Aumenta il numero di italiani che visitano la città per scoprire luoghi nascosti e immergersi nella vitalità delle piazze. Tante le famiglie con figli che scelgono di fare una gita tra Prato della Valle, la basilica di Sant’Antonio e la Cappella degli Scrovegni. Ancora in pochi, però, si fermano a Padova per più giorni consecutivi: il turismo è “mordi e fuggi”, la gita spesso si chiude nel giro di una giornata. È quanto emerge dall’analisi condotta dalla guida turistica autorizzata Maila Bertoli, che da anni lavora sul territorio patavino.
L’identikit del turista. «Abbiamo notato la presenza di tanti turisti americani, tedeschi e russi» racconta Maila Bertoli, «ma la particolarità di quest’anno sono i visitatori italiani che arrivano a Padova per riscoprire la città sotto diversi punti di vista. Non si fermano solo a un primo giro generale, ma tornano anche due o tre volte per approfondire luoghi o temi di loro interesse. Come guida, cerco sempre di arricchire gli itinerari standard con siti minori e curiosi». Tante le coppie che dopo essere state a Venezia, si fermano a Padova. «Tutti rimangono entusiasti» aggiunge la guida, «chi associa Padova a Venezia rimane piacevolmente stupito. Del resto la nostra città non è solo la Cappella degli Scrovegni, ma molto di più». Cresce il turismo culturale a fianco dei propri figli, tanti genitori scelgono di visitare Padova con bambini e ragazzini a seguito.
I luoghi visitati. Padova presenta numerosi punti di interesse, dai tradizionali a quelli meno noti. Al di là della Cappella degli Scrovegni, dove Giotto ha dipinto uno dei suoi capolavori, in pochi conoscono tutti i musei, i giardini, le chiese, e i vari monumenti nascosti tra le piazze. «I turisti richiedono di più Prato della Valle, la basilica del Santo, l’Università e il Pedrocchi» conferma Maila Bertoli, «la Cappella degli Scrovegni in genere la lascio per ultima, al termine del percorso. È una realtà che devi vivere dopo aver conosciuto bene chi hai di fianco: arrivare davanti agli affreschi di Giotto è un’apoteosi vissuta assieme ai turisti. La Cappella degli Scrovegni è molto richiesta dalle aziende come visita-premio per i dipendenti o dai gruppi che organizzano congressi e meeting in città». Uno dei punti forti rimane il Santo. «Da un lato la basilica di Sant’Antonio attrae il turismo religioso, con un bacino d’utenza da tutto il mondo» sottolinea la guida, «tanti indiani mi raccontano la loro storia di vita davanti al luogo di preghiera. Dall’altro lato attrae il turismo culturale: la basilica e l’adiacente oratorio traboccano di arte». Anche il teatro anatomico ritaglia la sua fetta di interesse, soprattutto da parte dei turisti americani.
La vita e la gastronomia. Quello che stupisce di più gli stranieri è la vita all’interno delle piazze. Tra nozioni di storia e opere d’arte, c’è chi non rinuncia allo spritz all’ombra del Salone. «Quando propongo ai turisti di mangiare “folpi” o tramezzini caldi di pomeriggio, più di qualcuno storce il naso» racconta Bortoli, «ma dopo il primo assaggio si lasciando andare con grande piacere alle tradizioni enogastronomiche padovane. L’impressione è che questa città lasci sempre un buon ricordo di sè in chi la visita».
Mattino Padova