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Turismo religioso sblocco dei fondi Cipe per i cammini religiosi e la via Francigena


Decreto Milleproroghe con misure anche per il turismo, tra cui provvedimenti su concessioni demaniali, fondi per i Comuni e beni pertinenziali. In una nota a margine del provvedimento emanato dal governo, la sottosegretaria al Mibact Lorenza Bonaccorsi evidenzia come «per il turismo, che è uno dei settori traino dell’economia italiana, in soli tre mesi abbiamo cercato di riorganizzare una macchina sostanzialmente ferma che ora ha bisogno di un lavoro di grande raccordo e sinergia tra i diversi attori, a partire dalle regioni italiane».
Tra i nodi fondamentali del settore che erano fermi da anni, è stato avviato lo sblocco dei fondi Cipe per i cammini religiosi e la via Francigena, fermi dal 2016, con una dotazione di quasi 40 milioni di euro che saranno destinati a 11 regioni coinvolte per la Francigena e a 5 per i cammini religiosi.
«Stiamo lavorando, poi – ha aggiunto Bonaccorsi – per sbloccare circa 50 milioni di euro, fermi dal 2018, dedicati ai Comuni, previsti dal piano per il turismo. Fondi che rischiavano fortemente di essere persi perché incagliati nei più diversi meandri della burocrazia. Da non dimenticare poi che in legge di stabilità il bonus facciate, fortemente voluto dal ministro Dario Franceschini, è esteso anche agli alberghi che potranno così avere la possibilità di ristrutturare le proprie facciate con una detrazione fiscale del 90%».
Infine, nel Milleproroghe, «siamo riusciti a risolvere anche il problema dei cosiddetti beni pertinenziali: 250 famiglieche hanno attività commerciali sul lungomare e a cui era stato elevato in modo abnorme il costo della concessione. Nel testo, all’esame del Parlamento all’inizio dell’anno, sarà riconosciuta un’ulteriore proroga per la sospensione dei canoni demaniali e i contenziosi in essere che riguardano i porti turistici e le concessioni demaniali marittime, per la realizzazione e la gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto».
«Sono molto soddisfatta del lavoro che siamo riusciti a fare – conclude Bonaccorsi – senza neanche avere a disposizione una Direzione generale del ministero dedicata al Turismo, anche in ragione dello sforzo per riportare le deleghe del turismo di nuovo ai Beni culturali, dopo che il precedente governo le aveva spostate all’Agricoltura. Ci aspettano sfide importanti per il prossimo anno a partire dall’Anno della cultura Italia-Cina fino all’Expo di Dubai. Sono convinta che l’Italia sarà una delle protagoniste, soprattutto se riuscirà a fare un gioco di squadra e a mettere dinanzi a tutto l’interesse del Paese.»
lagenziadiviaggi.it

A piedi sulle strade della fede... Il Calvario riscoperto come momento di riflessione

In principio c'è stata la riscoperta del Cammino di Santiago, che da più di trent'anni si presenta come un itinerario alla ricerca di se stessi e delle radici della propria fede. Poi, negli anni, si sono susseguiti interventi per rimettere in ordine le antiche vie dei pellegrini in Italia e nel mondo, e oggi si assiste ad un vero e proprio boom di viaggiatori sulle tracce degli antichi percorsi che dal Medioevo venivano solcati per raggiungere i luoghi della fede.
La via leader indiscussa continua ad essere quello che conduce al santuario di San Giacomo a Compostela: questo storico cammino religioso vede la presenza di 300mila persone ogni anno, che percorrono gli oltre 800 chilometri a piedi o in bicicletta, partendo dalla Francia, dalla Spagna o dal Portogallo. Ma una buona popolarità ha acquisito anche la via Francigena, che parte dalla Francia e arriva in Italia, attraversando la Svizzera. Punto di inizio di questo cammino è Berry au Bac, una cittadina situata nei pressi di Reims nella Francia orientale, proseguendo per Chavanges, Orges e Richebourg, passando per le località svizzere di Losanna, Saint Maurice e il Passo del Colle del Gran San Bernardo, per raggiungere l'Italia. Qui si incontrano Pont Saint Martin, Pavia e San Gimignano, per arrivare infine a Roma dopo una camminata di quasi 1800 chilometri.
Sempre in Italia, interessante il cammino storico del sentiero degli Abati, 190 chilometri tra l'Emilia Romagna e la Toscana, un itinerario estremamente impegnativo che tocca luoghi come Canevino, Bobbio, Castana e Pontremoli. Caratterizzato da un forte sentimento religioso il cammino della Via di Francesco, un percorso che consente di seguire i passi del santo da La Verna fino a Greccio, 3 giorni di cammino visitando Assisi, Perugia, Spoleto e la bellissima Spello.
Altri itinerari per un viaggio a piedi sono la via Benedicti, 300 chilometri da Norcia alla valle del Liri fino a Montecassino e il Cammino di San Giorgio Vescovo in Sardegna, 200 chilometri per scoprire Arbatax e le zone interne dell'isola.
Tornando in Europa, ci sono percorsi poco battuti da scoprire. La Svezia ospita il Pilgrim Trail, che ricalca gli antichi pellegrinaggi religiosi tipici del Medioevo, mentre la Norvegia propone il sentiero di San Olaf Way, una camminata di 650 chilometri da Oslo a Trondheim. In Polonia è possibile raggiungere a piedi il santuario di Jasna Gora, meta di pellegrinaggio per oltre 4 milioni di persone ogni anno per arrivare alla città di Czestochowa. Zaino in spalla si può intraprendere anche il sentiero di San Paolo, in Turchia, poco segnalato ma di grande suggestione, composto da 500 chilometri da Perge a Yalvac.
E per chi è in cerca di un'altra spiritualità, sul lato indiano dell'Himalaya è presente il cammino di Ladakh, un percorso tra luoghi di culto buddisti e antichi monasteri.

ttgitalia.com

Regno Unito, Francia, Svizzera e Italia chiedono il riconoscimento di “patrimonio mondiale” per la millenaria via dei pellegrini che attraversava il cuore dell’Europa. Intanto il cammino viene riscoperto da un numero crescente di turisti: alcuni ospitati anche al Calvario

Marco Guerra – Città del Vaticano
Un tratto italiano della Via Francigena
Prosegue l’iter della candidatura della Via Francigena a Patrimonio dell’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura). Entro l’autunno verrà presentato e condiviso con i quattro ministeri di beni culturali di Gran Bretagna, Francia, Svizzera e Italia (i Paesi lungo i quali si snoda l’itinerario) lo studio tematico europeo sul riconoscimento della Francigena come patrimonio mondiale. Il dossier per la candidatura a Patrimonio dell’Unesco è stato già approvato dal ministero dei Beni Culturali italiano, dopo l’accordo tra le sette Regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Liguria, Lazio, Valle d’Aosta, con il coordinamento della Toscana) attraversate dall’itinerario.

Una via nel cuore dell’Europa

La strada, che attraversa il cuore dell’Europa Occidentale da Canterbury a Roma, nel Medioevo era percorsa dai pellegrini che dall’Inghilterra e dalla Francia volevano recarsi alla Basilica di San Pietro o proseguire verso la Terra Santa imbarcandosi nei porti della Puglia. Fu anche un tragitto commerciale per trasportare le merci dell’Oriente nelle fiere del Nord Europa. L’enorme valore spirituale, storico e culturale di questo cammino viene rivissuto ogni anno da decine di migliaia di pellegrini e di turisti che percorrono almeno una parte del tracciato.

La “riscoperta” del cammino

“Oggi la Francigena è stata riscoperta e reinterpretata come moderna via di pellegrinaggio”, ha detto, intervistato da Vatican News, Luca Bruschi direttore dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, che ci ha aggiornato anche sullo stato della procedura necessaria per il riconoscimento dell’Unesco:
R. – L’iter di candidatura procede. Dopo lo studio dell’analisi preliminare della candidatura del tratto italiano, presentato lo scorso maggio dalle sette regioni italiane, su suggerimento dell'Unesco e dell'Icomos si è incominciato a ragionare su una candidatura allargata su scala europea, nel senso di prendere in considerazione tutto l’itinerario europeo, cioè da Canterbury a Roma. A che punto siamo ora? Dallo scorso gennaio, un gruppo di lavoro ha portato avanti un’analisi storico-scientifica su uno studio tematico europeo che riguarda i quattro Paesi e i 2.000 chilometri. Questo studio tematico è adesso all’attenzione delle regioni italiane, in particolare della Toscana – capofila di questo progetto di candidatura – e questo studio tematico verrà presentato e condiviso con i quattro ministeri d’Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia in autunno, affinché tutti i ministeri concordino sull’iter che stiamo portando avanti, sulla procedura e sui prossimi passi.
Vogliamo ricordare che cos’è la Via Francigena, l’importanza storica di questa strada che ha collegato il cuore dell’Europa?
R. – La Via Francigena è una via millenaria di pellegrinaggio, di commercio che unisce l’Europa del Nord a Roma, in direzione di Gerusalemme. E’ una via che si rifà al diario dell’arcivescovo Sigerico, quando nel 990 – arcivescovo di Canterbury – annotò le sue tappe nel viaggio di ritorno da Roma, dove andò a ricevere il pallio dal Papa, fino a Canterbury. Quindi, 79 tappe che ha lasciato in questo diario che si trova conservato a Londra alla British Library. E fondamentalmente, oggi è stata riscoperta, reinterpretata come moderna via di pellegrinaggio attraverso quattro Paesi e circa 650 piccoli comuni o villaggi che fanno parte di quell’Europa “minore” e non così conosciuta.
Cosa si incontra, lungo questa strada?
R. – Solo nel tratto italiano ad oggi sono stati identificati circa 350 beni culturali, come centri storici, ponti, antichi casolati romani o chiese o cattedrali, che quindi si inseriscono all’interno di questa candidatura. E c’è tantissimo patrimonio religioso, come possiamo bene immaginare, perché lungo tutto questo itinerario ci sono tantissime pievi, chiese o riferimenti – effettivamente – alle vie di pellegrinaggio che nel periodo medievale, in maniera devozionale, venivano fatte.
Chi percorre, oggi, la Via Francigena?
R. – Lo scorso anno, circa 45 mila camminatori hanno fatto tra i sei e i sette giorni di cammino. Poi c’è chi se la fa tutta e parte da Canterbury e in tre mesi di tempo arriva a Roma, chi invece cammina magari semplicemente il weekend o nei lunghi ponti che ci sono durante l’anno. La Toscana è il tratto che più di tutti è stato strutturato, messo in sicurezza e valorizzato. Questi numeri non riguardano tutti pellegrini e viandanti che arrivano effettivamente a Roma; si tratta di persone mediamente bene istruite o comunque di persone curiose di conoscere il patrimonio e il territorio; persone che mediamente viaggiano con motivazioni di ricerca e motivazioni spirituali. Poi c’è anche chi – per il 10-15% - dice di farlo anche per motivazioni religiose. Per ora, circa la metà sono pellegrini italiani e per l’altra metà vengono dall’Europa o dall’Europa del Nord oppure dalla Corea del Sud, dall’Australia, dagli Stati Uniti, dal Brasile e anche dagli altri continenti.
In un’Europa alla ricerca delle proprie radici, di una identità comune che importanza ha la Via Francigena? Ricordiamo che la candidatura ha carattere transnazionale, quindi le nazioni europee si riconoscono nel suo patrimonio?
R. – Diciamo che fondamentalmente è un progetto che non ha un colore politico, ma è un progetto nato per unire, per costruire ponti e quindi si può semplicemente dire che la Francigena è un ponte di dialogo tra l’Europa del Nord e l’Europa mediterranea, tra l’Europa anglosassone e l’Europa latina. Ed effettivamente è, come si diceva, un ponte di cultura a maggior ragione in un’Europa in cui si fatica, fondamentalmente, a trovare una propria identità. E’ un progetto che ha una grandissima identità culturale nella quale davvero si riconosce anche la natura e la storia dell’Europa.
vaticannews

La Via Francigena come il Sacro Monte Calvario verso il Patrimonio Unesco. Il cammino della candidatura


Spesso la Casa di Ospitalità del Sacro Monte Calvario ospita pellegrini della Via Francigena.

Il riconoscimento è atteso entro il 2020, intanto le regioni italiane è da tempo che si impegnano per valorizzare il percorso spirituale e turistico della Francigena, che fin dall’antichità collega Italia, Svizzera, Francia e Inghilterra.

Un itinerario sacro congiungeva il Nord Europa a Roma, una strada che nel corso del Medioevo fu percorsa sia da quei pellegrini intenti a muoversi dalla Francia verso sud, direzione San Pietro (e perché no proseguire verso la Terrasanta attraverso i porti pugliesi di Bari e Brindisi), sia da quelli che da sud muovevano verso nord per raggiungere Santiago di Compostela in Spagna. Celebre la sua funzione commerciale e strategica per il trasporto verso il nord Europa delle merci provenienti dall’Oriente e scambiarle nelle fiere della zona di Champagne, con i panni di Fiandra e di Brabante. Si tratta della Via Francigena, “la strada originata dalla Francia”, il cui itinerario è pronto a riconquistare la sua centralità con il riconoscimento a Patrimonio Unesco entro il 2020.

Lo Straordinario risiede nel Cammino delle Persone Comuni. (Paulo Coelho)



Via Francigena


I pellegrinaggi nel corso della storia sono stati tanti e diversi. Per lo più pratiche religiose che consistono nel recarsi, individualmente o collettivamente, presso un luogo sacro per compiervi atti religiosi, anche a scopo votivo o penitenziale. Un’attività piuttosto diffusa in moltissime religioni fin dall’epoca antica: in Egitto, nella religione ebraica antica (pellegrinaggio rituale a Gerusalemme in occasione della Pasqua e di altre feste), nell’antica Grecia (verso i santuari e gli oracoli), come pure nella religione induista postvedica (in luoghi religiosi, fiumi sacri, come il Gange, per purificarsi, ecc.). Nel cristianesimo, questa pratica è antichissima e ha come meta ambita la Terrasanta, palcoscenico sacro dell’attività redentrice di Gesù Cristo, e Roma, dove sono poste le tombe degli apostoli; il culto delle reliquie e i miracoli locali hanno dato vita ad altre mete per i pellegrini (per es. Santiago de Compostela, Loreto, Lourdes, Fatima ecc.). Nella religione musulmana diviene obbligatorio il pellegrinaggio alla Mecca (hagg), da intraprendere almeno una volta nella vita per ogni musulmano che disponga di capacità fisica e di mezzi. 
Oggi a muovere i pellegrini, oltre a motivi legati alla religioni, ecco un forte senso di spiritualità, il desiderio di umanità e di pace, l’amore e la passione per lo sport, la voglia di avventura, la sete di nuove conoscenze e l’ambizione della scoperta, l’esigenza di fondersi con natura e paesaggi incontaminati. I pellegrini, qualcuno li definirebbe i “conquistatori dell’inutile”, noi no. Uscire dalla città e affrontare zone impervie, rinunciare per un periodo più o meno lungo allo scorrere ordinario dell’esistenza, proiettandosi in un’impresa spesso ardua, prefiggendosi lo scopo di raggiungere una meta, dalla quale far ritorno a casa ritemprato e con rinnovata linfa per affrontare le sfide quotidiane: ecco, chi è il pellegrino, anche quello in cammino sulla Francigena.

La Via Francigena nel corso della storia. La Francigena non è solo una via sacra, ma una vera e propria testimonianza, la traccia battuta delle tappe del cammino dell’arcivescovo di Canterbury, Sigerico, recatosi a Roma nel 990 per ricevere il pallio dal papa. L’arcivescovo annota sui suoi appunti di viaggio le città e i punti di ristoro che dal cuore della cristianità lo riaccompagneranno verso casa. Circa 1.800 chilometri di tragitto ripartito in 79 tratti; un cammino che si dipana attraverso Italia, Svizzera, Francia e Inghilterra. La Via Francigena, assieme alle sue varianti, diviene uno scenario ove pullulano e si fondono culture, costumi, merci, rappresentando un luogo di transito ma anche di formazione dell’identità europea. Oggi ci si arriva a piedi o in bicicletta. Diversi i pellegrini, chi ha compiuto in Spagna il Cammino di Santiago almeno una volta e vuole mettersi alla prova con un percorso diverso e chi la vuole fare tutta da Canterbury. Chi viene in gruppo e chi cerca la pace interiore. Alla Grangia benedettina di Orio Litta, piccolo Comune in provincia di Lodi, sulla tappa numero 39 della via Francigena Canterbury-Roma da giugno a settembre in media giungono 1.100 pellegrini ogni anno. Numeri rilevanti per la Francigena che è ormai quotatissima a livello europeo.



Via Francigena del Sud

La candidatura a Patrimonio dell’Umanità Unesco. Il dossier per la candidatura a Patrimonio dell’Unesco ha già riscosso l’approvazione dal ministero dei Beni Culturali. Questo è frutto dell’intesa tra sette Regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Liguria, Lazio, Valle d’Aosta, con il coordinamento della Toscana), intente a far riconoscere a livello mondiale un Cammino che tocca un centinaio di Comuni in Europa. “Il riconoscimento della via Francigena come Patrimonio Unesco sarà la definitiva consacrazione di un percorso antico e importante”, chiarisce il vicepresidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene e sindaco di Orio Litta Francesco Ferrari. “Dal 2001 continuiamo a sostenere l’importanza di un percorso spirituale e turistico che ha un enorme valore per tanti pellegrini. È un’avventura che noi sindaci del Lodigiano abbiamo portato avanti con forza sin da quando non c’erano le infrastrutture lungo la Via. E come Lodigiano abbiamo anche investito creando i due ostelli, a Corte Sant’Andrea e Orio Litta, per accogliere i pellegrini. Dopo tanti anni finalmente siamo vicini a un riconoscimento”.

L’impegno delle regioni italiane. Le Regioni s’impegnano, firmando il protocollo, a stilare insieme il tracciato del cammino da presentare, esaminando autenticità e completezza degli elementi storico-artistici e architettonici ancora presenti e che potranno così essere introdotti nella candidatura. A tal fine ci si potrà anche avvalere di un partner come l’AEVF (Associazione Europea delle Vie Francigene), organismo riconosciuto dal Consiglio d’Europa che predisporrà uno studio di fattibilità per selezionare la tratta da candidare all’Unesco, gli interventi prioritari a tutela del tracciato e le fasi operative del progetto (tempi, costi). “Sono già ripresi i contatti con le istituzioni di Francia, Inghilterra e Svizzera per poter chiudere l’iter burocratico”, evidenzia il vice presidente dell’AEVF Francesco Ferrari. “C’è già stato un incontro a Parigi e un altro si terrà a settembre. Ci auguriamo di concludere tutti i passaggi per poter protocollare una richiesta entro il 2020”.

Ecco dunque chi è il camminatore. È una persona che fa della propria vita – nel suo insieme o in brevi periodi – un simbolo di ciò che è l’esistenza di tutti. Sperimenta la condizione particolare di chi lascia alla proprie spalle la certezza di un rifugio per proiettarsi, in modo più o meno evidente, in un’avventura che comporta anche il rischio e comunque la necessità di adattarsi a diverse circostanze. Sente con particolare importanza il legame con la terra che calpesta, passo dopo passo, fino quasi a identificarsi con essa, quando i suoi passi stanchi, dopo ore e ore di marcia, sembrano attratti irresistibilmente dalla forza del suolo. E comprende che se esiste un inizio esiste anche una fine, ma anche, come diceva Tiziano Terzani, che ogni fine è un nuovo inizio. (Andrea Bellavite)

L’obiettivo non è la meta, ma il viaggio, il Cammino in quanto tale. Seguiremo con passione il cammino di quest’importante e significativa candidatura.



GRECCIO: LA REGIONE SOSTIENE IL TURISMO RELIGIOSO


La Regione crede e sostiene il progetto della Valle del primo presepe con grande entusiasmo. Un progetto importante per valorizzare uno dei luoghi d'Italia più carichi di storia, spiritualità e bellezza. Far tornare chi cerca il turismo religioso e non solo significa aiutare queste comunità a sentirsi più forti e a non abbandonare quelle terre 
30/10/2017 - Un progetto importante per valorizzare uno dei luoghi d'Italia più carichi di storia, spiritualità e bellezza come il Santuario di Greccio. La Regione Lazio crede e sostiene il progetto della Valle del primo presepe con grande entusiasmo. In primo luogo perché questa iniziativa da continuità al percorso già intrapreso con il Giubileo per la valorizzazione e la promozione di itinerari storico-religiosi del Lazio, tra i quali la via Francigena di San Francesco da Rieti a Roma. 

La ricostruzione è in primo luogo materiale, delle case, delle scuole. Ma è anche, e soprattutto economica, sociale, culturale, costruzione di prospettive di vita. Non c'è dubbio che la promozione del territorio, valorizzando in questo caso una spiritualità e una storia fortissime, è parte di questo progetto. 

“Far tornare chi cerca il turismo religioso e non solo significa aiutare queste comunità a sentirsi più forti e a non abbandonare quelle terre, rimanere lì –parole del presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: non esiste al mondo un concentrato simile a quello dei percorsi religiosi che la Regione Lazio ospita”.
regione.lazio.it