Addio al Treno dei Bimbi, seconda casa dei figli di emigrati. Cappuccini sul piede di partenza: a rischio chiusura il villaggio in Val Formazza nato come opera di solidarietà e rifugio negli anni Sessanta


«Ci si sente demoralizzati e nello stesso tempo dispiaciuti. Non ci si può assolutamente immaginare che un posto come il Treno dei Bimbi di Croveo possa essere destinato a chiudere, anche perché il villaggio rappresenta per molti di noi un ricordo prezioso di libertà e di crescita personale, un patrimonio irrinunciabile, che ha lasciato un’impronta indelebile nella vita di tutti noi che lo abbiamo vissuto di persona. Questo villaggio, situato all’interno della Val Formazza, nel Verbano Cusio Ossola, con la sua storia e il suo significato, rappresenta molto di più di una semplice attrazione turistica: è un simbolo di libertà e legami duraturi, che merita senza dubbio di essere preservato per le future generazioni».

Sono parole segnate dall’emozione, quelle di Germano Bacchetta, di Campione d’Italia, ex ragazzo della Cappuccina e del Treno dei Bimbi, storico e “mitico” villaggio nato come opera di solidarietà negli anni Sessanta per ospitare i figli di genitori emigrati in Svizzera. Oggi il Treno dei Bimbi è appunto fortemente a rischio: entro la prossima estate, infatti, i frati cappuccini che dal ’66 lo gestiscono, dovranno lasciare Domodossola con tutte le sue opere.

«Ancora oggi si ha la possibilità di poter dormire in una serie di vagoni dismessi e riadattati nel tempo – dice Bacchetta a “laRegione” –. Il villaggio è unico al mondo, non solo per i suoi vagoni nel bosco, ma anche per la pace e le sensazioni che trasmette». L’idea originaria dei vagoni come alloggi venne a Padre Michelangelo con l’aiuto di Oscar Luigi Scalfaro, allora Ministro dei trasporti e poi presidente della Repubblica italiana. «Fu un’idea tanto bizzarra quanto apprezzata da noi ragazzi, lontani dai nostri genitori emigranti e così bisognosi di un rifugio tutto per noi. Oggi – nota Germano Bacchetta – l’eventualità della chiusura sta creando grande apprensione. Per questo motivo è in corso una forte mobilitazione, con un comitato spontaneo che sta raccogliendo delle firme rivolte al Padre Generale dei frati minori di Roma (un appuntamento è stato fissato per l'11 settembre nella Città eterna) affinché impedisca il trasferimento di quei frati che hanno fatto la storia del quartiere Cappuccina».

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