Commento al Vangelo II Domenica di Avvento Anno B


Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Inizio del Vangelo di Gesù. Sembra quasi un'annotazione pratica, un semplice titolo esterno al racconto. Ma leggiamo meglio: inizio di Vangelo, di una bella, lieta, gioiosa notizia. Ciò che fa cominciare e ricominciare a vivere e a progettare è sempre una buona notizia, un presagio di gioia, una speranza intravista.
Inizio del Vangelo che è Gesù. La bella notizia è una persona, un Dio che fiorisce sulla nostra terra: «Il tuo nome è: Colui-che fiorisce-sotto-il-sole» (D.M. Turoldo). Ma fioriscono lungo i nostri giorni anche altri vangeli, pur se piccoli; altre buone notizie fanno ripartire la vita: la bontà delle creature, chi mi vive accanto, i sogni condivisi, la bellezza seminata nel mondo, «la tenerezza che trova misteri dove gli altri vedono problemi» (L. Candiani). E se qualcosa di cattivo o doloroso è accaduto, buona notizia diventa il perdono, che lava via le ombre dagli angoli oscuri del cuore.
Viene dopo di me uno più forte di me. Gesù è forte, non perché “onnipotente” ma perché “onni-amante”; forte al punto di dare la propria vita; più forte perché è l'unico che parla al cuore. E chiama tutti a essere “più forti”, come lo sono i profeti, a essere voce che grida, essere gente che esprime, con passione, la propria duplice passione per Cristo e per l'uomo, inscindibilmente. La passione rende forte la vita.
Giovanni non dice: verrà un giorno, o sta per venire tra poco, e sarebbe già una cosa grande. Ma semplice, diretto, sicuro dice: viene. Giorno per giorno, continuamente, ancora adesso, Dio viene. Anche se non lo vedi e non ti accorgi di lui, Dio è in cammino. L'infinito è all'angolo di ogni strada. C'è chi sa vedere i cieli riflessi in una goccia di rugiada, Giovanni sa vedere il cammino di Dio, pastore di costellazioni, nella polvere delle nostre strade. E ci scuote, ci apre gli occhi, insinua in noi il sospetto che qualcosa di determinante stia accadendo, qualcosa di vitale, e rischiamo di perderlo: Dio che si incarna, che instancabilmente si fa lievito e sale e luce di questa nostra terra.
Il Vangelo ci insegna a leggere la storia come grembo di futuro, a non fermarci all'oggi: questo mondo porta un altro mondo nel grembo. La presenza del Signore non si è dissolta. Anzi, il mondo è più vicino a Dio oggi di ieri. Lo attestano mille segni: la coscienza crescente dei diritti dell'uomo, il movimento epocale del femminile, il rispetto e la cura per i disabili, l'amore per madre terra...
La buona notizia è che la nostra storia è gravida di futuro buono per il mondo, gravida di luce, e Dio è sempre più vicino, vicino come il respiro, vicino come il cuore. Tu sei qui, e io accarezzo la vita perché profuma di Te.
(Letture: Isaia 40,1-5.9-11; Salmo 84; 2 Pietro 3,8-14; Marco 1,1-8)

da Avvenire

Piazza San Pietro. Accesi albero e presepe. Il grazie di papa Francesco ai bambini

L'albero di Natale in piazza San Pietro (Siciliani)
«Questa sera, quando si accenderanno le luci del presepe e dell'albero di Natale, anche i desideri che avete trasferito nei vostri lavori di decorazione dell'albero saranno luminosi e visti da tutti. Grazie». Lo ha detto il Papa ai bimbi che hanno realizzato gli addobbi per l'albero di Natale che verrà acceso questo pomeriggio inpiazza San Pietro.
Il Papa passa accanto alle decorazioni preparate per l'albero di Natale ricevendo stamani in Vaticano gruppi dei donatori di albero e presepe per piazza San Pietro (Ansa)
Il Papa passa accanto alle decorazioni preparate per l'albero di Natale ricevendo stamani in Vaticano gruppi dei donatori di albero e presepe per piazza San Pietro (Ansa)
I bambini sono in cura presso i reparti oncologici di alcuni ospedali italiani e delle zone terremotate del Centro Italia, coordinati dalla Fondazione Contessa Lene Thun. Papa Francesco li ha ricevuti insieme alle delegazioni della Polonia e della Abbazia di Montevergine, che hanno donato albero e presepe per piazza San Pietro. Il presepe, realizzato in stile napoletano settecentesco, quest'anno è ispirato alle opere di misericordia.
Il presepe in piazza San Pietro (Siciliani)
Il presepe in piazza San Pietro (Siciliani)
«Ogni anno il presepe e l'albero di Natale - ha detto il Papa - ci parlano col loro linguaggio simbolico», sono i «segni della compassione del Padre celeste, della sua partecipazione e vicinanza all'umanità». «L'albero proteso verso l'alto ci stimola a protenderci verso i doni più alti», mentre «nella semplicità del presepe noi incontriamo e contempliamo la tenerezza di Dio, manifestata in quella del Bambino Gesù».
«Cari bambini - ha proseguito li Papa - il mio grazie è rivolto soprattutto a voi. Nei vostri lavori avete trasferito i vostri sogni e i vostri desideri da innalzare al cielo e da far conoscere a Gesù, che si fa bambino come voi per dirvi che vi vuole bene. Grazie per la vostra testimonianza, per aver reso più belli questi segni natalizi, che i pellegrini e i visitatori provenienti da tutto il mondo potranno ammirare. Grazie, grazie».
Piazza san Pietro con l'albero di Natale illuminato (Siciliani)
Piazza san Pietro con l'albero di Natale illuminato (Siciliani)
«Il Natale del Signore - ha concluso Francesco - sia l'occasione per essere più attenti alle necessità dei poveri e di coloro che, come Gesù, non trovano chi li accoglie».
da Avvenire

8 Dicembre IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA

L’Avvento, il tempo liturgico che stiamo vivendo da qualche giorno, è tempo di Annuncio. 


In questa festa dell’Immacolata Concezione di Maria, il Signore viene anche a noi per annunciare che “abbiamo trovato Grazia presso Dio”: Lui si compiace di noi. Ma in cosa? Si compiace in quello di cui non ci aspettiamo, cioè in quello di cui non possiamo vantarci, della nostra povertà, insomma della nostra piccolezza. 

Perché se, come Maria, siamo capaci di accoglierlo nelle nostre povertà, allora incontreremo finalmente il vero volto di Dio: quello di un Padre amorevole e paziente.

Perché Dio ti ama e vuole che tu riceva lo Spirito Santo, lo Spirito di Suo figlio, che tu riceva l’allegria e la Gioia di sentirti amato, capito, difeso da Cristo! La stessa Gioia che la maternità di Cristo fa esclamare a Maria: “Come è possibile?”.

Se accogliamo l’Annuncio di questo amore, se accettiamo che non siamo degni né capaci di capirlo, insomma se abbiamo in noi la disponibilità di Maria, anche dal nostro cuore sgorgherà questa lode: «L'anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva» (Luca 1, 46-48).

Che questa esultanza di Gioia divenga anche la nostra!

tratto da frammaenti di pace

Il convento ecologico per il turismo

Karl ZIlliken Il convento “bio” motore del turismo per Isola. E l'artefice di tutto questo è nientemeno che Papa Francesco. È stato proprio il Pontefice, nel maggio 2015, a pubblicare l'ormai famosa enciclica “Laudato sì”, che si concentra sulla difesa del creato per garantire le generazioni future e ad Isola non solo hanno recepito il messaggio ma da subito hanno deciso di metterlo in pratica. La miriade di attività legate all'area di Santa Maria del Cengio gestita dalla Comunità dei Servi di Maria, tra il convento e l'Eremo, attira ogni anno almeno 5 mila persone, sedotte in gran parte dal lato spirituale ma anche da quello che punta all'ecologia. Lo spiegano padre Ermes Ronchi, che guida il convento e Marina Marcolini, docente di lettere all'Università di Udine che collabora con Ronchi da quasi dieci anni. I due sono anche rispettivamente presidente e vice della neonata associazione “Casa dei sentieri e dell'ecologia integrale” che mira a coordinare le attività organizzate su impulso della “Laudato sì'”. «L'obiettivo dell'associazione è di mettere in pratica quanto chiesto da Francesco – raccontano Ronchi e Marcolini -. Avevamo già iniziato con alcuni trekking eco-biblici improntati alla vita sobria. Con gruppi tra le 25 e le 40 persone abbiamo affrontato tre giorni di cammino ispirati alla sobrietà. Il telefono da usare il meno possibile, per il cibo nessuna pretesa ma soprattutto la condivisione, la riflessione ed una serie di incontri con persone che hanno fatto scelte forti nella vita. Chi ha partecipato ci ha detto che è stato l'avvio di una guarigione». Il convento ha avviato due collaborazioni importanti, sia con gli agricoltori biologici della zona che fanno parte di Aveprobi, l'associazione veneta dei produttori biologici e biodinamici, sia con l'associazione “Medici per l'ambiente”. «Per affrontare le problematiche sollevate da Papa Francesco, è necessario unire le forze e le nostre proposte guardano in questa direzione. La nostra proposta è ampia, ma soprattutto vogliamo sia di qualità - proseguono -. Ci sono anche le attività continuative del convento come la concessione in comodato dell'uliveto e del vigneto del convento ad una cooperativa che reinserisce nel mondo del lavoro persone svantaggiate, l'approfondimento biblico il venerdì sera ed il cammino esistenziale ogni mese sui sentieri verso l'eremo». L'avvio della Romea Strata che fa del convento di Isola uno dei punti salienti del percorso accompagnerà un 2018 che sarà ulteriormente ricco di proposte: «Durante l'estate – aggiungono Ronchi e Marcolini - riusciamo anche ad ospitare una ventina di persone nelle nostre camere, ma per questioni legate al riscaldamento è un'offerta limitata alla bella stagione. Ci piacerebbe aumentare il numero di camere riscaldate per fare del convento un vero e proprio punto di sosta, ma mancano i fondi. Ci sarebbe anche già nel cassetto un progetto per una ristrutturazione complessiva». Tra “Aperilibri”, concerti, approfondimenti biblici ed ecologici, il convento è un vero e proprio centro culturale per Isola e tutto il comprensorio: «Dopo l'aggressione a fra' Germano, che rientrerà prima di Natale, aumenteremo l'illuminazione ma non sarà certo un episodio buio a far cadere le tenebre sul convento» 

Ilgiornaledivicenza

I santi del 07 Dicembre 2017


Sant' AMBROGIO   Vescovo e dottore della Chiesa - Memoria
Treviri, Germania, c. 340 - Milano, 4 aprile 397
Ambrogio, di famiglia romana cristiana, governatore delle provincie del nord Italia, fu acclamato vescovo di Milano il 7 dicembre 374. Rappresenta la figura ideale del vescovo, pastore, liturgo, e mistagogo. Aveva scelto la carriera di magistrato – seguendo le orme del papà, prefetto romano della Gallia – e a trent’anni si trovava ...
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Santa MARIA GIUSEPPA ROSSELLO   Vergine
Albissola Marina (Savona), 27 maggio 1811 - Savona, 7 dicembre 1880
Nacque nel 1811 presso Savona e sin da piccola si distinse per carità e devozione. Non ebbe mai una bambola, non solo perché era un giocattolo molto costoso ma anche perché al divertimento anteponeva i problemi della gente, specie i giovani dei quartieri popolari. Iscrittasi tra le terziarie francescane, lavorò, presso due due nob...
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San PIETRO BAIETTA   Martire mercedario
† 1397
Originario di Cuenca (Spagna), San Pietro Beteta, entrò nell'Ordine Mercedario a Barcellona dove il suo fervore e la sua umiltà si distinsero tanto che da frate laico fu elevato a religioso professo e ordinato sacerdote. Sucessivamente passò per i conventi di Saragozza, Perpignano (Francia), Calatayud, Vic, Portel, Valenza e in quello di EI Puig; nominato re...
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Sant' ATENODORO   Martire
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Sant' URBANO DI TEANO   Vescovo
sec. IV
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San GIOVANNI IL SILENZIARIO   Vescovo
m. 558
Rinunciò al governo della diocesi di Taxara, Armenia, per entrare nel monastero di San Saba, in Palestina, dove visse servendo umilmente i suoi fratelli.
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San CARLO GARNIER   Gesuita, martire in Canada
Parigi, 25 maggio 1605 – Etbarita (Canada), 7 dicembre 1649
viene ordinato sacerdote nel 1635. L'anno seguente, l'8 aprile 1636, a 31 anni si imbarca per Quebec, in Canada e da qui poi raggiunge, a bordo di una canoa, il territorio degli indiani Uroni. Vince la loro diffidenza prodigandosi nel curare i malati di peste. Viene poi mandato ad evangelizzare la regione a sud della baia Georgiana e qui, nel 1646, fonda due...
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Santa SERENA DI SPOLETO   Vedova e martire
Abbiamo sue notizie dalla vita di san Savino vescovo di Spoleto. Visse quindi nella stessa epoca del Santo Vescovo ed è ricordata per la sua carità eroica e per la venerazione verso il suo vescovo.Martire sotto Diocleziano, non si hanno più sue notizie fino al sec. X quando le sue venerate reliquie dal Monastero di san Savino vengono traslate a Metz dal vesc...
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Santa FARA (BURGUNDOFARA)   Badessa
Originaria di Pipimisicum (oggi Poincy, presso Meaux), ebbe due fratelli santi: Cagnoaldo, monaco a Luxeuil, e Farone, vescovo di Meaux. Lo stesso san Colombano, esiliato a Luxeuil e ospite in casa dei genitori di Fara, da giovane le indicò la via della consacrazione. Tuttavia, una volta cresciuta il padre si oppose, preferendo per lei il matrimonio. Solo Eu...
www.santiebeati.it/dettaglio/90270
San SABINO DI SPOLETO   Vescovo e martire
III-IV secolo
Il nuovo martirologio cita in data odierna il vescovo e martire San Savino. La città umbra di Spoleto, di cui forse ricoprì la carica episcopale, lo venera con i santi diaconi Marcellino ed Esuperanzio. Varie città rivendicano le sue reliquie ed è spesso confuso con altri personaggi omonimi....
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Beata AURELIA (CLEMENTINA FRANCISCA) ARAMBARRI FUENTE   Religiosa e martire
Vitoria, Spagna, 23 ottobre 1866 – Aravaca, Madrid, 6/7 dicembre 1936
Suor Aurelia Arambarri Fuente, al secolo Clementina Francisca, era una religiosa delle Suore Serve di Maria Ministre degli Infermi, fondate da santa Maria Soledad de Acosta. Ricevette l’abito dalla medesima Fondatrice e fu superiora in numerose comunità. A causa di una paralisi progressiva, si ritirò nell’infermeria della Casa Madre...
www.santiebeati.it/dettaglio/96083
Beata AURORA (JUSTA) LOPEZ GONZALEZ   Religiosa e martire
San Lorenzo, Madrid, Spagna, 29 maggio 1850 – Aravaca, Madrid, 6/7 dicembre 1936
Suor Aurora Lopez Gonzalez, al secolo Justa, era una religiosa delle Suore Serve di Maria Ministre degli Infermi, fondate da santa Maria Soledad de Acosta. Fu un fedele riflesso della spiritualità della Fondatrice e s’impegnò in numerose comunità con vari incarichi. Con lo scoppio della guerra civile spagnola, dovette abbandonare i...
www.santiebeati.it/dettaglio/96084

Beata DARIA (JOSEFA ENGRACIA) ANDIARENA SAGASETA   Religiosa e martire
Donamaría, Navarra, Spagna, 5 aprile 1879 – Aravaca, Madrid, 6/7 dicembre 1936
Suor Daría Andiarena Sagaseta, al secolo Josefa Engracia (detta Graciana), era una religiosa delle Suore Serve di Maria, fondate da santa Maria Soledad de Acosta. Fu formatrice delle novizie, che curò da vera madre, sacrificandosi spesso per loro. Con lo scoppio della guerra civile spagnola, dovette abbandonare il sacro abito e rifugiarsi con a...
www.santiebeati.it/dettaglio/96085

Messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Un invito ad ascoltare, discernere e vivere quello che il Signore ci chiede oggi

Ascoltare, discernere e vivere la Parola di Dio: sono questi gli aspetti che accomunano ogni vocazione, personale ed ecclesiale. Lo scrive papa Francesco nel Messaggio per la 55esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebrerà il 22 aprile 2018 sul tema «Ascoltare, discernere, vivere la chiamata del Signore». Il messaggio (TESTO INTEGRALE) è stato pubblicato stamani.
In apertura del Messaggio, il Papa ricorda che a ottobre 2018 si svolgerà il Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani, e in particolare al rapporto tra giovani, fede e vocazione. «In quell'occasione - osserva - avremo modo di approfondire come, al centro della nostra vita, ci sia la chiamata alla gioia che Dio di rivolge». La vocazione, appunto.
«Non siamo immersi nel caso, né trascinati da una serie di eventi disordinati - prosegue Francesco -, ma, al contrario, la nostra vita e la nostra presenza nel mondo sono frutto di una vocazione divina!».
«Nella diversità e nella specificità di ogni vocazione, personale ed ecclesiale - precisa - si tratta di ascoltare, discernere e vivere questa Parola che ci chiama dall'alto e che, mentre ci permette di far fruttare i nostri talenti, ci rende anche strumenti di salvezza nel mondo e ci orienta alla pienezza della felicità».

L'importanza dell'ascolto, in un mondo di rumori

Dio non si impone alla nostra libertà, ma viene in modo «silenzioso e discreto». Per questo occorre «predisporsi a un ascolto profondo della sua Parola e della vita» imparando a leggere gli eventi con gli occhi della fede. Oggi è sempre più difficile, osserva il Papa, «immersi come siamo in una società rumorosa, nella frenesia dell'abbondanza di stimoli e di informazioni». «Al chiasso esteriore corrisponde spesso una dispersione e confusione interiore», ma è necessario ricordarsi che «il Regno di Dio viene senza fare rumore e senza attirare l'attenzione».

Discernere, «leggere dentro» la vita

Ciascuno di noi, ricorda Francesco, «può scoprire la propria vocazione solo attraverso il discernimento spirituale». Inoltre «la vocazione cristiana ha sempre una dimensione profetica». Per questo «ogni cristiano dovrebbe poter sviluppare la capacità di "leggere dentro" la vita e di cogliere "dove e a che cosa" il Signore lo sta chiamando per essere continuatore della sua missione.

Vivere il presente, testimoni del Signore «qui e ora»

Infine il Papa ricorda che «Gesù annuncia la novità dell'ora presente, che entusiasmerà molti e irrigidirà altri: il tempo è compiuto ed è Lui il Messia, annunciato da Isaia» per «proclamare l'amore misericordioso di Dio ad ogni creatura». Il Vangelo non può attendere le nostre lentezze e pigrizie, non può essere rimandato all'indomani «con la scusa di aspettare sempre un tempo propizio. «La vocazione è oggi! - esorta il Papa - La missione cristiana è per il presente! E ciascuno di noi è chiamato - alla vita laicale nel matrimonio, a quella sacerdotale nel ministero ordinato, o a quella di speciale consacrazione - per diventar testimone del Signore, qui e ora».
«Il Signore continua oggi a chiamare a seguirlo - conclude papa Francesco - Non dobbiamo aspettare per essere perfetti» ma ascoltare la voce del Signore, «discernere la nostra missione personale nella Chiesa e nel mondo, e infine viverla nell'oggi che Dio ci dona».
da Avvenire