordato riprendendo, in un’omelia, un pensiero del card. Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano:

«Quando passa un “santo” la gente si ferma, come davanti al momento della verità e della bellezza dell’uomo».

Questo accadeva anche quando si incontrava il vescovo di Acerra, con il suo volto umile e sorridente, alle assemblee generali della Cei. Questo accade nell’apprendere la notizia della sua morte avvenuta a Stresa il 10 dicembre 2017.
Luca Bortoli
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