I monaci Vallombrosani di San Lanfranco e le attività culturali

Domenica 12 novembre alle 15.30, l'Associazione Amici di Lanfranco terrà presso il Teatro San Riccardo Pampuri della Domus Pacis, in Via San Lanfranco Beccari a Pavia, un incontro su I monaci Vallombrosani di San Lanfranco e le attività culturali.
La conferenza avrà come relatore il professor Gualtiero Tacchini, esperto della cultura dei monaci vallombrosani, fondatori del complesso abbaziale di San Lanfranco.
La Congregazione vallombrosana è un ramo dell’ordine dei monaci benedettini fondato da san Giovanni Gualberto nel 1039, con sede principale l’abbazia di Vallombrosa, in provincia diFirenze.
Dal 1039 al 1330 la diffusione dell’ordine in Italia ed Europa, sotto la guida dell'abate maggiore, fu simboleggiata dall'annuale raduno a Vallombrosa dei superiori e dallo scambio di monaci nelcentro e nord Italia fino alla Sardegna.
Nel 1500 l'epoca della commenda, che vedeva la nomina come abate di un monastero di un estraneo da parte della sede apostolica, fu un periodo di profonda decadenza sia per le comunità che per la congregazione e, solo dopo il Concilio di Trento avvenne una ripresa spirituale e un grande sviluppo economico che lasciò una traccia profonda nelle abbazie vallombrosane.
Con le successive soppressioni attuate dalle autorità statali, il 10 ottobre 1810 per la prima volta i monaci furono costretti ad abbandonare  l'abbazia di Vallombrosa e vi tornarono solo nel 1818 con15 sacerdoti e 16 fratelli.
Inoltre i monaci vallombrosani persero anche il monastero di San Michele presso la badia diPassignano, che nella cripta conserva i resti di san Giovanni Gualberto in un antico reliquario.
Nel 1866, come conseguenza delle leggi italiane riguardanti la soppressione degli istituti religiosi, ai monaci venne tolta nuovamente l'abbazia di Vallombrosa, che nel 1869 divenne la sede del primo Istituto Forestale d'Italia.
I monaci dell’abbazia rimasero a Pescia, in provincia di Pistoia, fino a quando nel 1949 non tornarono a Vallombrosa dopo la concessione del monastero alla congregazione da parte delloStato.
Dal 1986 il complesso è di nuovo dei monaci che l’hanno riportato agli antichi splendori.
Da vedere sono il refettorio monastico con un’immensa Ultima cena dipinta dal Ghirlandaio e la cucina, ancora con gli arredi originari del Quattrocento.
L'evento è nel contesto del progetto di turismo religioso Crocevia d’Europa tra Pavia, Lodi, Milano, Como, realizzato grazie al contributo di Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia.
L'ingresso sarà libero fino a esaurimento dei posti ed eventuali offerte verranno impiegate per proseguire i restauri dell'Abbazia di San Lanfranco in Pavia.
paviafree.it