I santi del 30 Novembre 2017


Sant' ANDREA   Apostolo - Festa
Bethsaida di Galilea - Patrasso (Grecia), ca. 60 dopo Cristo
All’apostolo Andrea spetta il titolo di 'Primo chiamato'. Ed è commovente il fatto che, nel Vangelo, sia perfino annotata l’ora («le quattro del pomeriggio») del suo primo incontro e primo appuntamento con Gesù. Fu poi Andrea a comunicare al fratello Pietro la scoperta del Messia e a condurlo in fretta da Lui. La sua pre...
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Sant' EVERARDO DI STAHLECK   Monaco a Chumbd
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San MIROCLE (MIROCLETO)   Vescovo
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San TADDEO LIU RUITING   Sacerdote e martire
Qunglai, Cina, 1773 circa - Quxian, Cina, 30 novembre 1823
Sacerdote a trentacinque anni, Taddeo Liu Ruiting percorreva i distretti affidatigli per assistere i fedeli sparsi nei villaggi. Arrestato nella Pentecoste del 1821, dopo aver sopportato il supplizio di stare esposto al sole per alcune ore fu lasciato languire in prigione per tre mesi. Condotto nel capoluogo di provincia Tcheou-Tou e condannato a morte, fu i...
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Santa MAURA DI COSTANTINOPOLI   Martire
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San TUTWAL   Abate e vescovo
VI secolo
Tre località della penisola di Lleyn, parte settentrionale della baia di Cardigan, portano ancora oggi il nome di Tutwal, Tugdual o Tual. Questo misterioso santo non compare negli antichi calendari del Galles, ma il suo culto è assai diffuso in Bretagna ove si narra si fosse trasferito con la madre, la sorella ed alcuni monaci a Lan Pabu ed a L...
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San GALGANO GUIDOTTI   Eremita
Chiusdino, Siena, 1150 (?) - Monte Siepi, Siena, 30 novembre 1181
La vita di Galgano Guidotti ricorda i romanzi cavallereschi medievali. Donnaiolo e violento, come tutti gli uomini del suo rango, il senese, nato intorno al 1148, a 30 anni ha un sogno. Sul monte Siepi l'arcangelo Michele lo presenta ai 12 apostoli riuniti in una casa rotonda. Si va a stabilire sull'altura, vi pianta la spada e vive da eremita fino alla mort...
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San GIUSEPPE MARCHAND   Sacerdote e martire
Passavant, Francia, 17 agosto 1803 - Heu, Vietnam, 30 novembre 1835
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San CUTHBERTO MAYNE   
Youlston (Cornovaglia, GB), 1544 - Launceston, 30 novembre 1577
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Beato GIUSEPPE LOPEZ PITEIRA   Diacono agostiniano, martire
Cuba, 2 febbraio 1912 - Spagna, 30 nomebre 1936
Diacono agostiniano martire in Spagna, è stato il primo indigeno cubano ad essere elevato agli onori degli altari. E' stato beatificato il 28 ottobre 2007.
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Beato FEDERICO DA RATISBONA   Confessore
m. Ratisbona, 29 novembre 1329
Il beato Federico nacque a Ratisbona (Germania) da genitori appartenenti alla classe media. Entrato come fratello laico nel convento degli agostiniani, servì la comunità come falegname. Divenne ben presto noto per la sua religiosità, la sua umiltà e la sua ardente devozione per l'Eucaristia. Poco si sa della sua vita, conosciamo però alcune leggende. Quella ...
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Beato ALESSANDRO CROW   Martire
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Beati MICHELE RUEDAS MEJIAS E 6 COMPAGNI   Religioso e martire
† Paracuellos del Jarama, Spagna, 30 novembre 1936
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Beato BERENGARIO DE OSTALES   Mercedari
XIV secolo
Illustre cavaliere laico del convento mercdario di San Pietro dei Greci in Teruel (Spagna), il Beato Berengario de Ostalés, seppe onorare l'Ordine e la Chiesa.Quando il 12 luglio 1317 fu eletto come Maestro Generale San Raimondo Albert e che per la prima volta era un chierico, i tradizionalisti che volevano ancora un cavaliere laico elessero Berengario, ma t...
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Beato GUGLIELMO DI PAOLO   Abate venerato a Maniace
Sec. XIV
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Beato LUDOVICO ROCCO (LUDWIK ROCH) GIETYNGIER   Sacerdote e martire
Zarki, Polonia, 16 agosto 1904 - Dachau, Germania, 30 novembre 1941
Il beato Ludwik Roch Gietyngier, sacerdote diocesano, nacque a Zarki, Polonia, il 16 agosto 1904 e morì a Dachau, Germania, il 30 novembre 1941. Fu beatificato da Giovanni Paolo II a Varsavia (Polonia) il 13 giugno 1999 con altri 107 martiri polacchi....
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Beato VINCENZO QUERALT LLORET   Sacerdote vincenziano, martire
Barcellona, Spagna, 17 novembre 1894 – 30 novembre 1936
Vicente (in catalano Vicenç) Queralt Lloret, della Congregazione della Missione (ossia i Padri Vincenziani), impegnato specialmente nelle missioni al popolo e all’apostolato giovanile. Come molti sacerdoti dell’epoca, cercò rifugio, ma venne arrestato in quanto sacerdote. Fu quindi ucciso il 30 novembre 1936, a 42 anni. Posto a capo...
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Beato GIOVANNI GARBELLA DA VERCELLI   Sacerdote domenicano
Mosso Santa Maria, Vercelli, 1205 circa - Montpellier, Francia, 30 novembre 1283
Nato nei primi anni del sec. XIII a Mosso Santa Maria (Vc), conseguita brillantemente la laurea in diritto romano e canonico a Parigi, insegnò a Parigi e poi a Vercelli. Qui nel 1229 entrò nell'Ordine dei Predicatori su consiglio del Beato Giordano di Sassonia e fondò un convento di cui fu anche priore. Ricoprì diversi incarichi e dal 1264 fu Maestro dell'Or...
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Beato GIUSEPPE (JOSè) OTIN AQUILUè   Sacerdote salesiano e martire
Huesca, Spagna, 22 dicembre 1901 – Valenza, Spagna, novembre 1936
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Il sussidio Cei. Presepe, albero, corona d'Avvento: tutti i segni verso il Natale

Una statuetta di Gesù Bambino in piazza San Pietro
Una statuetta di Gesù Bambino in piazza San Pietro
Ha come filo conduttore un versetto del Salmo 85 il sussidio Cei per l’Avvento e il Natale. «Il Signore annuncia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli» è il titolo del “vademecum” proposto alle parrocchie italiane e curato dall’Ufficio liturgico nazionale. Si tratta di parole che «ci appaiono la migliore preparazione alla solennità del Natale», spiega nella presentazione il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, il vescovo Nunzio Galantino. Il sussidio – disponibile online sul sito chiesacattolica.it – è una guida per le quattro domeniche di Avvento e per i momenti che marcano il tempo di Natale: la solennità della Natività (25 dicembre), la festa della Santa Famiglia (31 dicembre), la solennità di Maria Madre di Dio (1 gennaio), quella dell’Epifania (6 gennaio) e la festa del Battesimo del Signore (7 gennaio). Per ogni appuntamento vengono proposti sia approfondimenti della Parola, sia alcuni suggerimenti liturgici: dai canti a riti da compiere.
Galantino, nella sua riflessione, chiede che questo tempo propizio sia nel segno di «un ascolto profondo dell’annuncio di pace» e dell’«accoglienza autentica del Verbo incarnato, per rafforzare e confermare sempre più la nostra identità di popolo in cui Egli ha voluto mettere la sua tenda». Riferendosi al sussidio, ricorda che «di fronte a coloro che covano progetti di guerra», che «pronunciano parole cariche di risentimento, animosità, o addirittura disprezzo», «il Signore annuncia la pace». «Anche per noi credenti, che troppo spesso siamo tentati di essere i protagonisti della missione – prosegue il segretario generale della Cei –, le parole del Salmo costituiscono una delicata ammonizione: è il Signore che per primo annuncia». Quindi il monito contro il «facile protagonismo individualistico» e la «spettacolarizzazione emotiva». Inoltre Galantino evidenzia che «il lieto messaggio riguarda innanzitutto “il suo popolo, i suoi fedeli”, non in senso esclusivo, ma nel senso di una responsabilità originaria». Da qui l’invito a «ripetere parole di pace per i poveri, per i disprezzati e gli scartati della storia, e anche per coloro che – con maggiore o minore responsabilità – si rivelano ingiusti e oppressori».
Il sussidio Cei suggerisce una serie di gesti e segni che possono accompagnare nelle comunità il cammino di queste settimane.

Il rito del lucernario e la corona d'Avvento

Durante le domeniche di Avvento si invita a compiere il rito del lucernario, ossia ad accendere le quattro candele – una per ogni settimana – che formano la corona dell’Avvento. La corona sarà posta nei pressi dell’altare. Se l’accensione viene compiuta durante i primi Vespri, il rito può iniziare con la chiesa semi-buia in cui uno dei ministranti porta all’altare una candela accesa. Dopo l’accensione della corona la chiesa verrà tutta illuminata. La corona «è il segno dell’attesa del ritorno di Cristo; i rami verdi richiamano la speranza e la vita che non finisce». Inoltre il progressivo accendersi delle quattro candele, «dedicate a quattro figure tipiche dell’attesa messianica (i profeti, Betlemme, i pastori, gli angeli), è memoria delle varie tappe della storia della salvezza».
La corona d'Avvento in una chiesa
La corona d'Avvento in una chiesa

Il presepe

Si deve a Francesco d’Assisi la diffusione del presepe che il santo allestì per la prima volta a Greccio nel 1223. Secondo il Direttorio su pietà popolare e liturgia, la preparazione della Natività nelle case è «occasione perché i vari membri della famiglia si pongano in contatto con il mistero del Natale». Ecco perché è bene raccogliersi di fronte al presepe «talora per un momento di preghiera o di lettura delle pagine bibliche riguardanti la nascita di Gesù». Nelle parrocchie è opportuno predisporre all’interno della chiesa il presepio fin dalle prime settimane di Avvento, perché «possa contribuire alla preparazione dei fedeli alla solennità del Natale». Va posto «in un luogo visibile, ma non centrale, che non coinvolga l’altare e il presbiterio».
Il presepe in una parrocchia
Il presepe in una parrocchia

La benedizione dei Bambinelli

È stato Paolo VI a benedire per la prima volta durante l’Angelus del 21 dicembre 1969 le statuette del Bambino Gesù e i presepi. «Ci si riscalda al presepio, come ad un focolare di amore buono e puro», aveva spiegato Montini. Da allora tutti i Papi nella terza domenica di Avvento, durante l’Angelus, continuano la tradizione. La Cei consiglia di benedire le statuette anche nelle parrocchie.
Un ragazzo con la statuetta di Gesù Bambino in mano
Un ragazzo con la statuetta di Gesù Bambino in mano

La Novena di Natale

Una delle espressioni più significative della pietà popolare del tempo d’Avvento è la novena di Natale. Il Direttorio raccomanda di solennizzare la celebrazione dei Vespri dal 17 al 23 dicembre con le “Antifone maggiori”: si tratta di sette antifone d’origine latina che cominciano tutte con la “O” («O Sapienza»; «O Adonai»; «O radice di Jesse»; «O chiave di David»; «O (astro) sorgente»; «O Re delle genti»; «O Emmanuel»).

L'albero

Il sussidio Cei consiglia di inaugurare l’albero di Natale nella notte della Natività. Esso evoca sia l’albero della vita piantato al centro dell’Eden, sia l’albero della croce perché Cristo è il vero albero della vita. Secondo gli evangelizzatori dei Paesi nordici, l’albero è cristianamente ornato con mele e ostie sospese ai rami. Il Direttorio avverte che «tra i doni posti sotto l’albero non dovrà mancare il dono per i poveri».
L'albero di Natale in una casa
L'albero di Natale in una casa

L'affidamento delle famiglie

Nella celebrazione del Te Deum del 31 dicembre il sussidio esorta a compiere l’atto di affidamento delle famiglie alla Santa Famiglia di Nazareth. Il testo da utilizzare può essere sia la preghiera del Papa per la famiglia, sia quella alla Santa Famiglia nell’Esortazione apostolica Amoris laetitia.
Papa Francesco con alcune famiglie (L'Osservatore Romano)
Papa Francesco con alcune famiglie (L'Osservatore Romano)

La benedizione dei ragazzi

Il 6 gennaio, solennità dell’Epifania, è anche la Giornata mondiale per l’infanzia missionaria. E l’attenzione ai più piccoli «può essere opportunamente sottolineata con la benedizione dei bambini», avverte il sussidio Cei.

Il Battesimo

Nella domenica che segue il 6 gennaio si celebra la festa del Battesimo del Signore che chiude il tempo natalizio. Il Direttorio raccomanda di ricordare il Battesimo ricevuto «affinché i fedeli siano sensibili a tutto ciò che riguarda il Battesimo e la memoria della loro nascita come figli di Dio». Da qui l’invito a compiere la benedizione con l’acqua benedetta in tutte le Messe e a fare dell’omelia una catechesi battesimale.
Il Battesimo di un bambino (L'Osservatore Romano)
Il Battesimo di un bambino (L'Osservatore Romano)
da Avvenire

Domenica 3 Dicembre 2017 I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B) Foglietto, Letture e Salmo

3  Dicembre 2017  I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B)

Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: VIOLA

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L’anno B del ciclo triennale delle letture è l’anno di Marco. Eppure non si comincia dal paragrafo iniziale del suo Vangelo, che sarà oggetto di lettura nella settimana prossima: si parte dal punto in cui terminerà la penultima settimana dell’anno, con l’annuncio del ritorno di Cristo: “Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria”. A prima vista, ciò può sembrare strano ed illogico. Invece, nella liturgia, c’è un’estrema sottigliezza nell’effettuare il cambiamento di tono: la nostra attenzione, che nelle ultime settimane era centrata sul giudizio e sulla fine del mondo, si sposta ora sul modo di accogliere Cristo: non con paura, ma con impazienza, proprio come un servo che attende il ritorno del padrone (Mc 13,35). In quanto preparazione al Natale, l’Avvento deve essere un tempo di attesa nella gioia. San Paolo interpreta il nostro periodo d’attesa come un tempo in cui dobbiamo testimoniare Cristo: “Nessun dono di grazia più vi manca, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo” (1Cor 1,7).

Domodossola, le barriere si abbattono giocando a basket

Con i giocatori di Cestistica e Rosmini
Mattinata all’insegna dell’amicizia e dello sport quella trascorsa domenica (26 novembre) da una quarnatina di ragazzi dell’Anffas di Domodossola e della Sacra famiglia di Verbania. «E’ stata incredibile la voglia di divertirsi e di stare insieme che si è respirata» dice Andrea Bracali, dell’associazione Dottor clown che nella palestra del Rosmini ha accompagnato i ragazzi insieme ad agli altri volontari e a un gruppo di giocatori della Cestistica Domodossola e del Basket Rosmini. Foto Alberto Lorenzina
lastampa.it

I santi del 29 Novembre 2017


San FRANCESCO ANTONIO FASANI   
Lucera, 6 agosto 1681 - Lucera, 29 novembre 1742
Nacque da umile famiglia il 6 agosto 1681 a Lucera, antica città della Daunia nelle Puglie. Entrò da giovane tra i Minori conventuali del suo paese natale per poi completare il Noviziato a Monte Sant'Angelo sul Gargano dove emise la professione il 23 agosto 1696. Quindi, nel 1703 fu mandato nel convento di Assisi dove fu ordinato sacerdote l'11...
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Santi TIRIDATE III, ASKHEN E KHOSROVIDUKHT   Famiglia reale armena
III-IV secolo
Tiridate III, re di Armenia, ebbe il trono da Diocleziano (294), ne fu cacciato da Narsete e lo riottenne nel 298. Convertitosi al cristianesimo, ne appoggiò la diffusione in Armenia collaborando con San Gregorio l’Illuminatore. Rimase ucciso nel corso di una rivolta....
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San SATURNINO DI CARTAGINE   Martire
m. 304
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San BERNARDO DI NAZARETH   Vescovo
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San SATURNINO DI TOLOSA   Vescovo e martire
sec. III
Molto probabilmente non ebbe alcuna relazione con gli apostoli come viene sostenuto dalla leggenda. Egli, infatti, provenendo dall’Oriente avrebbe raggiunto Tolosa nel 250 quando erano consoli Decio e Grato. Nominato così vescovo di Tolosa si occupò di diffondere il Vangelo di Dio visto che all’epoca in Gallia vi erano poche comunità di cristiani e quelle po...
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San FILOMENO DI ANCIRA   Martire
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Sant' ILLUMINATA   Venerata a Todi
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San GIACOMO DI OSROENA   
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San RADBODO DI UTRECHT   Vescovo
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San FEDELE DI MERIDA   Vescovo
Grecia ? – Mérida (Spagna), novembre 572 ca.
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Santi DEMETRIO E BIAGIO DI VEROLI   Martire
Palestina, I sec. – Veroli (Frosinone), I sec.
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Beato ANSELMO SIMON COLOMINA   Sacerdote gesuita, martire
Valencia, Spagna, 18 marzo 1877 – El Saler, Spagna, 29 novembre 1936
Padre Anselmo Simón Colomina nacque a Valencia il 18 marzo 1877 ed entrò nella Compagnia di Gesù nel 1895, ove divenne sacerdote. Fu Rettore del Collegio di San José. Venne assassinato ad El Saler il 29 novembre del 1936, all’età di 59 anni....
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Beato ALESSANDRO DA RIPA   Religioso Francescano
† 1525
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Beato PIETRO ANDADOR   Mercedario
Contemporaneo di San Pietro Nolasco, il Beato Pietro Andador, prese parte alla riconquista di Valenza (Spagna), alla corte del Beato Giacomo 1°, Re d'Aragona. Dopo la vittoria sui mori, il Re Aragonese lo nominò Barone d'Arguines, ma qualche anno più tardi donò tutti i suoi beni all'Ordine Mercedario ricevendo l'abito come cavaliere laico per servire solo Ge...
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Beata MARIA MADDALENA DELL'INCARNAZIONE (CATERINA SORDINI)   Fondatrice
Porto Santo Stefano, Grosseto, 17 aprile 1770 - Roma, 29 novembre 1824
Nasce a Porto Santo Stefano, nel Grossetano, il 17 aprile 1779. A sedici anni Caterina Sordini, promessa in sposa ad un marittimo di Sorrento, si oppone al matrimonio ed entra nelle Terziarie Francescane di Ischia di Castro, nel Viterbese e riceve l'abito religioso il 26 ottobre 1799. Cambia il nome in Maria Maddalena dell'Incarnazione e nel Capitolo del 20 ...
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Beati DIONIGI (DIONISIO) DELLA NATIVITà (PIETRO BERTHELOT) E REDENTO DELLA CROCE (TOMMASO RODRIGUEZ)   Martiri
Dionisio nacque a Honfleur in Francia il 12 dicembre 1600. Cosmografo e capitano di navi dei re di Francia e Portogallo, nel 1635 si fece Carmelitano Scalzo a Goa, dove nel 1615 aveva professato come "converso" anche Thomas Rodriguez de Cuhna (nato nel 1598), portoghese, assumendo il nome di Redento della Croce. Mandati nell'isola di Sumatra, in Indonesia, i...
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Beato EDOARDO BURDEN   Martire
m. 1588
Sacerdote inglese che, dotato di estrema bontà, sapeva guarire le infermità spirituali e consolare i penitenti. Fu ucciso a York, Inghilterra, durante la persecuzione della regina Isabella I....
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Beati GIORGIO ERRINGTON, GUGLIELMO GIBSON E GUGLIELMO KNIGHT   Martiri
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Beato BERNARDO FRANCESCO HOYOS   Sacerdote gesuita
Torrelobatón, Spagna, 21 agosto 1711 - Valladolid, Spagna, 29 novembre 1735
P. Bernardo Hoyos nacque in Torrelobaton, città distante quattro leghe da Valladolid, il 21 agosto del 1711, giorno di S. Francesco di Sales. Entrò nella Compagnia di Gesù l'11 luglio 1726, a quindici anni di età. Il 3 maggio 1733, ossia a 22 anni, riceveva le prime idee sulla devozione al Cuore di Gesù, e «adorando i...
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Cenacolo Rosminiano Triveneto, giovedì 30 a Padova la lezione inaugurale

“Verità ed equivoci della modernità – Ripensare la filosofia attraverso Rosmini”: è il titolo della lectio inauguralis che Giuseppe Goisis – introdotto da Alberto Peratoner – terrà, giovedì 30 novembre, alle ore ore 15, alla Facoltà teologica del Triveneto, a Padova. L’occasione è la nascita del Cenacolo Rosminiano Triveneto.
Il Cenacolo è una libera associazione, costituita il 24 marzo scorso, sorta dall’incontro di studiosi del pensiero del beato Antonio Rosmini nell’area triveneta. Il Cenacolo è nato dall’esigenza condivisa di mettere in comunicazione gli studiosi e cultori di Rosmini nel Triveneto, e si prefigge di promuovere gli studi rosminiani e la conoscenza di Rosmini quale risorsa per ripensare a fondo la modernità (di qui il senso della questione trattata nella Lectio inauguralis), soprattutto tra le giovani generazioni di studiosi. Le attività si svolgeranno lungo tre filoni: 1) un piano di continuità di ricerca e aggiornamento, con un seminario permanente ospitato dalla Facoltà Teologica del Triveneto; 2) eventi occasionali, quali giornate di studio, convegni o presentazioni di opere; 3) produzione scientifica in termini di pubblicazioni, nelle due forme della stampa e della veicolazione nel web, per la quale si pensa all’istituzione di un sito dedicato.
Nella realtà del neonato Cenacolo, Venezia viene a distinguersi per una particolare densità di studiosi impegnati da anni sulla figura del Roveretano: oltre al presidente del Cenacolo, Alberto Peratoner, docente alla Facoltà Teologica del Triveneto e al Seminario Patriarcale di Venezia, ci sono i docenti dell’Università Ca’ Foscari Giuseppe Goisis e Paolo Pagani e alcuni giovani studiosi lì formatisi, come Gian Pietro Soliani e Damiano Simoncelli; poi i docenti del Marcianum e del Seminario Patriarcale di Venezia mons. Gianni Bernardi e don Luciano Barbaro, nonché Cristian Vecchiet, docente allo Iusve.
Tra i rosministi di ultima generazione figurano poi alcuni ex studenti del Marcianum, come Francesca Mastracchio e Valentina Parpinelli, entrambe laureatesi con tesi di alto profilo scientifico sul pensiero di Rosmini, e attualmente coinvolte in convegni e iniziative accademiche nazionali di studi rosminiani
in Gente Veneta

Rosmini, difensore della persona contro tutte le utopie

In questi giorni, il 18 novembre, ricorre il decimo anniversario della beatificazione di Antonio Rosmini (Rovereto 1797-Stresa 1855), uno dei principali intellettuali italiani dell'800, cattolico liberale e fondatore di una congregazione religiosa, pensatore del Risorgimento e ispiratore di una riforma della Chiesa anticipatrice del Concilio Vaticano II. Che questa ricorrenza stia passando quasi inosservata, corrisponde alla scarsa notorietà del suo pensiero, che però proprio oggi, specialmente nel campo politico-sociale, potrebbe essere di grande ispirazione. 
Al contrario, nel mondo politico-economico italiano di fine 800 era ancora ben diffusa la consapevolezza dell'importanza del pensiero rosminiano per il rinnovamento della società civile. Secondo Giuseppe Toniolo, per Rosmini, che è uno dei "nostri celebri filosofi e scrittori di cose civili in genere", "la civiltà rimaneva essenzialmente spirituale, ma la prosperità economica figlia dell'operosità meritoria diveniva doverosa e nobile, in quanto a quella conduce". E il grande economista e politico Fedele Lampertico attestava che "Rosmini aveva sul pensiero in Italia un effetto benefico non meno ampio di Aristotele o Kant". 
Contro il rischio di ridurre l'uomo nella dinamica economica soltanto al consumatore, in ricerca di una felicità "materiale", Rosmini proponeva una riflessione politico-economica incentrata sull'unità armonica della natura umana per cui l'economia deve sempre essere considerata in vista dell'appagamento della persona. È quindi in cerca di una nuova comprensione del liberalismo moderno che per lui è "un sistema di diritto e insieme di politica, il quale assicura a tutti il prezioso tesoro di loro giuridiche libertà". 
Da un lato, egli ritiene certamente la concorrenza una dinamica sociale positiva in quanto contribuisce al perfezionamento e all'avanzamento della persona attraverso la coltivazione delle sue capacità. Dall'altro lato, però, e proprio per questo, tale concorrenza non deve ledere i diritti fondamentali e cioè il rispetto della persona umana. Rosmini ragiona quindi sulla "giustizia che precede al diritto di concorrenza", per evitare che il significato di concorrenza si perda, come egli dice, in "molti noiosi sofismi".
Un'idea molto simile sul giusto equilibrio tra concorrenza e solidarietà sarebbe stata elaborata in Germania un secolo dopo sotto il titolo di "Economia sociale di mercato": precisamente in un momento in cui la condanna del pensiero rosminiano da parte della Chiesa, avvenuta nel 1888, è riuscita a far tacere le voci di un Toniolo o un Lampertico. Così, la piena riabilitazione del suo pensiero nel 2001, insieme alla beatificazione avvenuta dieci anni fa, non sono infatti nient'altro che una tarda approvazione ecclesiastica della grande sintesi che Rosmini ha elaborato tra la visione cristiana dell'uomo e della società, da un lato, e un ordinamento politico liberale, dall'altro. Sintesi che nel XX secolo è stata proposta da Luigi Sturzo, il quale, infatti, nonostante la condanna, si è ispirato al pensiero rosminiano; oppure da Wilhelm Röpke, che presenta una riflessione di straordinaria somiglianza a Rosmini quando afferma: "il liberalismo non è nella sua essenza abbandono del cristianesimo, bensì il suo legittimo figlio spirituale".
Come Sturzo e Röpke poi, così già Rosmini aveva riflettuto profondamente sulla dinamica problematica del mercato e dei sistemi moderni che lui chiamava "astratti" (prevedendo del resto una tendenza sempre più forte verso un mondo "virtuale"): essi non sono "produttori" di morale che al contrario "consumano", come avrebbe detto poi Röpke. E proprio per questo motivo, il Roveretano teorizzava nella suaFilosofia della politica un "giusto equilibrio" tra la logica delle masse e l'intelligenza degli individui. 
Lungi da condannare la prima, e quindi riconoscendo pienamente le dinamiche della società moderna, sottolineava però l'urgenza di coltivare la seconda, tramite filosofia, religione, educazione. La prospettiva rosminiana pone così una grande fiducia nell'individuo: è scettica nei confronti della pretesa di quei programmi governativi che Rosmini chiama "perfettisti" in quanto pretendono di poter migliorare l'uomo con mezzi politici. Contro tale deresponsabilizzazione dell'individuo nelle utopie politiche moderne, Rosmini fu tra i più grandi fautori di un'unità italiana federale e sussidiaria, sulla base del principio costituzionalistico. Ma già nel 1849 vide la messa all'indice delle sue due opere principali di riforma della società e della Chiesa, ossia La costituzione secondo la giustizia sociale, e Le cinque piaghe della Santa Chiesa.
Un amico non ha però mai lasciato Rosmini, filosofo della giustizia sociale e teologo della provvidenza: Alessandro Manzoni. Egli conobbe Rosmini nel 1826 a Milano e nel 1855 lo troviamo sul suo letto di morte. "Duplice vertice sublime di unica fiamma", così Fogazzaro definì l'importanza della loro amicizia per la cultura italiana. Riscoprire Rosmini oggi, per ricompletare tale quadro, sembra pertanto un compito tanto affascinante quanto necessario.
di Markus Krienke - sussidiario.net

Il Segretario della Cei Galantino vicino a Rosmini


di: Armando Matteo
Risale a Sofocle la sentenza per la quale l’uomo è in verità ciò che di più misterioso, inquietante e difficile da afferrare nella sua totalità che esista al mondo. Ed è per questo che da sempre l’uomo pone a se stesso la domanda circa la propria vera identità. “Chi sono io?” e “chi è l’uomo?” sono in verità interrogativi ai quali nessuno può sfuggire. Siamo sempre un mistero a noi stessi; forse la cosa più misteriosa per noi stessi.
E dall’invocazione stupita del salmista che chiede all’Onnipotente: «Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi?» (Sal 8,5) sino ai penetranti versi del prigioniero Dietrich Bonhoeffer: «Chi sono io? Spesso mi dice questo o quello/ che dalla cella in cui sono tenuto/ esco disteso, lieto e risoluto/ com’esce un signore dal suo castello./ Chi sono? (…)/ Sono io veramente ciò che gli altri dicono di me?/ O sono soltanto ciò che io stesso conosco di me? (…)/ Chi sono? Questo sono o sono quello?/ Sono oggi uno, domani un altro?/ Sono io l’un l’altro insieme? (…)/ Chi sono? Por domande così da soli è a scherno mio./ Chiunque io sia, tu mi conosci, tuo io sono, o Dio!» – la  ricerca di una risposta alla domanda «chi è l’uomo?» è stata al centro della speculazione umana, filosofica, teologica e al cuore delle infinite espressioni dell’arte. Quella risposta, infatti, non è cercata per un mero fine intellettuale, per mettere a posto un problema tra tanti: quella risposta è desiderata perché da essa dipende l’orientamento che si dona alla propria esistenza, il valore che si riconosce o meno alla relazione con gli altri e con il mondo che ci circonda, il sentimento con il quale ci volgiamo a considerare le potenzialità ed i limiti di cui è impastata la nostra vita. E questo vale per ieri come vale per oggi.
Anche nel nostro tempo, infatti, dietro scelte differentissime intorno ad un medesimo tema, a sostegno di tesi assolutamente inconciliabili su aspetti del vivere e del morire si possono trovare diverse «antropologie», cioè diverse risposte all’interrogativo che ci ricorda che l’uomo è un grande mistero. D’altro canto la verità dell’uomo, della sua autentica identità, «è una verità non semplicemente da comunicare, ma anche da vivere».
Queste ultime parole appartengono al vescovo Nunzio Galantino, attuale segretario generale della Conferenza episcopale italiana. Il suo è un volto molto noto soprattutto per le sue nette prese di posizione pubblica in merito ai temi della giustizia e della necessaria solidarietà verso le persone più svantaggiate dai sistemi politici ed economici attuali. È pure nota la sua particolare vicinanza di stile e di orientamento ecclesiale e pastorale a papa Francesco, che non a caso lo ha chiamato dalla terra di Calabria, dove da poco tempo monsignor Nunzio Galantino aveva iniziato il suo ministero episcopale, a ricoprire appunto l’attuale importante compito di segretario generale della CEI.
Se tutto questo è noto e non solo nella cerchia del mondo cattolico, meno noto è l’altra parte della storia del vescovo Galantino. Ci riferiamo alla sua lunga carriera di docente di antropologia filosofica e alla sua feconda opera di scrittore di dense e profonde opere proprio in merito a quel grande e affascinante mistero che da sempre l’uomo è a se stesso.
A gettare luce su questo aspetto della storia di vita dell’attuale Segretario Generale della Cei ci pensa ora un bel saggio a firma del sacerdote calabrese Pietro Groccia. Si tratta di un testo lungamente preparato, scorrevole nella lettura, chiaro nell’impostazione e dotato di un apparato bibliografico imponente.
Nell’Introduzione, dopo aver ricordato le provocazioni teoretiche ed etiche della cultura contemporanea alla riflessione dedicata all’uomo, Groccia presenta il piano del suo saggio con le seguenti parole: «Nel primo capitolo saranno esaminate le caratteristiche peculiari dei riduzionismi antropologici tra modernità e postmodernità; nel secondo prenderemo in esame l’antropologia fenomenologica-personalistica di Nunzio Galantino; nel terzo considereremo la “storicità, l’incarnazione – corpo e corporeità – e vocazione”, che il nostro chiama dimensioni/costanti filosofiche dell’universo personale; nel quarto sarà la sfida educativa orientata ad un nuovo progetto di persona a focalizzare l’interesse della nostra ricerca».
Non essendo certo qui possibile una presentazione sistematica dell’intero saggio di Groccia, abbiamo scelto di segnalare alcuni punti particolarmente significativi proprio per conoscere più da vicino lo sfondo culturale che anima ancora oggi l’azione pastorale del vescovo Galantino.
Partiamo dalle matrici filosofiche della sua antropologia personalistica. Groccia ne individua ben tre: «In primis la storicità come fedeltà alla terra e al vissuto, che si ispira alla filosofia di Bonhoeffer (…); poi il pensiero personalista, che risente dell’influsso di Mounier, Buber, Lévinas, Maritain e Guardini». Una terza matrice è poi individuata nella vicinanza di Galantino a Rosmini: «Io non so ipotizzare – scrive sempre Groccia – come Galantino si sia avvicinato a Rosmini, divenendone uno dei più accreditati interpreti contemporanei, posso solo supporre che sia stato l’interesse per la persona rinvenuto in Bonhoeffer, probabilmente, a farlo guardare retroattivamente al patrimonio esistenzialistico-personalistico-intellettualistico del filosofo roveretano. In effetti, guardare a Rosmini ha significato per il nostro ritrovare la traccia di un’argomentazione declinata come espressione dell’integrità della persona. Il tutto del suo pensiero, infatti, è che l’individuo è persona».
Il secondo punto che vorremmo segnalare è la priorità che la categoria di relazione possiede per Galantino nello sforzo teoretico di pensare l’uomo, cioè di andare fino in fondo a coglierne l’identità. Ricostruisce Groccia così questo dato: «Galantino tratteggia, così, un progetto relazionale dove l’esistenza dell’altro, il suo esistere, il suo “essere vicino a me”, sarà il nuovo della filosofia antropologica. Perciò, ogni forma di ripiegamento su sé stessi è, per il nostro, contraria alla dimensione personale. Ciò equivale a dire che partecipare all’umanità dell’altro uomo significa considerare l’uomo-persona come una relazione di relazioni, nel senso che l’ontologia dell’umano è sempre un’ontologia relazionale. Infatti, non c’è antropologia originale né opportunità di effettiva realizzazione umana, se non dove sia riconquistata la pienezza del rapporto con altri (…). L’uomo, quindi, è colui che costitutivamente si trascende per incontrare l’altro, che, dunque, partecipa all’essere altrui senza annientarlo, in una relazione che Galantino, riecheggiando Buber, non esiterebbe a chiamare agapica».
Il terzo ed ultimo elemento che vorremmo richiamare all’attenzione del lettore riguarda la stretta correlazione che, come Groccia approfonditamente coglie ed evidenza, esiste per Galantino tra prassi educativa e antropologia, ovvero di come sia oggi recuperare proprio sul terreno assai sfidato della cura concreta delle nuove generazioni una concezione unitaria della persona. Commenta ed esplicita Groccia: «solo ciò che è persona è veramente educabile, solo ciò che è educabile è veramente persona. Potrebbe sembrare un gioco di parole, ma non lo è, perché un educatore si mostrerà all’altezza del suo ruolo nella misura in cui si mostra in grado di credere costantemente anella possibilità dell’educando di diventare a sua volta persona-relazione. In tale esperienza la relazione esprime l’inter-esse che sorge tra l’educatore e l’educando nelle forme di un incontro teso a ricomporre la presenza dell’altro in una dialettica vivente di interpretazioni, significati e sensi che configurano l’avventura educativa verso il progressivo rappresentarsi e costituirsi di un’identità».
Ci sembra di poter affermare che già questi brevi spunti possano sollecitare la lettura di questo saggio dedicato all’antropologia personalistica di Nunzio Galantino; un saggio poi arricchito dallaPresentazione di Giorgio Campaninidalla Prefazione di mons. Francesco Savino e dallaPostfazione di Gennaro Cicchese.
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26 Nov 2017 XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo

26 Novembre 2017 XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo

Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: Bianco

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Conosciamo questo testo che, ai giorni nostri, è uno dei più citati e discussi. Per alcuni esso riassume quasi tutto il Vangelo. Questa tendenza non dipende da una moda o da una certa ideologia, ma corrisponde a qualcosa di assai più profondo che già esiste in noi. Quando siamo colpiti e sorpresi da un’idea, da un avvenimento o da una persona, sembriamo dimenticare tutto il resto per non vedere più che ciò che ci ha colpiti. Cerchiamo una chiave in grado di aprire tutte le porte, una risposta semplice a domande difficili. Se leggiamo questo passo del Vangelo con questo spirito, il solo criterio di giudizio, e di conseguenza di salvezza o di condanna, è la nostra risposta ai bisogni più concreti del nostro prossimo. Poco importa ciò che si crede e come si crede, poco importa la nostra appartenenza o meno a una comunità istituzionale, poco importano le intenzioni e la coscienza, ciò che conta è agire ed essere dalla parte dei poveri e dei marginali. Eppure, questa pagina del Vangelo di san Matteo è inscindibile dal resto del suo Vangelo e del Vangelo intero. In Matteo troviamo molti “discorsi” che si riferiscono al giudizio finale. Colui che non si limita a fare la volontà di Dio attraverso le parole non sarà condannato (Mt 7,21-27). Colui che non perdona non sarà perdonato (Mt 6,12-15; 1-35). Il Signore riconoscerà davanti a suo Padre nei cieli colui che si è dichiarato per lui davanti agli uomini (Mt 10,31-33). La via della salvezza è la porta stretta (Mt 7,13). Per seguire Cristo bisogna portare la propria croce e rinnegare se stessi. Colui che vuole salvare la propria vita la perderà (Mt 16,24-26). San Marco ci dice anche: Colui che crederà e sarà battezzato, sarà salvato. Colui che non crederà sarà condannato (Mc 16,15-16). Queste parole ci avvertono di non escludere dal resoconto finale la nostra risposta ai doni soprannaturali e alla rivelazione. Guarire le piaghe del mondo, eliminare le miserie e le ingiustizie, tutto questo fa parte integrante della nostra vita cristiana, ma noi non rendiamo un servizio all’umanità che nella misura in cui, seguendo il Cristo, liberiamo noi stessi e liberiamo gli altri dalla schiavitù del peccato. Allora solamente il suo regno comincerà a diventare realtà.

I santi del 21 Novembre 2017


PRESENTAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA    - Memoria
Memoria mariana di origine devozionale, si collega a una pia tradizione attestata dal protovangelo di Giacomo. La celebrazione liturgica, che risale al secolo VI in Oriente e al secolo XIV in Occidente, dà risalto alla prima donazione totale che Maria fece di sé, divenendo modello di ogni anima che si consacra al Signore. (Mess. Rom.)...
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MARIA MADRE DELLA CHIESA   
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VIRGO FIDELIS   
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Santi CELSO E CLEMENTE   Martiri
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San GELASIO I   Papa
Sec. V
(Papa dal 01/03/492 al 21/496) Africano, presiedette nel 494 il sinodo nel quale fu redatto il decreto che porta il suo nome e che distingue i libri rivelati accettati dalla Chiesa cattolica da quelli considerati come apocrifi....
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San MAURO DI PARENZO   Vescovo e martire
Sec. IV
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San PAPPOLO DI METZ   Vescovo
† 614 (?)
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San RUFO   
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Sant' AGAPIO DI CESAREA   Martire
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Sant' AIMONE DI URTIèRES   Vescovo di San Giovanni di Maurienne
† 1334
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San MAURO DI CESENA   Vescovo
† Cesena, 21 novembre 946 ca.
Nel giorno in cui si celebra la Presentazione di Maria viene ricordato anche Mauro, vescovo di Cesena a fine IX secolo. Il culto fu dovuto ai miracoli che seguirono al casuale ritrovamento della sua tomba. Narra san Pier Damiani che un pellegrino, andando in processione, per allacciarsi una scarpa posò il piede sopra la tomba nascosta dagli arbusti. Non rius...
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San LAUNO DI THOUARS   Vescovo
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San LIBERALE DI EMBRUN   Vescovo
m. 920 (?)
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Beato JOSé VILA BARRI   Sacerdote e martire
Appena ordinato sacerdote, andò con 13 giovani religiosi nella residenza estiva a Mosqueroles (Barcellona) nel corso del mese di luglio 1936. Li disperse nei boschi per salvarli e due di loro si recò a Vic in casa della sorella, dove si era rifugiato anche qui uno zio religioso scolopio. Insieme hanno pregato il breviario e il rosario ogni gior...
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Beata FRANCESCA SIEDLISKA (MARIA DI GESù BUON PASTORE)   Fondatrice
Roszkowa Wala (Varsavia), 12 novembre 1842 – Roma, 21 novembre 1902
Nacque presso Varsavia in Polonia il 12 novembre 1842. Attorno al 1860 prese piena coscienza della sua vocazione alla vita religiosa. Una chiamata che non trovò il favore della famiglia. Nonostante fosse di salute cagionevole dovette seguire i genitori in diverse località europee. Nel 1873 padre Leandro Lendzian, sua guida spirituale, disse a Francesca che s...
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CHARITAS Bollettino rosminiano mensile on-line Aggiornato a Novembre 2017

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Edizioni mensili bollettino “Charitas”

Anno 2016 Anno 2017

Santi del Giorno 20 Novembre 2017


Sant' EDMONDO   Re degli Angli Orientali, martire
841/42 - Thetford, Inghilterra, 20 novembre 870
Re dell'Estanglia, territorio costituito dalle contee di Norfolk e Suffolk, il martire Edmondo è patrono dell'Inghilterra. Nato attorno all'841, Edmondo visse in un secolo, il IX, che era caratterizzato dalle razzie degli occupanti danesi secondo un metodo collaudato: l'assedio e la richiesta di una taglia per risparmiare persone e cose. Edmondo, inve...
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San GREGORIO IL DECAPOLITA   Monaco
Irenopoli, Isauria, 762 – Costantinopoli, 20 novembre 862
San Gregorio il Decapolita visse nell’VIII secolo. Condusse prima vita monastica, poi anacoretica. Fattosi infine pellegrino, soggiornò per lungo tempo a Tessalonica e poi a Costantinopoli, dove si trovò a combattere l’iconoclastia e poi morì. Le sue reliquie sono venerate oggi in terra romena....
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Sant' AVVENTORE   Martire
† Torino, fine III secolo
«A Torino si festeggiano i santi martiri Ottavio, Solutore e Avventore, soldati della legione Tebana, i quali, sotto l'imperatore Massimiano, combattendo valorosamente, furono coronati dal martirio». Così il Martirologio romano racconta la storia di questi tre martiri della fine del II secolo. Il riferimento al «valoroso combattiment...
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Sant' OTTAVIO   Martire
† Torino, fine III secolo
«A Torino si festeggiano i santi martiri Ottavio, Solutore e Avventore, soldati della legione Tebana, i quali, sotto l'imperatore Massimiano, combattendo valorosamente, furono coronati dal martirio». Così il Martirologio romano racconta la storia di questi tre martiri della fine del II secolo. Il riferimento al «valoroso combattiment...
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San CIPRIANO DI CALAMIZZI   Abate
m. 20 novembre 1190
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San BERNOARDO (BERNWARDO) DI HILDESHEIM   Vescovo
Sassonia, ca. 960 - Hildesheim (Sassonia), 20 novembre 1022
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San SOLUTORE   Martire
† Torino, fine III secolo
«A Torino si festeggiano i santi martiri Ottavio, Solutore e Avventore, soldati della legione Tebana, i quali, sotto l'imperatore Massimiano, combattendo valorosamente, furono coronati dal martirio». Così il Martirologio romano racconta la storia di questi tre martiri della fine del II secolo. Il riferimento al «valoroso combattimento» si riferisce evidentem...
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San BASILIO DI ANTIOCHIA   Martire
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San TEONESTO   Martire a Vercelli
Sembra che Teonesto fosse un membro della primitiva comunità cristiana di Vercelli, precedente l'episcopato di Eusebio e forse anche la pace costantiniana, che testimoniò col sacrificio della propria vita la sua fede. Dopo il martirio, la sua salma venne sepolta in un area cimiteriale ove trovavano posto deposizioni cristiane e pagane, senza particolari dist...
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San CRISPINO DI ECIJA   Vescovo e martire
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San DASIO   Martire
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San DORO DI BENEVENTO   Vescovo
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San SILVESTRO DI CHALON-SUR-SAONE   Vescovo
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Sant' IPPOLITO DI CONDAT   Vescovo
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San FRANCESCO SAVERIO CAN   Martire
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Beato AMBROGIO TRAVERSARI   Monaco
Portico di Romagna, 1386 - Firenze, 1439
Nato in Romagna nel 1386, a 14 anni entrò tra i camaldolesi nel monastero di Santa Maria degli Angeli a Firenze. Ebbe come amico il beato Angelico e come confratello il pittore e miniatore Lorenzo Monaco. Convinto sostenitore della vita monastica, rimase aperto ai fermenti della nuova cultura fiorentina. La sua cella divenne luogo di ritrovo di quanti...
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Beata MARIA FORTUNATA VITI   Benedettina
Veroli, Frosinone, 1827 - novembre 1922
Anna Felice Viti era nata a Veroli (Frosinone) nel 1827, figlia di un possidente dedito al vino e al gioco. Perse la mamma a 14 anni. E lei si caricò molte responsabilità nell'accudire gli otto fratelli e sorelle. Per mantenerli andò anche a servizio come domestica. A 24 anni entrò tra le monache benedettine di Santa Maria de' Franconi a Veroli, dette le «mo...
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Beate MARTIRI SPAGNOLE DELLA CONGREGAZIONE DELLA DOTTRINA CRISTIANA   
† Valencia, Spagna, 27 settembre / 20 novembre 1936
17 suore appartenenti alla Congregazione della Dottrina Cristiana, costrette ad abbandonare le loro case religiose a causa della guerra civile spagnola, cercarono rifugio in case private, ma vennero poi prelevate e uccise tramite fucilazione. Prime a cadere furono madre Maria del Rifugio (Teresa Rosat Balasch) e suor Maria del Calvario (Josefa Romero Clarian...
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Beata MARIA DEI MIRACOLI (MILAGROS) ORTELLES GIMENO   Vergine e martire
1882 - 1936
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Beate ANGELA DI SAN GIUSEPPE (FRANCESCA ONORATA LLORET MARTI) E 14 COMPAGNE   Vergini e martiri
† Valencia, Spagna, 20 novembre 1936
Madre Angela di San Giuseppe (al secolo Francisca Desamparados Honorata Lloret Martí) era superiora generale della Congregazione delle Suore della Dottrina Cristiana, quando si trovò coinvolta nella guerra civile spagnola. Insieme a quattordici compagne, provenienti dalla comunità di Casa Madre e da altre case filiali, visse in semicland...
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San BERNERIO (BERNIERO) DI EBOLI   Eremita
sec. XI-XII
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I santi del 19 Novembre 2017


Santa MATILDE DI HACKEBORN (O DI HELFTA)   Monaca
Sec. XIII
Nasce attorno al 1240 nel castello di Helfta, in Sassonia, da una delle più delle più nobili e potenti famiglie della Turingia, i von Hackeborn. La sorella maggiore, Gertrude, è badessa nel convento di Helfta. All'età di sette anni Matilde viene accolta come educanda nel monastero benedettino di Rodardsdorf. Qui la sua vocazione c...
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Sante QUARANTA DONNE MARTIRI DI ERACLEA CON ANNONE DIACONO   Vergini e vedove
† Eraclea (Tracia), 312 ca.
Nella città di Eraclea, in Tracia, subirono il martirio in odio alla fede cristiana ben 40 sante donne, vergini e vedove, che la tradizione orientale è solita raffigurare in un’unica grande icona sinattica. Il Martyrologium Romanum ricorda questo gruppo di martiri in data odierna....
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Sant' ANASTASIO II   Papa
m. 19 novembre 498
(Papa dal 24/11/496 al 19/11/498) Romano di origine, combatté l'Arianesimo e ottenne la conversione di Clodoveo, re dei Franchi, che venne battezzato la notte di Natale del 498 o 499....
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San NARSETE (NERSES) I IL PARTO   Katholicos degli Armeni
IV secolo
San Narses I il Grande fu un Catholicos armeno (o Patriarca) che visse nel IV secolo. Fu padre di un altro catholicos, San Sahak I. Appartenente alla stirpe reale che aveva visto tra i suoi componenti San Gregorio Illuminatore, trascorse la sua gioventù a Cesarea dove sposò Sanducht, una principessa mamiconianea. Dopo la morte della moglie fu nominato cavali...
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Sant' ABDIA   Profeta
Quarto dei profeti minori visse probabilmente dopo la conquista di Gerusalemme avvenuta intorno al 587-586 a. C. Nel libro più breve dell’Antico Testamento, di cui è l’autore, cerca di consolare Gerusalemme con la speranza di una rapida restaurazione. Come i profeti d’Israele anche lui conferma l’esistenza di un solo Dio...
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San SIMONE   Abate in Calabria
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San FAUSTO DI ALESSANDRIA   Diacono e martire
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San MASSIMO   Martire
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Santi SEVERINO, ESSUPERIO E FELICIANO   Martiri
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San FILOSOFO DI VERCELLI   Vescovo
Vercelli, VI secolo
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San BARLAAM DI ANTIOCHIA   Martire
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Sant' ATTONE DI TORDINO   Abate
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Sant' EUDONE   Abate
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Beato GIACOMO BENFATTI DI MANTOVA   Vescovo
Mantova - Mantova, 19 novembre 1338
Giacomo Benfatti nacque a Mantova intorno alla metà del secolo XIII. Entrato nell’Ordine domenicano, seppe coniugare una solida formazione teologica con un’intensa vita spirituale. Priore del convento cittadino, fu chiamato da Nicolò Boccasini, generale dell’Ordine - in seguito papa con il nome di Benedetto XI - come suo consigl...
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Beato BERTOLDO   Abate di Weingarten
sec. XIII
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Beato RAIMONDO DU PUY   2° gran maestro dell'Ordine di Malta
1083 – 1160
Figlio di Hughes du Puy, Signore de Pereins, d'Apifer e di Rochefort, già Governatore d'Acri e Generale al servizio di Goffredo di Buglione, egli era imparentato con Adhemar di Le Puy, legato papale nel corso della Prima Crociata. Successore del Beato Gerardo nel 1120, come secondo Gran Maestro dell'Ordine di Malta egli sviluppò l'Ordine secondo crismi di po...
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Beati ELISEO GARCIA GARCIA E ALESSANDRO PLANAS SAURI   Salesiani, martiri
† Garraf, Spagna, 19 novembre 1936
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19 Novembre 2017 XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) Foglietto, Letture e Salmo

19 Novembre 2017 XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: Verde

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La parabola dei talenti parla della venuta di Gesù per il giudizio universale. Quando ritornerà, egli esigerà di sapere da noi come abbiamo usato il nostro tempo, cosa abbiamo fatto della nostra vita e dei talenti che abbiamo ricevuto, cioè delle nostre capacità. Il premio per il buon uso sarà la partecipazione alla gioia del Signore, cioè al banchetto eterno. La parabola racchiude un insegnamento fondamentale: Dio non misurerà né conterà i nostri acquisti, le nostre realizzazioni. Non ci chiederà se abbiamo compiuto delle prodezze ammirate dal mondo, perché ciò non dipende da noi, ma è in parte condizionato dai talenti che abbiamo ricevuto. Vengono tenute in conto soltanto la fedeltà, l’assiduità e la carità con le quali noi avremo fatto fronte ai nostri doveri, anche se i più umili e i più ordinari. Il terzo servitore, “malvagio e infingardo” ha una falsa immagine del padrone (di Dio). Il peggio è che non lo ama. La paura nei confronti del padrone l’ha paralizzato ed ha agito in modo maldestro, senza assumersi nessun rischio. Così ha sotterrato il suo talento. Dio si aspetta da noi una risposta gioiosa, un impegno che proviene dall’amore e dalla nostra prontezza ad assumere rischi e ad affrontare difficoltà. I talenti possono significare le capacità naturali, i doni e i carismi ricevuti dallo Spirito Santo, ma anche il Vangelo, la rivelazione, e la salvezza che Cristo ha trasmesso alla Chiesa. 
Tutti i credenti hanno il dovere di ritrasmettere questi doni, a parole e a fatti.