Gli incontri tra Manzoni e Rosmini


È nel 1860 che Manzoni riceve le visite di Cavour e Garibaldi; nel 1861, nominato senatore, partecipa alla seduta del Senato in cui si proclama Roma capitale d'Italia. Nato il 7 marzo del 1785, Manzoni muore a Milano il 22 maggio del 1873.

Fu soprattutto con il suo romanzo I promessi sposi che Manzoni esercitò un'influenza di prim'ordine sulla più ampia opinione pubblica italiana, tanto da venir considerato come l'iniziatore del liberalismo cattolico italiano (G. Candeloro). Liberale cattolico per la ragione che, a suo avviso, l'unico criterio valido per interpretare eventi storici e situazioni politiche sta nel bene e nel male dei singoli individui la cui vita si è intrecciata e si è svolta in precise situazioni e in concreti eventi storici. Interpretazioni deterministiche della storia umana, l'affidarsi alla ragion di Stato, l'esaltazione dei geni politici e della guerra, la sostituzione del principe con principî dogmatici dalle conseguenze cariche di sofferenze, la giustificazione utopistica di sacrifici certi della generazione presente in nome dell'ipotetico bene della generazione futura, sono concezioni e prospettive che Manzoni rifiuta. «Quel che ci interessa nel Manzoni, per capire il lato liberale del suo cattolicesimo, è l'interpretazione che dà, nelle Osservazioni sulla morale cattolica, del 1819, dei fondamenti interiori dell'obbedienza all'autorità della Chiesa. È sempre il dictamen interiore della coscienza che deve portare il credente ad accettare la legge cristiana che, d'altra parte, si inserisce nell'ordine della grazia e della carità» (A. Passerin d'Entrèves).

Il fulcro della concezione morale e della prospettiva politica del Manzoni è la persona libera e responsabile, illuminata e fortificata dalla fede nella Provvidenza. Quella fede che, come leggiamo nel cap. VII delle Osservazioni sulla morale cattolica, ha accompagnato i martiri cristiani i quali, come Ignazio di Antiochia o i cristiani di cui si parla nella lettera di Plinio a Traiano, ebbero il coraggio di opporsi al potere assoluto dell'imperatore romano, di dissacrarlo e relativizzarlo in nome del Dio trascendente: Káysar non è Kýrios. È ben vero che la cristianità nel corso della storia ha offerto esempi di crudeltà commesse con il pretesto della religione, senonché precisa Manzoni «si può sempre asserire che coloro i quali le hanno commesse, furono infedeli alla legge che professavano; che questa li condanna. Nelle persecuzioni gentilesche, invece, nulla può essere attribuito a inconseguenza dei persecutori, a infedeltà alla loro religione, perché questa non aveva fatto nulla per tenerli lontani da ciò». La verità è che «l'idea della moralità, quale l'ha rivelata il Vangelo, è tale che nessun sistema di morale venuto dopo non ha potuto lasciar di prenderne qualcosa». È un'etica, quella cristiana, che come leggiamo nella Storia della colonna infame respinge la resa ai fatti: giustificare un'azione ingiusta o «fatti atroci dell'uomo contro l'uomo» come «effetto dei tempi o delle circostanze non è una scusa, ma una colpa».

La morale del Vangelo ci libera dall'idolatria e dal servilismo nei confronti del potere. In fondo, «ogni potere ingiusto, per far male agli uomini, ha bisogno di cooperatori che rinuncino ad obbedire alla legge divina, e quindi l'inesecuzione di essa è la condizione più essenziale perché esso possa agire». Ma questo non deve far dimenticare «la lunga successione di cristiani coraggiosi che seppero non solo astenersi dalla adulazione, ma dire il vero con pericolo». Contrario al principe assoluto, il cristiano ha da essere critico anche nei confronti della presunta assolutezza di principî e prospettive politiche assolutiste. Robespierre, scrive Manzoni in Dell'invenzione, era un uomo senza interessi privati, noncurante della ricchezza e dei piaceri, e di costumi sobri; ma egli aveva imparato da Rousseau che l'uomo nasce buono e che le istituzioni sarebbero l'unico ostacolo a uno stato perfetto della società; da qui la sua decisione «di levare di mezzo» tutti quegli uomini che si opponevano alla riconquista della felicità sulla faccia della Terra. Una irragionevole idea, dunque, «potè far perdere l'orrore della carneficina a un uomo, il quale, nulla indica che n'avesse l'abominevole genio».

La libertà vera, afferma Manzoni, è «quella che consiste nell'essere il cittadino, per mezzo di giuste leggi e di stabili istituzioni, assicurato, e contro violenze private, e contro ordini tirannici del potere, e nell'essere il potere stesso immune dal predominio di società oligarchiche, e non sopraffatto dalla pressura di turbe, sia avventizie, sia assoldate: tirannia e servitù del potere, che furono, a vicenda, e qualche volta insieme, i due modi dell'oppressione esercitata in Francia ne' vari momenti di quella Rivoluzione; uno in maschera di autorità legale, l'altro in maschera di volontà popolare».

Contrario a quanti nella religione vedono un instrumentum regni, e ugualmente avverso a quel cattolicesimo politico che pretende di fare dello Stato un instrumentum religionis, Manzoni seppe coerentemente unire la sua cattolicità con la sua laicità. È del 28 febbraio 1843 una lettera a Rosmini in cui si dichiara «laico in tutti i sensi». Egli, scrive Passerin d'Entrèves, «riesce a provare che la fede, il coraggio, la resistenza degli umili alla sofferenza sostengono questa civiltà vacillante e scossa da tante debolezze e dalla corruzione, che minano anche le grandi istituzioni maestre, lo Stato e la Chiesa. Prova anche che l'uomo non è nato libero, come suggeriva Rousseau, ma che deve conquistarsi la libertà fra tutte le contraddizioni della storia e della società, con uno sforzo che impegna ogni individuo, fino a coloro che i filosofi umanitari avevano stimato insignificanti. Questo è il lato democratico della inchiesta che Manzoni ha condotto, su un campo appartenente alla storia, malgrado il suo carattere apparentemente letterario, e questo è il messaggio che egli ha trasmesso a quei cattolici liberali, e anche a quei democratici che hanno cercato, dopo di lui, di costruire in Italia uno Stato laico lottando contro il temporalismo della Chiesa, ma pure contro gli eccessi di un anticlericalismo rancoroso e sterile».

Vivere il Triduo Pasquale nel silenzio e nel ritiro del Sacro Monte di Domodossola Settimana Santa 2017


9 aprile: DOMENICA DELLE PALME
h. 9.30 S. Messa con benedizione degli ulivi alla Grotta di Lourdes, processione e canto del Passio
h. 15.00 Via Crucis della Parrocchia di Calice con partenza dalla Prima Cappella
h. 16.30 S. Messa con benedizione degli ulivi

10 aprile: LUNEDI' SANTO
Sacra Rappresentazione della Passione curata dai ragazzi e dai giovani dell'Istituto Antonio Rosmini di Domodossola (ORARIO DA DEFINIRE)
13 aprile: GIOVEDI’ SANTO
h. 18.00 S. MESSA DELL’ULTIMA CENA E LAVANDA DEI PIEDI. SEGUE RIPOSIZIONE DEL SS.MO SACRAMENTO NELL’ALTARE DELL’ADORAZIONE E ADORAZIONE EUCARISTICA;
h. 21.00 ADORAZIONE COMUNE E COMPIETA;
LA CAPPELLA DELL’ADORAZIONE (ORATORIO DELLA MADONNA ADDOLORATA, RIMANE APERTA, IN FORMA SOLENNE FINO ALLA MEZZANOTTE;

14 aprile: VENERDI’ SANTO
h. 8.00 LODI MATTUTINE - h. 9.30 UFFICIO DELLE LETTURE E MEDITAZIONE - h. 12.10 ESAME DI COSCIENZA, ORA MEDIA E “PATER”;
h. 15.00 CELEBRAZIONE DELLA PASSIONE DEL SIGNORE E CANTO DEL “PASSIO”;
h. 20.30 SOLENNE “VIA CRUCIS” LUNGO LA “VIA REGIA” CON PARTENZA DALLA PRIMA CAPPELLA AI PIEDI DEL CALVARIO;
SEGUE IL CANTO DELLE “ULTIME SETTE PAROLE DI GESU’ SULLA CROCE”, LA BENEDIZIONE E IL BACIO DELLA RELIQUIA DELLA SANTA CROCE.

15 aprile: SABATO SANTO
h. 8.00 LODI MATTUTINE - h. 9.30 UFFICIO DELLE LETTURE E MEDITAZIONE - h. 12.10 ESAME DI COSCIENZA, ORA MEDIA E “PATER”;
h. 22.00 SOLENNE VEGLIA PASQUALE DI RISURREZIONE.

16 aprile: DOMENICA DI PASQUA 
Le Sante Messe seguono orario festivo:
h. 9.30 SANTA MESSA;
h. 16.45 ADORAZIONE EUCARISTICA, VESPRO E BENEDIZIONE.
h. 17.30 SANTA MESSA.

17 aprile: LUNEDI’ TRA L’OTTAVA DI PASQUA (detto “dell’Angelo”)
h. 9.30 SANTA MESSA.
Le liturgie saranno animate dalla Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario: Schola Gregoriana, Convivium Musicum dei Polifonisti del Sacro Monte.

Predicherà il triduo p. Pierluigi Giroli i.c.

È possibile iscriversi per tutto o parte del Triduo con possibilità di pernottamento, vitto e alloggio, nonché di partecipazione alle liturgie e alle meditazioni. È anche possibile anticipare o prolungare la permanenza al di fuori dei giorni del Triduo Pasquale. Durante il Triduo si raccomanda di mantenere un clima di silenzio e di raccoglimento.

I santi del 09 Marzo 2017


Santa FRANCESCA ROMANA   Religiosa - Memoria Facoltativa
Roma, 1384 – 9 marzo 1440
Nacque a Roma nel 1384. Cresciuta negli agi di una nobile e ricca famiglia, coltivò nel suo animo l'ideale della vita monastica, ma non poté sottrarsi alla scelta che...
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San DOMENICO SAVIO   Adolescente
Riva di Chieri, Torino, 2 aprile 1842 - Mondonio, Asti, 9 marzo 1857
Ancora bambino decise quale sarebbe stato il suo progetto di vita: vivere da vero cristiano. Tale desiderio venne accentuato dall’ascolto di una predica di don Bosco, dopo la...
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Santa CATERINA (VIGRI) DA BOLOGNA   Vergine
Bologna, 8 settembre 1413 - ivi, 9 marzo 1463
Nata a Bologna l'8 settembre 1413 dal ferrarese Giovanni de' Vigri e Benvenuta Mammolini, Caterina viene educata alla corte Estense, che in quel tempo toccava l'apogeo del suo sple...
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San PACIANO DI BARCELLONA   Vescovo
m. 390
Governò la diocesi di Barcellona, in Spagna, difendendo la Fede. Egli affermava che il suo nome era Cristiano e Cattolico il suo cognome.
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Santi PIETRO CH’OE HYONG E GIOVANNI BATTISTA CHON CHANG-UN   Martiri
† Nei-Ko-Ri, Corea del Sud, 9 marzo 1866
I laici Pietro Ch’oe Hyong (nato a Gongju nel 1814) e Giovanni Battista Chong-Chang-Un (nato a Seoul nel 1811) condussero i genitori al battesimo e stamparono libri religiosi. Per ...
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Santi QUARANTA MARTIRI DI SEBASTE   
Sebaste (Armenia), † 320
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San BRUNONE BONIFACIO DI QUERFURT   Vescovo camaldolese, martire
Querfurt (Sassonia), 974 – Moravia Orientale, 9 marzo 1009
www.santiebeati.it/dettaglio/91305
San VITALE DI CASTRONUOVO   Asceta
Castronovo di Sicilia, inizi del X sec. – Rapolla, 994
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Beato ANTONIO ZOGAJ   Sacerdote e martire
Kthellë, Albania, 26 luglio 1908 – Durazzo, Albania, 9 marzo 1948
Don Anton Zogaj, della diocesi di Durazzo, era segretario dell’arcivescovo monsignor Vinçenc Prennushi quando, nel 1945, venne arrestato. Fu ucciso mediante fucilazion...
www.santiebeati.it/dettaglio/97021